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Fiorentina: Curva Fiesole contro Commisso e la squadra. “Pazienza finita”. Ora il presidente si scusi. E dica che cosa vuol fare

Domenica scorsa, pochi istanti dopo la retrocessione in serie B, il presidente del Frosinone, Maurizio Stirpe, impressionò l’Italia con il suo bagno di umiltà e le scuse, in diretta Tv, ai tifosi. Le stesse scuse, e il bagno di umiltà, Firenze l’avrebbe voluto da parte del presidente della Fiorentina, Rocco Commisso, dopo la terza finale persa in due anni. Dopo la faticosa trasferta, con triste ritorno di 10mila tifosi viola da Atene. Dopo l’amara uscita dei trentamila dal Franchi. E dopo che l’universo mondo viola, collegato da maxischermi o televisore di casa, aveva chiuso una serata immaginata ben diversa. Tre finali e una semifinali perdute in due anni, l’ho detto e lo ripeto, si traducono in un dramma sportivo. Inaccettabile per una città come Firenze, finita nel mirino, e negli sfottò, di due terzi della Toscana. Ma anche negli interrogativi di tutti coloro chge si occupano di calcio: com’è stato possibile un tale fallimento? Ovvio che in questo momento il viola park e il bilancio in ordine passano in secondo piano: saper fare calcio significa investire per vincere. L’Atalanta insegna. Ma gli esempi che potrei fare, di gestioni virtuose e vincenti, dopo oltre 50 anni di professione, sarebbero tantissimi.

Ma la sconfitta di Atene non è stata solo la goccia di un vaso troppo pieno di delusioni e di tristezze, colmato da quattro anni di gestione della Fiorentina da parte di Commissio e dei suoi dirigenti. Gestione fatta di mercati in cui si è fatto solo cassa e con troppe livorose uscite verso tutti: non solo politici e giornalisti. Inevitabile che, alla fine, anche gli appassionati e pazienti ragazzi della Curva Fiesole abbiano pronunciato la parola fatale: basta! Giustamente irritati verso il patron, ma anche verso la squadra. Alla quale, dal maggio 2023 ad oggi, era stato perdonato quasi tutto.

Hanno detto basta, i ragazzi della curva Fiesole, attraverso un comunicato scritto in forma civile, e considivisibile dalla prima all’ultima riga. Che riporto fedelmente: “I conti si fanno alla fine e la fine è arrivata. Avevamo promesso sostegno incondizionato fino al termine della stagione, spinti dalla speranza e dalla voglia di coronare un sogno tutti insieme. Certamente da parte nostra questo non è mai mancato. Sostegno che purtroppo non è stato ripagato, in primo luogo dalla società Fiorentina, che nel mercato di gennaio, non ha avuto né la voglia né il coraggio di andare a migliorare una squadra inaspettatamente quarta in classifica e in corsa su tre competizioni, e questo di certo non lo abbiamo dimenticato”.

E il comunicato così continua: “In secondo luogo, dalla squadra, ed in particolare da alcuni giocatori che con un atteggiamento indegno sono complici del fallimento, dimostrando di essere uomini senza attributi e senza alcun rispetto per una città e per il suo popolo. Siamo convinti che la sconfitta sia frutto di una pessima gestione sportiva e una assenza di programmazione che va avanti da anni. Ora la pazienza è finita”.

Nella contestazione, come detto, non viene risparmiato il presidente Rocco Commisso: “È arrivato il momento delle risposte, e pretendiamo che la presidenza chiarisca velocemente quali siano i reali obiettivi sportivi perché Firenze non festeggia per degli ottavi posti, e soprattutto non gioisce per la coppa del fair play finanziario! Presidente Commisso, il primo che ci deve dare delle risposte è lei, siamo arrivati ad un bivio: non esistono più vie di mezzo. É il momento di investire seriamente affidandosi a dirigenti competenti per dar vita ad un progetto sportivo serio e all’altezza di questa città. Firenze merita di più”.

E ora? Il futuro della Fiorentina è pieno di nebbia. L’allenatore se ne andrà e mezza rosa è in uscita. Per una volta, Rocco Commisso, ascolti un cronista che viene da lontano: parli e faccia, come il presidente del frosinone, un bagno di umiltà. Chiedere scusa, in certe situazioni, non è segno di debolezza. Tutt’altro. Però mi aspetto di più: ossia di sapere come pensa di rilanciare società e squadra. A meno chew non abbia deciso di fare il passo indietro. Ma se così fosse lo faccia sapere. L’incertezza sul futuro della Fiorentina, ora, è più sconfortante della terza finale persa in due anni.


Sandro Bennucci

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