Giudici di pace: ora la protesta a oltranza
I giudici di pace contestano nuovamente l’inerzia della politica sulle richieste della categoria. Alla fine di gennaio a Roma, al Centro Convegni di via Cavour, si è tenuta un’assemblea nazionale dove sono state decise nuove forme di protesta da realizzare senza interruzione, dopo che la legge di stabilità, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale del 27 dicembre (all’articolo 1, comma 290), ha confermato la proroga dei giudici di pace in scadenza solo sino alla riforma e comunque non oltre il 31 dicembre 2014.
La decisione è motivata anche, si legge in una nota, «dalla volontà manifestata dal Guardasigilli, Annamaria Cancellieri, di non osteggiare la riforma punitiva del senatore dell’opposizione Caliendo e di non riconoscere le rivendicazioni fondamentali della categoria, a partire dalla rinnovabilità dei mandati quadriennali sino al raggiungimento dei 75 anni, la tutela della salute e della donna, ecc.».
I giudici di pace trovano «davvero irresponsabile e mistificante reputare essenziale l’eventuale prolungamento della durata della proroga.». Quella già disposta dalla legge di stabilità è un atto dovuto per non chiudere gli uffici, considerato che prima di 4-5 anni non ci sarà la possibilità di nuove nomine di giudici di pace in sostituzione di quelli in servizio.
«La drammatica realtà – si legge ancora nella nota – è che il ministro Cancellieri ha l’intenzione di favorire l’approvazione di una riforma, senza il riconoscimento della continuità dei mandati e altri diritti fondamentali invocando pretesi ostacoli ordinamentali. Ecco perché è necessaria una mobilitazione generale per ottenere quei diritti fondamentali, quale condizione indispensabile per il funzionamento della giustizia, e sensibilizzare l’opinione pubblica, le istituzioni e le forze politiche sul danno irreversibile di una riforma modellata sul progetto Caliendo». Insomma, dopo gli avvocati anche i giudici di pace scendono nuovamente in campo contro il Guardasigilli.