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Balneari: mobilitazione in vista. Dopo la sentenza della Corte Ue: opere costruite restino allo Stato

I balneari italiani si stanno mobilitando. La sentenza della Corte Euro sullo stabilimento di Rosignano Marittimo ha lasciato nella costernazione molti operatori delle spiagge: perchè i giudici affermano che, alla scadenza della concessione, le opere realizzate resteranno di proprietà dello Stato. Che fare? La mobilitazione servirà anche per capire se ci sono altre strade da battere.

La vicenda di cui si è occupata la Corte è tutta toscana. La Siib gestisce uno stabilimento a Rosignano Marittimo, sulla costa toscana, dove aveva costruito una serie di opere: ma alla scadenza le stesse sono state acquisite a titolo gratuito dallo Stato italiano, come previsto dal codice di navigazione italiano, imponendo di conseguenza al rinnovo il pagamento di canoni demaniali maggiorati.

La società si è dunque rivolta alla corte Ue per chiedere se la norma nazionale – che non prevede alcun indennizzo – rappresenti una restrizione alla libertà di stabilimento. Negativa la risposta della Corte, secondo cui tutti gli operatori economici si trovano ad affrontare la medesima preoccupazione. Inoltre, si sottolinea ancora, “l’appropriazione gratuita e senza indennizzo, da parte del soggetto pubblico concedente, delle opere non amovibili costruite dal concessionario sul demanio pubblico costituisce l’essenza stessa dell’inalienabilità del demanio pubblico”.

La SIIB, dunque, “non poteva ignorare, sin dalla conclusione del contratto di concessione, che l’autorizzazione all’occupazione demaniale che le era stata attribuita aveva carattere precario ed era revocabile”.

Protestano le associazioni di categoria: Base Balneare con Donnedamare e Assobalneari Italia aderente a Federturismo Confindustria esprimono “sconcerto e preoccupazione per le conseguenze della sentenza” che “solleva serie criticità economiche, giuridiche e pratiche” e che di fatto “distrugge l’eccellenza turistica italiana”. Le oltre 30 mila imprese Balneari “hanno investito negli anni notevoli risorse nella costruzione e manutenzione delle strutture sulle spiagge e oggi questa eccellenza è riconosciuta dal numero di Bandiere Blu ottenute dai comuni italiani, ai vertici in Europa.

La prospettiva di perdere tali investimenti senza alcuna compensazione mette in discussione la capacità e la volontà di investire a fronte della minaccia di non vedere riconosciuti tali investimenti al termine della concessione. Questo porterà ad una diminuzione della qualità delle strutture Balneari e dei servizi turistici, a un calo delle presenze turistiche anche straniere nel nostro Paese, a pesanti ricadute negative sull’economia locale e ad un possibile aumento del contenzioso tra le imprese Balneari e lo Stato italiano, con costi legali e amministrativi significativi”.

Più cauta la Sib: “Ci riserviamo una valutazione, dopo attenta analisi, della sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione europea “, ha dichiarato il presidente Antonio Capacchione, “Ancora più urgente un intervento legislativo chiarificatore”. E intanto parte la mobilitazione nazionale, mentre le spiagge, soprattutto nel fine settimana, si riempiono di bagnanti.



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