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Attentato a Trump: la telefonata di Biden. Killer aveva bombe in auto e a casa. La vittima: un pompiere eroe. Come un film

Donald Trump dopo essere stato ferito (Foto dai social internazionali)

WASHINGTON – Telefonata tra il presidente statunitense Joe Biden e il suo predecessore e rivale per la riconferma, Donald Trump, rimasto lievemente ferito in seguito a un tentativo di attentato a Butler, in Pennsylvania. Secondo quanto riporta la Cnn, una fonte informata della chiamata ha descritto la conversazione tra i rivali come “buona” e “breve e rispettosa”. Due alti funzionari della Casa Bianca hanno descritto la telefonata in modo simile, ma hanno rifiutato di dire altro. Biden e Trump non si parlavano direttamente da anni, avevano interagito tramite i moderatori durante il dibattito tv alla CNN.

ATTENTATORE – Thomas Matthew Crooks, 20 anni, di Bethel Park in Pennsylvania. È questa l’identità dell’attentatore di Donald Trump resa nota dall’Fbi poche ore dopo che il giovane aveva aperto il fuoco al comizio dell’ex presidente Usa e candidato repubblicano alla Casa Bianca a Butler, in Pennsylvania, ferendolo a un orecchio. L’uomo è stato ucciso dal Secret Service. Non aveva documenti di identità con sé, dunque per la sua identificazione è stato effettuato il test del Dna. Secondo quanto emerso da fonti, nella sua auto e in casa sua sono stati trovati degli esplosivi.

L’arma con cui Crooks ha sparato è un AR-15, recuperato sul posto, un fucile semi-automatico che è la versione civile del fucile militare M-16. Secondo quanto riferito da due funzionari ad Associated Press, l’arma era stata acquistata dal padre di Crooks almeno 6 mesi fa. Gli agenti federali stanno ancora lavorando per capire quando e come il figlio abbia ottenuto l’arma e per raccogliere ulteriori informazioni su Crooks nel tentativo di identificare un movente, che non è ancora stato individuato. Il giovane ha sparato “da una posizione elevata fuori dal luogo del comizio”, ha riferito il Secret Service. Si trovava sul tetto di un edificio a meno di 150 metri da doveTrumpparlava

Ha spinto la figlia e la moglie a terra, proteggendole dagli spari che arrivavano verso DonaldTrump. Corey Comperatore, ex capo dei vigili del fuoco, aveva appena compiuto 50 anni e ieri pomeriggio era tra le migliaia di persone che affollavano le tribune attorno al palco sul quale l’ex tycoon stava chiudendo la campagna elettorale. Uno dei colpi esplosi dal ventenne Thomas Matthew Crooks lo ha centrato in pieno, facendolo crollare a terra in un lago di sangue.

POMPIERE EROE – “È morto da eroe, così come aveva vissuto”, sono state le parole della famiglia che oggi lo ha voluto ricordare sui social network. Con lui altre due spettatori – di cui non si conoscono al momento le generalità – hanno riportato alcune ferite durante l’attentato e sono ora ricoverate in gravi condizioni.

Un passato alla guida dei vigili del fuoco di Buffalo Township, nella contea di Butler, Corey Comperatore era seduto proprio alle spalle diTrumpquando sono partiti i colpi esplosi da Crooks. Immediatamente si è gettato sulla figlia e sulla moglie, anche loro in tribuna al suo fianco. “Ho visto un uomo cadere sul fondo degli spalti dopo essere stato colpito alla nuca”, ha raccontato un medico che era presente al comizio, a pochi metri da Comperatore.

ELEZIONI USA CAMBIANO – L’attentato a Trump è un pezzo di storia americana, ma è anche una curva nella storia della campagna elettorale che da oggi non sarà più quella di prima. Da oggi l’atmosfera, il clima e le percezioni degli elettori americani sono destinate a cambiare. Il proiettile che ha ferito Trump all’orecchio a Butler, Pennsylvania, ha colpito anche le dinamiche di una campagna elettorale che è stata, a tratti, tesa, aggressiva, controversa, incomprensibile. E che da oggi cambia.

Trump trarrà indubbiamente vantaggio da questa situazione. Biden e il partito democratico dovranno, invece, prendere velocemente una decisione sul ritiro – o meno – dell’attuale presidente a vantaggio di un nuovo candidato che potrà provare a contrastare una deriva che, al momento, pare difficilmente contenibile. La foto di Evan Vucci che ritrae Trump con il volto sanguinante, il pugno alzato e sullo sfondo la bandiera americana nel cielo blu di Butler vale da sola più di mille comizi e mille interviste. Chi sta con Trump continuerà ad appoggiare l’ex presidente, chi appoggia Biden non cambierà idea.

INDECISI – Ma in quella fascia grigia di indecisi alcuni potrebbero spostarsi verso Trump. E si sa che le elezioni americane si giocano spesso sul filo del rasoio di pochi voti in pochi Stati decisivi. L’attentato inoltre continuerà, nel dibattito pubblico, a tenere, almeno per qualche tempo, in seconda fila tutti i dubbi su Trump e i problemi del tycoon, a cominciare dai suoi guai con la giustizia e proseguendo con la sua narrazione molto controversa. Trump nelle ultime settimane ha anche provato a mutare il suo atteggiamento e la sua strategia, cercando di apparire più moderato per andare a cercare voti anche in nuove fasce di elettori. Anche oggi la sua reazione è stata ‘presidenziale’, ha invocato l’unità del Paese e ha ringraziato Dio che ha ‘impedito che l’impensabile accadesse’. Trump fortunatamente sta bene, parteciperà allaConventionrepubblicana e da lì partirà la discesa verso il 5 novembre.

COME UN FILM – Le immagini del tentato assassinio di Donald Trump, l’emozione, lo shock, la paura, le cospirazioni, i sospetti, le indagini, le polemiche non possono non richiamare anche tanto cinema che ha voluto raccontare secondo varie prospettive dal rigoroso biopic al film inchiesta, reali delitti di presidenti Usa (ce ne sono stati quattro, quelli di Abraham Lincoln, James Garfield, William McKinley e John Kennedy), ma anche storie inventate di cospirazioni riuscite, piani sventati o da sventare contro leader politici americani immaginari, in carica o sulla via al potere, fra killer condizionati ad uccidere, agenti segreti in disgrazia, storie d’amore improbabili e complotti globali. Restando solo al grande schermo, è inevitabile partire da uno dei capolavori di Oliver Stone che mescola genere thriller politico/biopic/conspiracy movie in J.F.K (1991) incentrato sulla figura di Jim Garrison (Kevin Costner), procuratore distrettuale nell’inchiesta sull’assassinio del presidente Kennedy, che provò a smontare la verità ufficiale della commissione Warren sul delitto. Un racconto avvincente, per il quale il montatore italiano Pietro Scalia, insieme a Joe Hutshing vinse l’Oscar (l’altra statuetta alla pellicola è andata alla fotografia) con uno strepitoso cast corale che comprende Gary Oldman (nei panni di Lee Harvey Oswald), Kevin Bacon, Tommy Lee Jones, Sissy Spacek, Donald Sutherland, Joe Pesci, Jack Lemmon, Laurie Metcalf, Ed Asner, John Candy.

CLINT EASTWOOD – Iservizisegreti americani hanno collaborato con Wolfgang Petersen per Nel centro del mirino (1993), thriller/drama con uno straordinario Clint Eastwood nei panni dell’agente sessantenne Frank Horrigan, che era nel 1963 nella scorta del presidente Kennedy e non ha mai superato i sensi di colpa per non essere riuscito a salvarlo. Quando è prossimo alla pensione, Horrigan, considerato oramai troppo anziano e paranoico dai colleghi, si troverà a cercare di difendere un altro presidente da un pericoloso killer (John Malkovich). Un ex prigioniero di guerra, componete di una potente famiglia americana, destinato a un’ascesa politica, è in realtà stato condizionato con tecniche di controllo mentale basate sull’ipnosi a diventare un agente dormiente e killer di altri politici (tra gli obiettivi anche vicepresidenti e presidenti): è la storia di Và e uccidi di John Frankenheimer (1962) con Frank Sinatra, Angela Lansbury e Laurence Harvey poi riletta in The manchurian Candidate di Jonathan Demme (2004) con Denzel Washington, Meryl Streep e Liev Schreiber.

ROBERT REDFORD – The conspirator di Robert Redford (2010) concentra l’attenzione su Mary Surratt (Robin Wright), l’unica donna condannata (fu giustiziata nel 1865) per aver preso parte, secondo l’accusa, alla cospirazione che portò all’assassinio di Abraham Lincoln (sul quale è da ricordare anche il maestoso biopic di Steven Spielberg, con Daniel Day Lewis nei panni del presidente). In Azione esecutiva di David Miller (1973) con Burt Lancaster, si lega l’omicidio Kennedy a una cospirazione di potenti uomini d’affari, politici eservizisegreti. La sceneggiatura la firma Dalton Trumbo che si era basato su documenti e testimonianze. Otto diversi punti di vista danno forma al thriller Prospettive di un delitto di Pete Travis (2008) con Dennis Quaid, Forest Whitaler e Sigourney Weaver dove il punto di partenza è proprio l’apparente assassinio in Spagna del presidente americano Henry Ashton (William Hurt), paladino nella lotta al terrorismo. Infine, tra i tanti altri, in The assassination di Niels Mueller, basato su una storia vera, Sean Penn (qualche anno dopo interprete invece di un politico assassinato, Harvey Milk, nel film di Gus Van Sant, ruolo che gli porta il secondo Oscar, ndr) è Samuel Byck, venditore di mobili che nel 1974 aveva ordito un piano per uccidere Nixon.


Sandro Bennucci

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