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Balneari: ipotesi mini-proroghe e indennizzi per i concessionari uscenti

La premier, Giorgia Meloni, e il ministro, Raffaele Fitto, stanno cercando una via d’uscita al rebus dei balneari. Mini-proroghe, con requisiti decisamente stringenti per accedervi. E indennizzi per i concessionari uscenti. Sono due delle ipotesi di lavoro su cui si starebbe concentrando il governo per definire un decreto legge che consentirebbe all’Italia di risolvere l’annoso nodo dei balneari, per cui l’Ue ha avviato la procedura di infrazione.

I tempi sarebbero troppo stretti per il vertice di venerdì 30 agosto, in cui fra l’altro la premier confermerà l’indicazione di Fitto come commissario europeo italiano. Intanto il ministro per gli Affari europei sta trattando direttamente con gli uffici di Bruxelles sul testo, cercando di sbloccare un braccio di ferro in cui negli ultimi mesi il governo aveva mantenuto una posizione piuttosto rigida, sulla spinta dell’ala di centrodestra più vicina alla categoria degli imprenditori dei lidi.

“I servizi della Commissione sono in dialogo con le autorità italiane per individuare una soluzione”, ha confermato una portavoce dell’esecutivo comunitario. L’accelerazione italiana, si ragiona nella maggioranza, ora punta anche a dimostrare un atteggiamento più conciliante su un tema fondamentale per Bruxelles come la concorrenza. Ed è legata pure all’urgenza di intervenire di fronte ai Comuni che in ordine sparso hanno iniziato a mettere a gara le concessioni scadute, anche su indicazione dell’Antitrust.

Fra le ipotesi che circolano, anche quella di una proroga fino a quattro anni delle concessioni scadute. Secondo fonti di maggioranza il periodo ponte richiesto da Roma potrebbe essere più contenuto, ma comunque necessario per armonizzare le future gare con la nuova norma e per dare tempo a Regioni e Comuni di verificare la consistenza delle spiagge da mettere a gara.

L’intenzione sarebbe quella di accantonare definitivamente la mappatura delle coste realizzata nei mesi scorsi dal tavolo tecnico di Palazzo Chigi – e bocciata dalla Commissione Ue -, che puntava a escludere da questo comparto l’applicazione della direttiva Bolkestein calcolando la risorsa spiaggia libera non scarsa. Fra le soluzioni allo studio ci sarebbe anche quella di fissare obiettivi regionali per le nuove concessioni.

Di sicuro si lavora al tema degli indennizzi (che il concessionario entrante dovrebbe corrispondere a quello uscente), principio previsto dalla legge sulla concorrenza del governo Draghi ma mai disciplinato. Intanto le ipotesi di proroghe hanno suscitato polemiche nelle opposizioni. Per Riccardo Magi (+Europa), “sarebbe un vero e proprio oltraggio al pudore, un danno economico all’erario, la solita mancetta per la lobby amica delle destre”.


Sandro Bennucci

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