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Giornalisti imbavagliati: vietato pubblicare ordinanze di custodia cautelare. Fnsi e Ast: “Negato diritto ai cittadini”

ROMA – Bavaglio alla stampa: non si potrà più scrivere il contenuto delle ordinanze di custodia cautelare. Il Consiglio dei ministri ha approvato, in esame preliminare, il decreto legislativo di adeguamento della normativa nazionale a quella europea, riguardo alla presunzione di innocenza, dando attuazione alla legge di delegazione europea nella parte in cui vieta la pubblicazione delle ordinanze di custodia cautelare finché non siano concluse le indagini preliminari o fino al termine dell’udienza preliminare.

Insorgono Federazione Nazionale della Stampa e Assostampa regionali, Toscana in prima linea: “Questo governo continua a smantellare l’art.21 della Costituzione. Un ritorno al passato che nulla ha a che vedere con il garantismo. In realtà il divieto di pubblicare le ordinanze di custodia cautelare è un piacere ai potenti che vogliono l’oscurità e ai colletti bianchi”.

Esulta invece Enriuco Costa di Azione che rivendica il “bavaglio” pur non facendo parte della maggioranza di Centrodestra. “Apprezzo – scrive l’esponente di Azione – il fatto che il governo abbia dato seguito alla delega nata dal mio emendamento alla legge di delegazione europea. Le ordinanze cautelari che intervengono durante le indagini preliminari – a differenza di ogni altro atto di indagine preliminare che, anche se non più ‘segreto’ perché notificato al destinatario, non è mai pubblicabile alla lettera – sono subito pubblicabili integralmente, dalla A alla Z, sui giornali o sul web, addirittura prima del vaglio del riesame e della Cassazione che talvolta le annullano. Leordinanzedicustodiacautelarecontengono solo le accuse; la voce della difesa non c’è, perché la difesa al limite ricorrerà quando saranno già su tutti i giornali”.

In realtà, sostiene il sindacato dei giornalisti, questo divieto “colpisce solo il diritto dei cittadini ad essere informati”.

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