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Firenze: al Maggio una mostra sulla storia del teatro e un concerto di Daniele Gatti

Teatro Comunale Firenze Interno Foto Archivio MMF
Una delle foto in mostra: il Teatro Comunale nell’ultimo assetto

FIRENZE – Dal 17 ottobre al 22 dicembre al Teatro del Maggio, nel foyer, c’è la mostra fotografica 𝑨𝒍 𝑪𝒐𝒎𝒖𝒏𝒂𝒍𝒆! 𝑫𝒂𝒍 𝑷𝒐𝒍𝒊𝒕𝒆𝒂𝒎𝒂 𝑽𝒊𝒕𝒕𝒐𝒓𝒊𝒐 𝑬𝒎𝒂𝒏𝒖𝒆𝒍𝒆 𝑰𝑰 𝒂𝒍 𝑻𝒆𝒂𝒕𝒓𝒐 𝒅𝒆𝒍 𝑴𝒂𝒈𝒈𝒊𝒐, che ripercorre la storia del teatro in 31 foto, dal Politeama del 1865 all’odierno edificio sul limitare del Parco delle Cascine.

Dal 1935 i fiorentini lo chiamavano semplicemente il Comunale, un nome che chi l’ha vissuto usa talvolta ancora per il nuovo teatro: perché quello che conta non è lo spazio in sé, ma il suo contenuto, ciò che rappresenta e che ha resistito a vicende poco edificanti dell’ultimo quarto di secolo. La mostra racconta la storia e le trasformazioni del teatro Comunale attraverso31 fotografie selezionate dagli Archivi Alinari e dall’Archivio storico del Teatro del Maggio Musicale Fiorentinoe si inserisce nell’ambito delle attività legate alla terza edizione di “Carte in dimora – Archivi.doc” inaugurata il 12 ottobre scorso da Adsi – Associazione dimore Storiche Italiane che ha visto l’apertura di 100 archivi e biblioteche storiche, tra cui per l’appunto anche l’Archivio Storico del Teatro del Maggio.

Attraverso l’apertura degli archivi storici, la svela l’evoluzione della maggiore istituzione musicale fiorentina, attraverso le immagini uniche e straordinarie del grande archivio fotografico Alinari. E sono dunque le architetture ad andare in scena in un viaggio fotografico tratto dai due Archivi che partendo dal 1865 (con una rara immagine del Politeama) approda al 2011. Gradinate, macchine sceniche, coperture, allestimenti, demolizioni, ricostruzioni,maquettes, sono i soggetti narranti di questa lunga storia.

Tutto inizia con un’arena all’aperto, il Politeama Vittorio Emanuele II, costruito nella zona a ridosso di Porta al Prato all’inizio degli anni Sessanta dell’Ottocento, proprio alle soglie della breve stagione di Firenze capitale. La struttura ospita i più diversi generi di spettacolo, dal circo alla lirica, nonché feste e veglioni fino a diventare magazzino bellico durante la Prima guerra mondiale. Nella prima metà degli anni Trenta, in concomitanza con la nascita del Maggio Musicale, quel teatro viene acquistato dal Comune e ristrutturato, sia pur rispettando alcune caratteristiche architettoniche della vecchia arena. Nel 1944 un disastroso bombardamento distrusse l’intera macchina scenica; in un primo momento la sala – uscita apparentemente indenne – non subì alcuna conseguenza; tuttavia nel 1957 l’intero complesso venne dichiarato inagibile dando avvio all’ultima grande campagna di ricostruzione conclusasi nel 1961. Nel 2014, dopo la svendita dell’edificio a Cassa Depositi e Prestiti che lo ha poi rivenduto al quadruplo a una multinazionale a guida americana, la demolizione e l’edificazione di tre edifici-monstre, destinazione alloggi di lusso per turisti. Ma a poche centinaia di metri è sorto il nuovo Teatro del Maggio e la storia continua, anche se ha rischiato di arenarsi già un paio di volte in 10 anni.

Nel foyer del teatro, gli spettatori nei giorni e orario di spettacolo dal 17 ottobre al 22 dicembre, potranno seguire il percorso fotografico; intanto il Teatro del Maggio continua a vivere e giovedì 17 alle 20 ha in cartellone il primo dei due concerti che Daniele Gatti dedica alle quattro sinfonie di Brahms. Si comincia con la Sinfonia n. 3 in fa maggiore op. 90, scritta nell’estate del 1883 ed eseguita nel dicembre dello stesso anno a Vienna, con la direzione di Hans Richter, e il trionfo fu tale da stupire lo stesso Brahms. Chiude il concerto la Sinfonia n. 1 in do minore op. 68, che debuttò nel 1876, ma i cui primi appunti risalgono al 1855 (il primo tempo fu completato solo nel 1862). Biglietti quasi esauriti: ne sono rimasti alcuni per le poltrone in tribuna Coro, messi in vendita da pochi giorni e acquistabili anche direttamente sul sito del teatro

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