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Inflazione cala: Bce taglia i tassi, spread sotto i 120 punti. Che cosa cambia per famiglie e risparmiatori

Christine Lagarde
Christine Lagarde

La Banca Centrale Europea annuncia il nuovo taglio dei tassi di interesse, portando il riferimento al 3,25%, il tasso di rifinanziamento al 3,40% e il tasso sulla deposit facility al 3,65%. Si tratta del terzo aggiustamento di politica monetaria del 2024 e arriva in un contesto caratterizzato da una discesa dell’inflazione e da dati sulla crescita economica più deboli del previsto.

La Bce ha osservato una volatilità nella produzione industriale e una crescita dei servizi più lenta del previsto, dopo una robusta stagione estiva. Questi fattori indicano che i rischi sulla crescita restano orientati verso il basso, ma Lagarde ha ribadito che l’istituzione non “vede” una recessione all’orizzonte. I mercati hanno reagito con rialzi vivaci alle notizie arrivate da Francoforte. In particolare lo spread fra Brp e Bund sceso a 119 punti che rappresenta il record di tre anni.

Contribuiscono al buon umore degli investitori i numeri superiori alle attese delle vendite al dettaglio e dei sussidi di disoccupazione negli Usa, Parigi avanza dell’1,3%, Milano dell’1,1%, Londra e Francoforte dello 0,7% mentre a i principali indici di Wall Street sono tutti in rialzo dello 0,2%, con l’S&P 500 che segna l’ennesimo record storico. La prospettiva di nuovi tagli dei tassi nell’eurozona pesa sull’euro, in calo dello 0,3% sul dollaro a 1,083. Più cauti i bond, i cui rendimenti salgono di qualche punto base nell’Eurozona e in maniera più importante negli Usa, dove i dati macro rendono meno urgenti interventi d’urto della Fed a sostegno dell’economia. I Btp sovraperformano, con il rendimento stabile al 3,4%, a un passo dai massimi di agosto 2022 A Milano si mettono in luce Poste (+3,1%), Campari (+3%) e Moncler (+2,3%), davanti a Saipem (+2,2%), Ferrai (+2,1%) e Fineco (+2,1%), con Stellantis (-0,7%), Erg (-0,4%) e Inwit (-0,4%).

LAGARDE – Durante la conferenza stampa la presidente, Christine Lagarde, ha fornito un quadro dettagliato della situazione. Ha spiegato che l’attività economica nella zona euro è risultata più lenta del previsto negli ultimi mesi, e le proiezioni non sono brillanti. Tuttavia, ha aggiunto che “sulla base dei dati macro disponibili, non si prevede assolutamente una recessione”.

Ha espresso anche fiducia che la crescita potrebbe recuperare grazie ai consumi privati. “Rimaniamo fiduciosi nello scenario di uno soft landing”, ha dichiarato, sottolineando la forza dei consumi in Europa.

E un costo per rifinanziare il debito pubblico, in primis quello dell’Italia, che si riduce come già evidenziato dall’andamento dello spread, ai minimi degli ultimi tre anni. La decisione della Bce di tagliare il costo del denaro di 25 punti base, visto il rallentamento dell’inflazione ha una serie di effetti, sia immediati sia nel medio termine, sui cittadini, le imprese e i governi.

E vediamo, nel dettaglio, che cosa cambia, praticamente, per le famiglie che hanno mutui da pagare e per i risparmiatori.

RATE DEI MUTUI IN CORSO PIU’ LEGGERE. I mutui a tasso variabile e senza cap in Italia sono oramai una minoranza. Sul totale di 423,4 miliardi erogati, circa un terzo, 144 miliardi, è a tasso variabile e i restanti 279 miliardi sono a tasso fisso. Ma per chi ha ancora un finanziamento del genere la decisione della Bce alleggerisce una rata che era schizzata verso l’alto nei mesi scorsi. Le rate dei vecchi mutui a tasso variabile sono cresciute fino al 78% in più. Come sottolinea un’analisi Fabi per un prestito da 150.000 euro della durata di 20 anni la rata mensile è di 1.180 euro, ben 515 euro in più rispetto a quella che si sarebbe ottenuta due anni fa ovvero 665 euro. Ora il risparmio sarà di circa 20 euro al mese ed è destinato ad aumentare in caso di ulteriori tagli.

NUOVI PRESTITI PIU’ CONVENIENTI. Gli indici di mercato e le offerte delle banche avevano già anticipato la decisione Bce. I tassi sono quindi già calati nelle scorse settimane e scenderanno ancora da qui ai prossimi mesi. Per Mutuionline.it il variabile è offerto a un Tan medio del 4,33% con punte fino al 3,86%. La media potrebbe abbassarsi al 4,08% nei prossimi giorni e ancora più nel corso del 2025. Se la Bce dovesse proseguire infatti in queste scelte, il variabile raggiungerebbe il fisso che in media ora viaggia al 3,06% con punte anche fino al 2,7%.

RESPIRO PER GLI INVESTIMENTI. Le analisi della Bce e di Banca d’Italia indicano una scarsa domanda da parte delle imprese a causa della stagnazione economica e conseguente ribasso dei prestiti che dura da diversi mesi. Anche i tassi elevati tuttavia hanno avuto un ruolo nel frenare gli investimenti che ora, con condizioni monetarie migliori, potrebbero risollevarsi.

CALO DEI RENDIMENTI DEI TITOLI DI STATO. Nelle prossime aste il Tesoro spunterà cedole più leggere per rifinanziare il debito. Il rendimento medio misurato dalla Banca d’Italia a ottobre era del 3,154 con un massimo di 4,049 delle scadenze oltre i 20 anni. Al contrario i valori dei titoli in circolazione sul secondario potrebbero salire.

MERCATI AZIONARI. Le conseguenze sui listini da una politica monetaria più accomodante sono difficilmente prevedibili. Troppe le variabili, sia esse finanziarie sia geopolitiche specie in un momento come quello attuale caratterizzato da altissima incertezza.


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Sandro Bennucci

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