Turetta ai giudici: “Giulia mi voleva lasciare. Ho pensato di rapirla, ucciderla, poi suicidarmi”
VENEZIA – Filippo Turetta è comparso stamani, 25 ottobre 2024, davanti ai giudici della Corte d’Assise di Venezia, imputato per l’omicidio di Giulia Cecchettin. In sintesi ha detto: ”Giulia non voleva tornare con me. Ho pensato di rapirla, ucciderla, poi suicidarmi”. E ancora: Ero arrabbiatissimo, non volevo andasse via. Ho preso il coltello dalla macchina e l’ho rincorsa, forse l’ho preso per minacciarla…non lo so. O forse volevo colpirla per la rabbia”.
L’aggressione è avvenuta la sera dell’11 novembre 2023. Nel parcheggio vicino a casa, la ventiduenne è uscita dall’auto. Turetta ricorda: ”L’ho raggiunta, devo averla spinta o tirata, lei è caduta per terra la devo aver colpita non so come…io li ricordo solo che ho il coltello poi in mano, sì devo averla colpita. Ha sbattuto la testa sul pavimento poi l’ho spinta in macchina”.
Nel tragitto in auto, da Vigonovo a Fossó: ”Penso di aver preso il suo cellulare e di averlo spento e allontanato da lei per impedirle che chiamasse aiuto”, racconta nel suo interrogatorio. Cellulare che butta poco dopo il delitto, gettandolo ”in una specie di fossato in una stradina secondaria, insieme al coltello”
Nei primi minuti del percorso verso Fossó ”penso fosse stordita, non so. Non volevo uscisse dalla macchina e l’ho accoltellata, uno sulla coscia, forse più di una volta, non lo so, colpivo a caso” quindi per impedirle la fuga nell’area industriale torna a colpirla.
Le coltellate sono in tutte 75, ma è un particolare che l’imputato non ricorda. ”Deve essere successo che stavo andando molto piano, ho provato a staccare un pezzo di scotch per metterglielo sulla bocca in modo che non dicesse niente, nel mentre lei è uscita” ed è sull’asfalto di Fossó che arrivano i colpi mortali. ”Devo averla colpita più volte, ma non so dire quante…una volta avevo detto dodici, tredici, in realtà sono di più”.
”Io – dice ancora in Aula – la speranza non l’ho mai persa. In passato, ma anche negli ultimi tempi, continuavamo ad avere un rapporto. Ci vedevamo, ci scrivevamo, c’erano state delle cose che mi portavano ad avere delle speranze di tornare insieme”.
PADRE DI GIULIA – ‘Sapere gli ultimi momenti della vita di Giulia” è stato il momento più delicato dell’udienza di oggi per Gino Cecchettin, padre di Giulia. Nel giorno dell’interrogatorio dell’ex fidanzato Filippi Turetta, imputato per omicidio aggravato, ha guardato spesso verso il banco dei testimoni mentre il ventiduenne aveva sempre lo sguardo puntato verso il basso. E ora, prima che a prendere la parola sarà la difesa di Turetta, lascia l’aula. ”Ho capito benissimo chi è Filippo Turetta, non ho bisogno di restare, per me è chiarissimo e per me la vita del prossimo è una cosa sacra”.