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Il Teatro Comunale di Firenze

Stipendi d’oro al Maggio Fiorentino, ecco l’elenco

Il Teatro Comunale di Firenze
Il Teatro Comunale di Firenze

FIRENZE – Oltre un milione di euro all’anno (lordi) per organi direttivi e collaborazioni. Questa è la cifra che il Maggio Musicale Fiorentino sta spendendo per retribuire dirigenti e collaboratori di vertice. In tutto una quindicina di persone.

Si parte dai 10.000 euro al mese come compenso al Commissario straordinario dell’Ente Francesco Bianchi. Appena poco di più il Direttore generale Alberto Triola, cui vanno 130.000 euro l’anno, con un contratto da dirigente d’industria. Quest’ultimo ne percepiva 90.000 fino al maggio 2013, aumentate poi a 110.000 fino al 31.1.2014 e quindi portate a 130.000 dal 1.2.2014. Raddoppiato lo stipendio al Direttore Finanza Contabilità e Bilancio Elio Facchini, che da gennaio 2014 percepisce 90.000 euro all’anno, contro i 45.000 dell’anno precedente.

Il capo del personale Francesca Tartarotti prende 90.000 euro annue (sempre lorde), nella sua qualità di Direttore delle Risorse Umane e Legale. Fino al 30.11.2013 percepiva 55.000 euro annue più 5.000 a titolo di «premio per raggiungimento obiettivi». Termine quest’ultimo che per un capo del personale significa una cosa sola: ridurre i costi per le risorse umane.

Tra le cifre più importanti quelle del maestro del Coro Lorenzo Fratini (93mila) e del direttore dell’allestimento scenico Tiziano Santi (82mila), sostanzialmente invariate rispetto al passato.

Clicca qui per trovare l’elenco dettagliato con nomi e cifre, che figura nello stesso sito web del Maggio Musicale Fiorentino, alla voce «Amministrazione trasparente».

Sul tema sono intervenuti i sindacati dell’Ente lirico, che hanno stigmatizzato il comportamento della Direzione del Maggio, in un documento a firma delle Rsa di Slc Cgil – Fistel Cisl – Ulicom Uil – Fials Cisal.

«Non si vuole entrare nel merito né fare considerazioni circa la congruità o meno del valore economico che la Direzione Aziendale ha deciso di attribuire alle proprie figure apicali – dicono i sindacati – ma non si può non porre l’attenzione sul fatto che in un momento così emergenziale nel quale i Lavoratori della Fondazione, per riparare ad una situazione critica da essi non provocata, ma certamente generata da scelte e comportamenti altrui:

  • hanno rinunciato a parte dei loro stipendi;
  • hanno accettato, nonostante il depauperamento salariale, una maggiore flessibilità negli orari e nelle condizioni di lavoro;
  • si vedranno a breve trasferiti, in un consistente numero, in altre realtà lavorative ancora oggi non ben definite.

Orbene, a fronte tutto ciò la Direzione del Teatro ha ritenuto opportuno accordare aumenti salariali non curante del contesto appena descritto e in cui essa stessa opera».

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Sandro Addario

Giornalista

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