Studenti: corteo contro Meloni e Valditara. Gesto P38. Bruciata foto del ministro. 15 agenti feriti. La Premier: “Certa politica non giustifichi”
ROMA – Cortei di studenti in tutt’Italia contro la premier Meloni e il ministro Valditara. Incidenti a Torino. 15 agenti di polizia feriti. Bandiera palestinese sulla Mole Antonelliana. A Roma gli studenti sono partiti in corteo da Piramide, diretti verso il Ministero dell’Istruzione e del Merito nel giorno dello sciopero indetto dai sindacati studenteschi in tutta Italia. “Vogliamo potere”, “Liberiamo il Paese”, “No Meloni Day”, sono alcuni degli slogan lanciati per la mobilitazione di oggi.
Durante il corteo studentesco Pro Pal a Torino, con alcune centinaia di ragazzi, alcuni giovani hanno fatto il gesto delle tre dita a simboleggiare la P38, come avveniva nei cortei degli anni Settanta, negli spezzoni dell’Autonomia Operaia. Al corteo diversi collettivi studenteschi, alcuni vicini al centro sociale Askatasuna, considerato ultima roccaforte dell’Autonomia in Italia.
Dopo le manifestazioni, anche punteggiate dagli episodi di violenza, gli studenti avrebbero voluto incontrare il ministro Valditara, la cui effigie è stata data alle fiamme a Torino. Naturalmente il ministro ha opposto un rifiuto: “Niente dialogo di fronte alla violenza, sia fisica che verbale”.
Dura la reazione di Giorgia Meloni: “Certa politica smetta di giustificare le violenze. Anche oggi abbiamo assistito a inaccettabili scene di violenza e caos in alcune piazze, ad opera dei soliti facinorosi. Diversi agenti delle Forze dell’Ordine sono finiti al pronto soccorso a causa di ordigni e scontri. La mia totale solidarietà va a tutti gli agenti feriti, con l’augurio di una pronta guarigione. Spero – aggiunge la Premier – che certa politica smetta di proteggere o giustificare queste violenze e si unisca, senza ambiguità, nella condanna di episodi così gravi e indegni”.
Luca Ciriani, ministro per i rapporti con il Parlamento, ha affermato: “Alla luce di quello che è successo mi pare evidente che i pericoli per la tenuta democratica di questo Paese e per il dialogo democratico vengono da una parte molto precisa: l’estremismo rosso, di sinistra”. Il susseguirsi di questi episodi di violenza estrema un po’ mi preoccupa: ci sono slogan, atmosfere, modi di comportarsi, violenza verbale e anche fisica che sono gli stessi che hanno proceduto la stagione degli anni di piombo”.