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Matri, qui festeggiato da Ilicic, domani deve riscattarsi

Fiorentina, vola in Danimarca (1-3) e «vede» la Juve. Le pagelle

Matri e Iliic, autori dei primi due gol viola a Esbjerg
Matri e Ilicic, autori dei primi due gol viola a Esbjerg

ESBJERG – Alza il pollice destro, Vincenzo Montella: missione compiuta in Danimarca. Tre gol nel primo tempo e partita alla camomilla nella ripresa. Così la Fiorentina ha messo sotto la squadretta dell’Esbjerg, spianandosi la strda verspo gli ottavi di finale di Europa League. E preparandosi ad affrontare Madama, la Juve, negli ottavi di finale. A patto che Conte e i suoi non perdano la… Trebisonda, cioè non franino nella partita di ritorno, visto che hanno vinto due a zero a Torino. La Turchia non è terra di conquista per i bianconeri, buttati fuori dalla Champions dal Galatasaray, a Istanbul. In ogni caso, diciamolo pure, affari loro. Quello che conta, oggi, è che non abbiano avuto problemi i viola, vincitori senza affanno contro un avversario soddisfatto di aver camminato un po’ in Euopa, ma francamente troppo modesti per andare avanti. Naturalmente salvo miracoli che speriamo non si verifichino. La Fiorentina? Decorosa. E calcolatrice. Magari sbadata in difesa, arrivando a regalare il momentaneo pareggio agli increduli danesi.

Bravo Matri a sbloccare la partita. Bravissimo Ilicic a raddoppiare mandando via i fantasmi. E molto determinato Aquilani nel trasformare nel tre a uno il rigore conquistato da Matos che si è visto franare addosso, un metro dentro l’area, lo scomposto, e disastroso, difensore Drobo Ampem. E Montella? Ha saputo gestire bene la situazione: dando la possibilità a Gomez di giocare e provare a tirare in porta per 35 minuti e a Bakic di respirare aria internazionale. E facendo tirare il fiato a chi, come Matri e Mati Fernandez, sarà pronto per giocare a Parma, lunedì, nel posticipo di campionato.

SCOPPIETTII -L’avvio non può essere più scoppiettante e, al tempo stesso, sconcertante. La Fiorentina mostra la sua capacità di giocare la palla. E improvvisamente va in gol con Matri, svelto ad anticipare i pasticcioni difensori danesi, un quartetto colabrodo. Così il centravanti, che non segnava dal debutto in campionato a Catania, colleziona il suo primo centro in Europa League. Strada spianata? Macchè! I viola non fanno in tempo a gioire e ad abbracciarsi che subiscono l’incredibile pareggio. Come quello dell’Esbjerg, anche pacchetto arretrato della Fiorentina si distrae. L’assenza di un direttore d’orchestra d’area di rigore come Gonzalo Rodriguez si fa sentire. Roncaglia tocca goffamente il pallone in area e confeziona un bell’assist per Pusic che, solissimo, non ha difficoltà a battere Neto di precisione.

RADDOPPIO -Ma niente paura. La Fiorentina ha classe superiore, riparte e risegna. E stavolta non è un gigante della classe di Borja Valero a dare la spinta. L’azione parte da una discesona di Roncaglia che porta il pallone fin quasi sul fondo e si fa perdonare la sbadataggine di poco prima. Infatti crossa in mezzo Drobo Ampem respinge i petto servendo il miglior assist possibile per Ilicic, bravo a trovare l’unico pertugio fra la gamba di un avversario e il palo destro della porta danese. Due a uno. Evvai viola? Sì, ma non senza brividi. Il rischio, anche stavolta, è nascosto nel minuto successivo al gol viola: Neto e Compper non s’intendono e ci vuole un rinvio di Savic che assomiglia a una bomba libero tutti per far tirare un sospiro di sollievo ai cinquecento tifosi viola sugli spalti. Che vengono colti da un altro brivido (32’) per una conclusione di Ankersen deviata in angolo ma possono sventolare ancora le bandiere al 36: quando Matos, bravo a difendere il pallone e a entrare in area da sinistra, viene buttato giù platealmente da un altro da una carica sgangherata del solito Drobo Ampem, difensore che sbaglia modi e tempi.

RIGORE -Non ha dubbi l’arbitro russo, Karasev, nell’indicare il dischetto. Complimenti per la determinazione. Vogliamo dire che gli arbitri russi sono migliori di quelli italiani? No, anche perché ibn qusti anni spono stati istruiti proprio dal miglior ex arbitro nostrano: Pierluigi Collina. In ogni caso solo lo scoordinato Drobo protsta. Batte il rigore Aquilani , che infila l’angolo alto. Proprio nulla da fare per Dubravka: tre a uno. Senza altri errori clamorosi, questa potrebbe essere la svolta per la qualificazione agli ottavi e allo scontro con la Juve che tuttavia non passeggia con i turchi di Trebisonda.

GOMEZ – I primi dieci minuti del secondo tempo filano via senza scosse. Poi, a suo modo, Montella dà la scossa: toglie Matri, visibilmente provato, e manda in campo Mario Gomez. Momento ideale per farlo giocare senza assilli. E lui ripaga arrivando al tiro in due minuti. Oddio, non è un’impresa sorprendere l’allegra difesa dell’Esbjerg, ma Gomez si dimostra abile e agile nel liberarsi per la bordata respinta da Dubravka. Certo, gli manca ancora un po’ per avvicinarsi al suo meglio, ma intanto è importante giocare, prendere confidenza con la partita, ritrovare la condizione e la convinzione.

L’Esbjerg si scuote. Lo ferma Neto (15’) che, dopo un partita puntellata d’incertezze, si distende e devia in tuffo una bella conclusione di Knudsen. Fiorentina accorta, quasi con il freno a mano tirato. Prova a giocare di rimessa per non rianimare le ormai scarse speranze di rimonta danesi. Montella butta dentro il giovane Bakic (20’) per far tirare il fiato a Mati Fernandez. Poi, per addomesticare ancor più il gioco, l’allenatore ricorre a Pizarro, che rileva Aquilani. Ovvio lo scopo: tirarla in fondo così, con due gol di vantaggio, piolizza d’assicurazione che appare più che sufficiente per affrontare senza preoccupazioni la partita di ritorno, a Firenze, giovedì 27 febbraio. Buttando l’occhio su quel che succederà a Trebisonda.

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Bennucci

Sandro Bennucci

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