Manovra: pensione a 64 anni. Ecco come. Ministri: no aumento, rimborso spese. Sanità: curare obesità. Renzi: “Ingiustizia”
ROMA – La Manovra arriverà all’esame dell’Aula di Montecitorio, per la discussione generale, domani, 19 dicembre 2024, alle 8 e alle 11 è prevista l’apposizione della questione di fiducia. Venerdì mattina alle 11 si terrà la relativa votazione (le dichiarazioni di voto sono fissate dalle 9,30). L’esame del del Ddl bilancio proseguirà dalle 12,30 alle 20 della stessa giornata, con le votazioni dei restanti articoli, delle proposte emendative e degli ordini del giorno e successivamente verrà esaminata la Nota di variazioni licenziata da una specifica seduta del Consiglio dei ministri. Tra le 21 e le 22,30 si terranno le dichiarazioni di voto finale e il voto finale sul disegno di legge che verrà poi inviato al Senato per l’approvazione definitiva.
PENSIONI – Il ministro del Lavoro Marina Calderone ha spiegato la riforma che può prevedere la pensione anche a 64 anni. Ha detto: “Questo è il tema dei temi nel senso che cambia il sistema previdenziale, per chi andrà in pensione solo con il sistema contributivo, quindi dopo il ’95, dopo la riforma, ci sarà la possibilità di uscire a 64 anni, più 25 anni o 30 anni di contributi, purché ovviamente l’assegno pensionistico sia almeno 3 volte il minimo”.
E ancora: “Questo vuol dire avere anche la possibilità di cumulare i versamenti al primo pilastro, alla previdenza obbligatoria, insieme a quelli della previdenza complementare. E’ un’opportunità e un guardare al futuro previdenziale dei nostri giovani raccomandando loro di essere attenti a tutti gli strumenti che consentono di poter gestire un risparmio previdenziale oculato e soprattutto e previdente”.
BUSTA PAGA – La legge di bilancio 2025, da circa 30 miliardi lordi, è composta per due terzi dall’intervento per rendere strutturale, almeno per i prossimi 5 anni, la riduzione del cuneo fiscale per i redditi fino a 40mila euro e il passaggio a tre aliquote Irpef. Un provvedimento, che pesa per 18 miliardi sul testo, pensato per aiutare i redditi medio bassi a contrastare l’inflazione, lasciando quasi 100 euro in piu’ in busta paga. La stesura della Manovra quest’anno e’ stata preceduta e vincolata dagli impegni presi nel piano strutturale di bilancio a 7 anni, che recepisce le nuove regole del patto di stabilita’ Ue. Per mantenere l’obiettivo di riportare il rapporto deficit/Pil sotto a 3% gia’ nel 2026 e’ stata impostata una rigida revisione della spesa.
Lo scenario macro economico inoltre vede il taglio delle stime sulla crescita del Pil 2024: +0,5% dell’Istat rispetto all’1% segnato dal governo nel Def. Le risorse sono state dunque concentrate dal governo su poche voci di spesa: dal taglio del cuneo fiscale al sistema sanitario – con un finanziamento aggiuntivo da 1,3 miliardi – alle politiche contro l’inverno demografico. E poi interventi per snellire le tax expenditure. Tra le fonti di finanziamento figura un anticipo delle Dta, le imposte differite delle banche e le assicurazioni per il 2025 e 2026, per circa 3,5 miliardi. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha parlato piu’ volte di “sacrifici” richiesti agli istituti di credito. Spicca anche un taglio di circa 3 miliardi alle spese dei ministeri.
MINISTRI E RIMBORSO – Dopo l’invito della premier Giorgia Meloni e del titolare della Difesa Guido Crosetto a stralciare il provvedimento, la soluzione trovata prevede che ministri e sottosegretari non parlamentari e non residenti a Roma abbiano diritto al rimborso delle spese di trasferta da e per il domicilio o la residenza per l’espletamento delle proprie funzioni. Per coprire queste spese e’ stata creata una dotazione di 500mila euro annui a partire dal 2025.
RENZI – Ha subìto numerose riformulazioni anche la norma sul divieto di incarichi retribuiti dagli extra Stati Ue per i parlamentari, il provvedimento ribattezzato ‘anti Renzi’ viste le possibili ripercussioni sull’attività internazionale di conferenziere dell’ex premier. La versione riformulata del testo dei relatori prevede che i titolari di cariche di governo ed i parlamentari – ad eccezione di quelli eletti all’estero – non possano accettare durante il proprio mandato contributi, prestazioni o altre utilità erogati da parte di soggetti pubblici o privati extra Ue. Fatta eccezione per i titolari di cariche di governo, il divieto non si applica nel caso di preventiva autorizzazione ma comunque per importi non superiori a 100mila euro all’anno. In caso di inosservanza il compenso deve essere versato entro 30 giorni al bilancio dello Stato, il mancato versamento genera una sanzione pari a quanto guadagnato. Matteo Renzi: “Una vera ingiustizia”.
PEDAGGI – Cancellata invece la proroga alla fine del prossimo anno del tariffario dei pedaggi autostradali, con relativo incremento dell’1,8% indicizzato all’inflazione.
IRES – Le modifiche al testo hanno richiesto due vertici tra i leader di maggioranza. E’ stata introdotta l’Ires premiale con uno sconto del 4% dell’aliquota per le imprese che accantonano utili e reinvestono in nuove assunzioni a tempo indeterminato. La misura costa poco piu’ di 400 milioni e prevede un ulteriore contributo delle banche. La flat tax per i dipendenti aumenta da 30 a 35mila euro. Dietrofront sulla tassazione dei profitti delle criptovalute, il testo licenziato dal Cdm la aveva portata al 42%, in Commissione e’ stata riportata al valore originario al 26%, con previsione di aumento al 33% dal 2026. La cosiddetta webtax invece verra’ applicata solo alle grandi aziende, con ricavi superiori a 750 milioni di euro, escludendo cosi’ le Pmi e l’editoria on line.
RINVIATO TAGLIO IRPEF CETO MEDIO – Niente da fare invece per la riduzione dal 35 al 33% della seconda aliquota Irpef, per finanziarla sarebbero serviti 2,5 miliardi di euro da raccogliere tramite il concordato preventivo biennale, che pero’ ha mancato il target necessario. Se ne riparlera’ con un decreto ad hoc nei tra febbraio e marzo. Anche sulle pensioni minime l’aumento con adeguamento all’inflazione si ferma a 3 euro, passano da 614 a 617 euro.
BONUS BEBE’ – Per incentivare la natalità e contribuire alle spese per il suo sostegno, per ogni figlio nato o adottato dal 1 gennaio 2025 è riconosciuto un importo una tantum pari a 1.000 euro, erogato nel mese successivo al mese di nascita o adozione. Il nucleo familiare di appartenenza del genitore richiedente deve avere un Isee non superiore a 40.000 euro annui. Il congedo parentale a sostegno di maternità e paternità fino al sesto anno di vita del bambino viene esteso dal 60% all’80% della retribuzione da due a tre mesi. Nella determinazione dell’Isee non incidono le erogazioni relative all’assegno unico e universale.
RIORDINO DETRAZIONI – Arriva una stretta sulle detrazioni per i redditi più alti e viene introdotto un meccanismo di quoziente familiare. Per i soggetti con reddito complessivo superiore a 75.000 euro gli oneri e le spese per i quali è prevista una detrazione dall’imposta lorda sono ammessi in detrazione fino a un ammontare calcolato moltiplicando l’importo base determinato in corrispondenza del reddito per il coefficiente indicato in corrispondenza del numero di figli.
FONDO AUTOMOTIVE – Ci sono 400 milioni di euro divisi su due anni destinati anche al ripristino del fondo automotive all’interno di un emendamento dei relatori allaManovra, in discussione in Commissione Bilancio alla Camera, che modifica lo stato di previsione delle risorse del Mimit. Il provvedimento aggiunge 200 milioni per il 2026 e altrettanto per il 2027.
VIA REVISORI MEF IN AZIENDE – Salta la norma sui revisori del Mef nelle aziende e gli enti che percepiscono contributi pubblici oltre i 100mila euro, aumentano pero’ i controlli sui bilanci. Il testo riformulato dispone maggiori controlli finanziari sulle societa’ che ricevono un “contributo significativo” da parte dello Stato con modalita’ da definire tramite un Dpcm da approvare entro 90 giorni dall’entrata in vigore della legge.
BONUS EDILIZI – Nuove modifiche agli Ecobonus. Confermato il progressivo ridimensionamento del Superbonus, dal 1 gennaio 2025 passera’ dal 70% al 65% limitato agli interventi con Cilas gia’ presentata al 15 ottobre 2024 e lavori approvati. Prorogato nel 2025 l’Ecobonus: dal 2025 scendera’ al 50% per la prima casa ed al 36% per gli altri immobili posseduti.
METRO C ROMA – Ripristinati i fondi per la prosecuzione della Metro C di Roma oltre piazza Venezia, l’ultima stazione della linea di cui e’ stata avviata la costruzione, per assicurare la prosecuzione fino alla Farnesina. Inizialmente le risorse erano state stornate, vista l’assenza di una progettazione definitiva della tratta.
STRETTA COSTI RAI – La maggioranza si e’ divisa sul Dl Fisco, collegato alla Manovra, con Forza Italia che ha votato con le opposizioni sulla proposta della Lega di prorogare nel 2025 lo sconto del canone Rai da 90 a 70 euro. I costi per il personale vengono esclusi dalla spending review, mentre quelli per le consulenze esterne dal prossimo anno non dovranno superare le spese sostenute nel 2023.
BONUS ELETTRODOMESTICI – Per il 2025 viene concesso un contributo non superiore a 100 euro – con una dotazione complessiva da 50 milioni di euro – per l’acquisto di elettrodomestici di elevata efficienza energetica non inferiore alla nuova classe B, prodotti in Europa, con contestuale smaltimento dell’elettrodomestico sostituito.
FONDO DOTE FAMIGLIA – Viene istituito un fondo Dote Famiglia, finanziato con 30 milioni di euro nel 2025, da utilizzare per le attivita’ extra scolastiche dei figli a carico, con un’eta’ compresa tra i 6 e i 14 anni, delle famiglie con un reddito con Isee pari o inferiore a 15.000 euro.
CAMBIA NASPI SU DIMISSIONI – I lavoratori che hanno presentato le dimissioni volontarie da un impiego a tempo indeterminato nei 12 mesi precedenti avranno diritto alla Naspi in caso di licenziamento solo se hanno almeno 13 settimane di contribuzione dal nuovo impiego.
PONTE SULLO STRETTO – Crescono di poco meno di 1,4 miliardi l’anno fino al 2032 i fondi destinati al Ponte sullo Stretto, rispetto agli 11,6 miliardi complessivi della Manovra dello scorso anno. La cifra è inferiore all’incremento di circa 3 miliardi rispetto allo scorso anno inizialmente richiesto con un emendamento dalla Lega. ZES. Cresce da 1,6 a 2,2 miliardi il credito d’imposta per investimenti nella Zona economica speciale del Mezzogiorno. Per mantenere i livelli di crescita occupazionale e contribuire alla riduzione dei divari territoriali viene introdotto anche lo sgravio del 25% sui contributi per i lavoratori.
DIABETE E OBESITA’ – La Federazione delle Società Diabetologiche Italiane (FeSDI) SID e AMD accoglie con “grande soddisfazione” l’approvazione unanime dell’emendamento che istituisce un fondo dedicato alla prevenzione e alla cura dell’obesità, a prima firma del deputato Roberto Pella, capogruppo per Forza Italia in Commissione Bilancio, grazie all’intervento del deputato Stefano Benigni capogruppo in Commissione XII. L’emendamento prevede lo stanziamento di 1 milione di euro per ciascuno degli anni 2025, 2026 e 2027, con ulteriori integrazioni di 200mila euro nel 2025, 300mila euro nel 2026 e 700mila euro nel 2027.
“È un decisivo passo avanti nell’iter verso la legge che riconosce all’obesità la dignità di malattia, uno step cruciale se si considera che questa è una delle principali emergenze sanitarie a livello globale”, dichiara Riccardo Candido, presidente FeSDI e dell’Associazione Medici Diabetologi (AMD).
“L’emendamento è anche un’ottima notizia sul fronte del contrasto al diabete. L’obesità, infatti, è il principale fattore di rischio del diabete di tipo 2 e il crescente aumento della prima ha portato a un conseguente aumento del secondo. Ringraziamo, quindi, l’Onorevole Pella per questo risultato davvero prezioso anche per la moderna diabetologia, sempre più spesso chiamata a rispondere al problema dell’eccesso ponderale oltre a quello dell’iperglicemia”. “Questo provvedimento rappresenta un punto di svolta nella lotta all’obesità in Italia” dichiara Raffaella Buzzetti, presidente della Società Italiana di Diabetologia.
“L’istituzione di un fondo dedicato testimonia finalmente il riconoscimento dell’obesità come una patologia che richiede un approccio sistemico e risorse dedicate. È un risultato che attendevamo da tempo e che apre nuove prospettive per la prevenzione e la cura di questa malattia. L’approvazione unanime dell’emendamento Pella segna l’inizio di una nuova era nella gestione dell’obesità nel nostro Paese. Vogliamo esprimere il nostro particolare apprezzamento all’On. Roberto Pella per la determinazione con cui ha portato avanti questa fondamentale battaglia di civiltà. Questo provvedimento permetterà di sviluppare strategie più efficaci per contrastare una delle principali sfide che il nostro sistema sanitario si trova ad affrontare. FeSDI si impegna a collaborare attivamente con le Istituzioni per l’implementazione delle iniziative che verranno sviluppate grazie a questo importante provvedimento”.