Santanchè rinviata a giudizio per falso in bilancio. Schlein: “Meloni chieda ora le dimissioni”
MILANO – La ministra del Turismo Daniela Santanchè, con altre persone, è stata rinviata a giudizio dalla gup Anna Magelli. L’ipotesi di reato è false comunicazioni sociali in merito al caso Visibilia, una delle società del gruppo da lei fondato e dal quale ha dismesso le cariche.
Il processo a carico di Santanché e dei co-imputati si aprirà il prossimo 20 marzo davanti alla seconda sezione penale del Tribunale di Milano. La giudice ha dichiarato prescritte le imputazioni per gli anni dal 2016 al 2018 dichiarando in questo caso il non doversi procedere tra gli altri anche per la ministra. Gli imputati rinviati a giudizio sono 17 tra cui Visibilia srl in liquidazione.
IL LEGALE DELLA DIFESA – “E’ una decisione che ci lascia l’amaro in bocca, ma che un po’ ci aspettavamo, siamo pronti a dimostrare l’estraneità alle accuse nel dibattimento”. Così l’avvocato Nicolò Pelanda, difensore di Santanchè. La ministra, ha spiegato l’avvocato Pelanda, “confidava in un esito diverso, ma è una decisione che, se è vero che ci lascia l’amaro in bocca, ci attendevamo”.
“Proprio nei giorni scorsi avevamo depositato al giudice gli esiti di un vecchio fascicolo che aveva sostanzialmente minato uno dei presupposti che oggi vengono portati dalla Procura a fondamento della necessità di svalutare la voce avviamento e imposte anticipate”.
“Oggi – ha aggiunto il legale – si sostiene da parte dei pm che i piani industriali avrebbero contenuto previsioni eccessivamente ottimistiche e da qui la necessità di svalutare, ma nel vecchio procedimento la Guarda di Finanza di Milano e i pm sostenevano, invece, che i piani industriali avevano previsioni addirittura di natura conservativa e per questo avevano chiesto l’archiviazione”.
Da qui, “l’amaro in bocca”, ha proseguito, “ma siamo convinti di dimostrare l’estraneità della Dottoressa Santanchè dalle ipotesi che vengono contestate e sarà il dibattimento che lo dimostrerà”. Il legale ha anche precisato, rispondendo ai cronisti, che la giudice ha accolto i patteggiamenti richiesti, ossia quello di Federico Celoria, ex consigliere di amministrazione, e di due delle tre società imputate, ovvero Visibilia Editore ed Editrice.
La giudice, come chiarito dal difensore, ha dichiarato, poi, la “prescrizione con riferimento a tre annualità”, tra il 2016 e il 2018, “sul capo di imputazione riferito a Visibilia Editore” e al contestuale patteggiamento della società, mentre “per le persone fisiche” con riferimento al capo di imputazione su Visibilia srl in liquidazione la prescrizione, che ha riguardato anche Santanchè, è stata dichiarata per gli anni 2016 e 2017.
SCHLEIN – La segretaria del Pd Elly Schlein ha dichiarato: “Daniela Santanchè è stata rinviata a giudizio. Appena una settimana fa Giorgia Meloni diceva di voler aspettare la decisione della magistratura: ora è arrivata. Non può più continuare a far finta di niente. Lei, che quando era all’opposizione chiedeva le dimissioni per molto meno, ora che fa? Cambia idea anche su questo? Una Presidente del Consiglio non può usare due pesi e due misure, soprattutto verso gli amici che lei ha voluto al governo e per cui adesso è politicamente responsabile. Il processo farà il suo corso per accertare se è colpevole, ma quando le accuse sono così gravi chi ricopre le più alte cariche istituzionali deve fare un passo indietro. Daniela Santanchè si dimetta. E Giorgia Meloni deve pretendere le sue dimissioni”.