Aeroporti: Firenze e Pisa, holding con tango argentino
Sono passati tre anni da quando (febbraio 2011) Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana, lanciò l’ipotesi di allungare la pista di Peretola e di unire gli aeroporti toscani attraverso una holding Firenze-Pisa, capace di diventare il quarto polo aeroportuale d’Italia. Tre anni di polemiche politiche, soprattutto interne al Pd. Cioè tre anni di nulla. Che hanno mortificato ancor più la Toscana attanagliata dalla crisi. Una Toscana, però dotata di anticorpi e fascino attrattivo: perché se mille giorni sono filati via invano, ne sono bastati due per cambiare completamente il quadro.
Un signore argentino che si chiama Edoardo Eurnekian e che se ne intende (non a caso gestisce nel mondo 51 aeroporti, con un traffico di 55 milioni di passeggeri l’anno) prima ha acquistato un robusto pacchetto di quote della Sat, società che manda avanti il Galilei di Pisa, poi ha preso il 33% di Adf che gestisce il Vespucci di Firenze. Ottenendo la possibilità di lanciare l’Opa, cioè l’offerta di pubblico acquisto per far crescere ancora la sua partecipazione, a un prezzo vantaggioso: 13,42 euro per azione. Tanto per fare un esempio, la Regione Toscana, poco tempo fa, acquisì il 5% sborsando 11 euro ad azione. Farebbe un affare se rivendesse ora.
Ma anche su Pisa, Eurnekian sarebbe in condizione di lanciare l’Opa. Perché ha già acquisito il 24% in mano ai soci privati ( in particolare agli eredi di Ivo Nuti, facoltoso conciatore di Santa Croce sull’Arno) e il 4% del Monte dei Paschi, sicuramente contento di fare un po’ di cassetta. In tutto 28%. Ma con possibilità di arrivare al 30% potendo contare su quel 2% di azioni del Galilei possedute dalla fiorentina Adf. Quindi oltre il 30%.
E allora eccoci al punto: quella holding aeroportuale tanto sofferta e ostacolata in Toscana, potrebbe nascere per iniziativa privata. Tango argentino. E addio beghe politiche regionali e locali sulla pista di Peretola da 2.000 o 2.400 metri. Perché è verosimile che il signor Eurnekian (che ha incontrato il governatore Rossi annunciandogli di voler riversare 100 milioni di euro sugli aeroporti toscani), dopo aver acquisito la maggioranza delle azioni, potrà andare da Matteo Renzi a pretendere il potenziamento di Peretola secondo le previsioni dell’Enac: appunto la pista da 2.400 metri. Come dichiarò Vito Riggio, presidente dell’ente per l’aviazione civile (Enac) a FirenzePost, è il governo che decide.
Così addio Pit (il piano della Piana, bloccato da tre anni in Consiglio regionale) e addio filippiche di sindaci e politicanti. Con gioia, magari non apertamente confessabile, di Rossi e di quei consiglieri di centrodestra (vedi Nicola Nascosti di Forza Italia) che hanno dovuto fronteggiare i rancori dei pratesi, che temono di vedersi passare sopra la testa aerei più grandi, portatori di rumori e fastidi. Morale? La Toscana vincerà grazie alla sua grande capacità attrattiva. Eurnekian la può far volare. Mentre dalla Giordania sta arrivando l’offerta per l’acciaio e il turismo di Piombino. Basta che a nessuno venga in mente di baloccarsi con un devastante Pit costiero.