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La relazione del segretario Pierluigi Bersani alla direzione nazionale del Pd

Pd, Renzi cambia idea: nessun intervento in direzione

La relazione del segretario Pierluigi Bersani alla direzione nazionale del Pd
La relazione del segretario Pierluigi Bersani alla direzione nazionale del Pd

FIRENZE – E’ iniziata la direzione nazionale del Pd al Nazareno. Rosy Bindi ha dato il via ai lavori ma ha annunciato che non potrà presiedere perchè impegnata in una riunione dell’ufficio di presidenza della Camera. Quindi la parola subito al segretario Pier Luigi Bersani: “Le decisioni che prenderemo oggi potranno segnare non solo questo momento ma il futuro, una fase non breve”, ha esordito aggiungendo: “Ai commentatori, che da 20 anni ci spiegano il verbo senza prendersi un anno sabbatico, dico: non banalizziamo. Qui non si sta corteggiando Grillo ma si sta interpretando quel che si muove nel profondo per bucare il muro di autoreferenzialità del sistema che comincia ad essere in gioco”.

Il segretario ha esposto gli otto punti che presenterà al Parlamentose incaricato dal Capo dello Stato di provare a formare un esecutivo: 1) fuori dalla gabbia dell’austerità con l’impegno del nuovo governo a operare una correzione delle politiche di austerità a livello europeo; 2) misure urgenti per il lavoro; 3) riforma della politica e della vita pubblica, a iniziare dalla riduzione dei parlamentari; 4) giustizia ed equità fiscale; 5) conflitto di interessi; 6) green economy; 7) norme sui diritti, dalla nazionalità italiana per chi nasce in Italia alle unioni civili; 8) misure per istruzione e ricerca.

Per la prima volta alla direzione del partito era atteso l’intervento del sindaco di Firenze, Matteo Renzi, che ieri ha incontrato il premier Mario Monti a Palazzo Chigi. Ma a sorpresa Matteo Renzi ha lasciato la sede della direzione nazionale del Pd. Il sindaco di Firenze ha ascoltato la relazione del segretario Pierluigi Bersani ed i primi interventi tra cui quello di Dario Franceschini, e secondo quanto appreso non prenderà la parola.

Duro il giudizio della parlamentare toscana del Pdl, Monica Faenzi: “Gli otto punti di Bersani si possono riassumere in un punto solo, interrogativo. Quello che grava sull’identità del prossimo governo. E un’ulteriore conferma ci arriva dalla direzione nazionale del Pd. Una riunione dalla quale sembra scaturire una sola certezza: il no ad un governo di scopo che coinvolga anche il Pdl. Al contrario, porte aperte ad una strana alleanza con il Movimento 5 stelle, nonostante Beppe Grillo abbia già ampiamente respinto l’offerta, oppure con Monti, nonostante la matematica non sostenga questa ipotesi. O nel Pd non sono in grado di comprendere la realtà o stanno giocando a perdere tempo”.

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