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La sede della Regione Toscana, Palazzo Strozzi Sacrati

Toscana, il governatore Rossi eurodeputato? Il Pd decide lunedì

La sede della Regione Toscana, Palazzo Strozzi Sacrati
La sede della Regione Toscana, Palazzo Strozzi Sacrati

FIRENZE – La notizia era nell’aria da qualche settimana: Enrico Rossi, presidente della Regione, potrebbe essere candidato dal Pd alle elezioni europee di maggio. Motivo ufficiale? Serve un nome di prim’ordine, in Toscana, in una tornata difficile per il partito e per il governo, soprattutto se Bruxelles dovesse accogliere il ricorso di Berlusconi e permettere al Cavaliere di scendere in campo nei cinque collegi italiani. Lotta all’ultimo voto. In realtà, si dice nemmeno tanto sottovoce, che Renzi voglia far occupare ai suoi tutte le posizioni di potere. La poltrona di governatore della Toscana dovrebbe andare a Stefania Saccardi, già vicesindaco di Firenze e ora vicepresidente della Regione, che diventerebbe reggente dopo l’eventuale proclamazione di Rossi all’europarlamento.

Il presidente della Toscana Enrico Rossi
Enrico Rossi

DIREZIONE – La decisione di candidarlo sarebbe alle porte. Lunedì 17 marzo, il segretario toscano del partito, Dario Parrini, potrebbe fare la proposta durante la riunione della direzione regionale. Domanda non peregrina? Rossi accetterà di lasciare la presidenza della Toscana, che ha sempre detto di voler mantenere anche nella prossima legislatura? E, considerazione non secondaria, se non venisse eletto (per l’Europa si candiderà nuovamente Leonardo Domenici, ex sindaco di Firenze e soprattutto sono forti i concorrenti del Lazio, in virtù di un elettorato assai più vasto) come farebbe a riproporsi alla guida della Regione dopo una sconfitta elettorale? Se Rossi dovesse accettare l’invito che gli dovrebbe fare Parrini, la spiegazione potrebbe essere questa: nell’incontro di quel sabato di alcune settimane fa a Palazzo Sacrati Strozzi, Renzi non gli propose la ricandidatura per la presidenza senza primarie, ma gli avrebbe prospettato, appunto, la via dell’Europa.

SCENARI – In ogni caso, se Rossi si candidasse non ci sarebbe il pericolo di uno scioglimento anticipato della legislatura. Perché i tempi, a quanto pare, sarebbero questi: elezione a maggio; proclamazione in estate: decadenza dall’incarico di presidente della Regione Toscana a settembre. Stefania Saccardi potrebbe diventare vicepresidente reggente fino a gennaio. E andare oltre, fino alle elezioni regionali di marzo, perché prima non ci sarebbero finestre elettorali aperte. Del resto, lo stesso problema della Toscana lo potrebbero avere regioni come l’Emilia Romagna e la Puglia, perché sia Vasco Errani sia Nicki Vendola si candideranno per l’Europa. Semmai, fra gli scenari possibili, s’include la possibilità di affiancare la Saccardi con un assessore esperto, per esempio Vittorio Bugli, che potrebbe essere indicato come vicepresidente, in ticket con Stefania, alle regionali del 2015. Sarebbe una concessione opportuna alla corrente cuperliana del partito. Non si esclude, poi, il ritorno in Regione di un altro fedelissimo di Renzi: Erasmo D’Angelis, ora occupato nella segreteria del premier, a Palazzo Chigi.

L'assessore al Welfare Stefania Saccardi
Stefania Saccardi

PROBLEMI – Da parte renziana, si sottolineano i vantaggi che Rossi potrebbe ricavare da un’uscita di scena anticipata. In particolare si dice che allontanerebbe dal partito, e da se stesso, possibili ricadute negative della vicenda dell’Asl di Massa, per la quale è stato scagionato dal giudice l’ex direttore generale Delvino. E ricadrebbe sulla Saccardi il peso di dover disegnare un nuovo piano sanitario regionale, dopo che il Collegio di garanzia ha giudicato illegittimo quello vecchio, scritto dall’ex assessore Daniela Scaramuccia, risalente al 2011, emendato dall’assessore Luigi Marroni e presentato al Consiglio regionale, ma fermato, a quanto pare, dal parere dei garanti.

E Rossi? Nonostante qualche sottovalutazione, e qualche arrabbiatura di troppo, ha guidato con impegno la Toscana. E’ ingeneroso, come fanno alcuni renziani, dire che sarà un euroepurato. Del resto non è detto che lunedì accetti la proposta di Parrini. E’ vero che, in caso di rifiuto, potrebbero acuirsi i contrasti interni al partito e che il governatore dovrebbe sottoporsi in ogni caso alle primarie, magari contro la stessa Saccardi, prima delle regionali del 2015. Ma è altrettanto vero che i renziani, quando Renzi non corre, non sono sempre vincitori in partenza. Come hanno dimostrato le ultime primarie riservate ai candidati a sindaco.


Sandro Bennucci

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