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Firenze, rinnovato l’incarico in Comune ai collaboratori di Renzi. È polemica

Matteo Renzi
Matteo Renzi

FIRENZE – «Quando vogliono, le risorse le trovano sempre!». Non va giù ai sindacati di base a Palazzo Vecchio la conferma – decisa ieri, sembra in fretta e furia – di confermare l’incarico a circa 30 dipendenti «speciali» del Comune di Firenze. Si tratta, in larga parte, di componenti della segreteria del sindaco Matteo Renzi e di alcuni assessori. I cosiddetti assunti «a chiamata diretta», quelli che l’articolo 90 del Testo Unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali chiama «Uffici di supporto agli organi di direzione politica».

SQUADRA – In pratica è la «squadra» che ciascun sindaco sceglie tra i suoi più fidati collaboratori: un percorso privilegiato rispetto a chi per essere assunto deve fare un concorso. Erano in molti a pensare (e a temere, come comprensibilmente gli stessi interessati) che con l’uscita di scena da Palazzo Vecchio di Matteo Renzi, anche la sua squadra avrebbe terminato il suo mandato. Non è invece andata così.

DECADENZA – Ieri, 24 marzo, il Consiglio comunale ha deliberato la «decadenza» da sindaco di Renzi, a conclusione dell’iter di accertamento dell’incompatibilità con il suo ruolo di premier. Lo sostituisce il vice sindaco reggente Dario Nardella, fino alle elezioni comunali del 25 maggio. Tutti a casa? No.

MANDATO – La quadratura del cerchio è stata trovata, nel corso di una riunione cui hanno preso parte componenti della maggioranza, lo stesso vicesindaco Nardella, direzione e segreteria generale di Palazzo Vecchio. «Si è discusso se la validità dell’assegnazione di questi incarichi dovesse decadere – ha detto la consigliera Pd Tea Albini – essendo legata alla figura del sindaco Renzi. I tecnici del Comune ritenevano di sì, ma alla fine ha prevalso la mia tesi, secondo cui tali incarichi sono legati al mandato: e Renzi non si è dimesso, ponendo termine ad esso, ma è decaduto, dunque il mandato prosegue con un referente diverso, che è Nardella». Nessuno dice che le eventuali dimissioni del sindaco avrebbero automaticamente portato un commissario prefettizio a Palazzo Vecchio, ma questa è un’altra questione. Sembra comunque che nel corso della riunione sia stato chiesto anche un parere all’Anci, arrivato in tempi rapidissimi e a favore della proroga.

SINDACATI – «Ci sono figli e figliastri! La decisione presa – tuona Stefano Cecchi dei sindacati di base Usb – sarà anche stata frutto di interpretazioni della norma, ma di fatto da un lato si tagliano gli stipendi ai 4800 dipendenti comunali e dall’altro si mantengono retribuzioni elevate ad un numero ristretto di persone. E non è detto che tutto finirà il 25 maggio con le elezioni del nuovo sindaco. Ci vorrà almeno un altro mese, con inevitabili appesantimenti sulla spesa generale di tutto il personale».


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Sandro Addario

Giornalista

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