Firenze, gli ambulanti di San Lorenzo tornano nella piazza: «Ridateci il lavoro»
FIRENZE – A tre mesi esatti dallo «sfratto» da piazza San Lorenzo, gli ambulanti sono tornati stamani sul luogo dove fino al 24 febbraio lavoravano con i loro 83 banchi. Una manifestazione spontanea e simbolica con alcune bancarelle chiuse lungo il Canto dei Nelli, la strada che costeggia la basilica fino alle Cappelle Medicee.
Molti gli striscioni sulle tende chiuse dei banchi. «Perché togliere il lavoro a chi l’aveva?». «Politici: la vostra partita del cuore. Ridateci il lavoro». «Mercato di San Lorenzo… state tranquilli». «Job Act: -200 posti di lavoro».
Un atto dimostrativo – dicono – per far capire che da tre mesi non lavorano e che dopo il trasferimento del 24 febbraio per gli urgenti lavori di riparazione della sede stradale della piazza (questa la motivazione ufficiale dell’ordinanza) i lavori sono finiti ma loro non possono tornare. La disposizione dei banchi chiusi lungo un solo lato della strada significa anche – nelle intenzioni degli ambulanti – far vedere quale potrebbe essere una soluzione accettabile: tornare in piazza su un solo lato, opposto alla Basilica, in modo da non ostacolare il transito dei taxi e del bus Ataf. Ma permettendo di riprendere il lavoro.
Sul fronte opposto interviene l’«Associazione Insieme per San Lorenzo» (nata nel 2004 da un gruppo di residenti e commercianti del quartiere), definendo la situazione «grave a causa della protesta dei proprietari dei banchi che oggi hanno occupato l’area per ribadire la loro volontà di riappropriarsi della piazza».
«L’Amministrazione comunale – si legge in un comunicato – deve intervenire immediatamente a difesa delle proprie scelte e di tutti i cittadini che hanno visto nel nuovo assetto di Piazza San Lorenzo-Canto de’ Nelli (e nell’apertura del nuovo primo piano del Mercato), un inizio di rinascita del quartiere. A tale scopo l’Associazione auspica una seria concertazione tra le parti per raggiungere una soluzione definitiva del problema. Non accettiamo di tornare indietro».