Skip to main content

Piombino: ultima colata all’altoforno. E ora Regione e Governo trovano 250 milioni

La Lucchini di Piombino
La Lucchini di Piombino

PIOMBINO – La chiusura dell’altoforno Lucchini e la promessa del governatore toscano Enrico Rossi di far ripartire entro tre anni al massimo la produzione dell’acciaio. Sono i due aspetti stridenti della stessa drammatica giornata di giovedì 24 aprile vissuta da 2000 operai e dalle loro famiglie a Piombino, che ora rischiano di finire sul lastrico senza più lavoro. “Nell’arco di due-tre anni vogliamo una nuova produzione di acciaio – ha detto giovedì Enrico Rossi -. Oggi comincia la chiusura dell’altoforno di Piombino ed è un momento drammatico, di collasso. Abbiamo la morte nel cuore. Ma vogliamo aprire una nuova storia industriale, per continuare a fare i binari più lunghi d’Europa”.

I SOLDI – La dichiarazione del presidente della Regione arriva nel giorno della firma, a Roma, dell’accordo di programma sulle acciaierie Lucchini con il sottosegretario allo Sviluppo economico, Claudio De Vincenti. I soldi per la riconversione del polo industriale di Piombino “nel complesso non sono pochi – ha detto Rossi -: l’accordo di programma prevede un impegno effettivo di 250 milioni, di cui 150 provengono dalla Regione, gli altri dal governo”.

CONTRATTI DI SOLIDARIETA’ – “C’è l’intesa – ha spiegato ancora il presidente toscano – di mantenere la forza lavoro attraverso contratti di solidarietà, con una parte di cassa integrazione per le aziende dell’indotto, che sarà cassa integrazione in deroga per le aziende piccole”. Obiettivo dell’intesa tra Regione e Governo è in sostanza la prospettiva di sostituire l’area a caldo delle acciaierie Lucchini con una tecnologia più avanzata e più compatibile con l’ambiente. “Bisogna fare una bonifica di quei siti che sono inquinati – ha spiegato Rossi -, il governo ha dato disponibilità a mettere finanziamenti, bisogna garantire a Piombino una logistica adeguata, quindi pretendiamo che si prendano impegni seri per fare investimenti sulla viabilità, Tirrenica compresa. Credo – ha aggiunto – che l’impegno di Renzi sia importante per tutta la Toscana, per mantenere il problema della siderurgia di Piombino a livello nazionale”.

L’ULTIMA COLATA – A Piombino intanto l’altoforno Lucchini si è spento, dopo aver emesso l’ultima colata alle 10.56 di giovedì davanti a un gruppo di lavoratori. “L’altoforno sta tirando fuori gli ultimi respiri in un’atmosfera surreale e drammatica – ha detto Lorenzo Fusco, uno degli operai presenti, con la voce rotta dall’emozione -. Perlomeno non siamo stati noi a spegnerlo, ma è stato qualcuno ben più in alto”. Ora l’impianto senza più minerale continuerà a bruciare coke per una ventina di giorni fino al suo definitivo spegnimento.

IL MESSAGGIO DEL PAPA – Un appello perché si eviti la perdita dei posti di lavoro e il dramma di migliaia di piombinesi è stato lanciato da papa Francesco, destinatario, nei giorni passati, di un videomessaggio degli operai della Lucchini. “Cari operai, cari fratelli – aveva detto il Pontefice in piazza San Pietro – sui vostri volti erano dipinte una profonda tristezza e le preoccupazioni di padri di famiglie che chiedono solo il loro diritto di lavorare per vivere dignitosamente e per poter custodire, nutrire ed educare i propri figli. Siate sicuri della mia vicinanza e della mia preghiera”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Firenze Post è una testata on line edita da C.A.T. - Confesercenti Toscana S.R.L.
Registro Operatori della Comunicazione n° 39741