Giovanni Paolo II si inginocchiò qui nella Basilica di San Lorenzo
È una giornata importante per la Chiesa quella di oggi 27 aprile 2014. Due Papi vengono proclamati santi. Io ho avuto l’occasione di vederli e sentirli parlare tutti e due. Giovanni XXIII l’ho ascoltato a Castel Gandolfo nei primi anni ‘60, quando – frequentando le esercitazioni «Per un mondo migliore» tenute da padre Riccardo Lombardi – c’era la possibilità di recarsi ad ascoltare il Papa. Mi colpì in modo particolare la sua grande semplicità: cominciò a parlare in francese, poi proseguì direttamente in italiano fino alla fine.
Giovanni Paolo II l’ho invece incontrato qui, nella Basilica di San Lorenzo. Era il 19 ottobre 1986. Una visita che prima ci doveva essere, poi era stata cancellata. Il Papa però arrivò in privato, accompagnato dal cardinale Piovanelli: la chiesa non era aperta alla gente, non c’era la folla. Sulla porta ad accoglierlo i canonici. C’ero anch’io, per accompagnarlo nella visita. Ricordo che lo appassionava in particolare sentir parlare di Michelangelo. Arrivammo all’altar maggiore dove avevamo appena portato il Santissimo. Si fermò e si inginocchiò. Restò a lungo in preghiera, non il tempo di un Padre Nostro e via – come diremmo noi fiorentini – ma almeno una decina di minuti, sempre assorto nella sua preghiera.
Quando si alzò i suoi segretari volevano convincerlo ad uscire, ma io lo «tirai» verso la tomba di Niccolò Stenone. Mi aspettavo che stesse lì in piedi. Invece si inginocchiò e mise a lungo le mani sul sarcofago, come si vede in una fotografia che fece il giro del mondo: in particolare fu molto vista e apprezzata in Germania, dove il beato Stenone aveva vissuto negli ultimi anni della sua vita.
Il Papa venne poi in Sacrestia Vecchia, e quindi nel cortile. Gli indicai le stanze della Caritas, il consultorio e l’ambulatorio matrimoniale. «Avete tutto per la famiglia» esclamò con compiacimento. Gli risposi: «Sì, Santità. Abbiamo anche il Centro di Aiuto alla vita», che era stato il primo del genere sorto in Italia. Poi uscimmo sulla piazza San Lorenzo: c’era tanta gente fuori ad aspettarlo. Lì si vide un po’ di popolo. Altrove il Papa veniva portato dove c’erano soprattutto autorità, ma il contatto diretto con il popolo fiorentino lo ebbe proprio qui.