Firenze, nuovo look agli Uffizi: riaprono le 5 «salette» con 44 capolavori
FIRENZE – Rinnovate completamente, con adeguamento delle dotazioni impiantistiche, riaprono alla Galleria degli Uffizi le cosiddette cinque «salette» (dalla numero 19 alla numero 23) che seguono la Tribuna fino al termine del Primo Corridoio. I lavori alle «salette»sono stati possibili anche grazie al contributo di una famiglia americana che, senza alcuna contropartita, è intervenuta con una ben consistente elargizione che servirà anche per altri interventi.
Il nuovo allestimento, visibile da domani 29 aprile, propone un’ampia scelta di capolavori del XV secolo italiano per un totale di 44 opere pittoriche. In accordo col criterio museografico seguito per tutta la Galleria, le opere sono suddivise in base all’area geografica culturale di appartenenza.
Il percorso comincia con la scuola senese del Quattrocento (sala 19), che fino a oggi non aveva avuto agli Uffizi un ambiente appositamente dedicato, con i polittici firmati da Giovanni di Paolo e dal Vecchietta, di gusto arcaizzante nell’impiego del fondo oro, e con le bellissime predelle di Neroccio de’ Landi e Sano di Pietro. Uno spazio più ampio – le sale 20 e 21 – è dedicato alla pittura veneta, ambito nel quale rientrano capolavori assoluti già esposti in Galleria come l’Allegoria sacra e il Compianto sul Cristo morto di Giovanni Bellini, oppure il trittico con Scene della vita di Gesù del Mantegna, già appartenuto a Don Antonio de’ Medici, figlio di Bianca Cappello e di Francesco I e forse proveniente dalla cappella del Palazzo dei Gonzaga a Mantova. Trovano qui posto anche i due scomparti con la Madonna col Bambino e San Giovanni di Antonello da Messina, acquistate dallo Stato italiane nel 1997 con l’eredità Bardini.