Matteo Renzi torna a Firenze e annuncia: «L’Italia vuole gli Stati Uniti d’Europa»
FIRENZE – Ritorna nella sua città da premier, a due settimane dalle elezioni comunali fiorentine e dalle quelle del Parlamento europeo, e a due mesi dal turno italiano di presidenza dell’Unione Europea. Con un’idea al centro della sua politica: gli Stati Uniti d’Europa. Così Matteo Renzi è stato relatore, stamani 9 maggio nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, prima dell’intervento del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, alla conferenza internazionale «The State of The Union», promossa dall’Istituto Universitario Europeo di San Domenico di Fiesole, proprio nel giorno del 36° anniversario del ritrovamento del cadavere del presidente della Democrazia Cristiana, e Padre Costituente, Aldo Moro, sequestrato e ucciso dalla Brigate Rosse.
Il premier non ha citato Aldo Moro, né alcuno degli altri padri italiani dell’Europa, come Alcide De Gasperi, ma, secondo il suo stile comunicativo, ha spiegato la sua idea dell’Unione Europa parlando della sua famiglia. «I miei nonni hanno combattuto contro la Francia e la Grecia – ha raccontato Renzi all’uditorio – la mia mamma ha pianto quando è caduto il Muro di Berlino, io sono della generazione Erasmus e dei voli low cost. Per i miei figli voglio gli Stati Uniti d’Europa».
Un carrellata di immagini per proiettarsi in avanti, poiché, ha detto il premier, «l’Europa è un destino comune, non un passato comune», e quindi «non è fonte dei nostri problemi, ma parte della loro soluzione». Renzi ha rilanciato il leit motiv del governo italiano (ma anche del precedente esecutivo di Enrico Letta, che Renzi si è ben guardato dal citare, mentre ha pubblicamente salutato e ringraziato l’ex premier Mario Monti, presente nel Salone dei Cinquecento) che l’Europa «non è solo parametri finanziari e austerity, va cambiata, perché se siamo qui, se esiste il sistema Shengen o l’Erasmus, è perché abbiamo grandi valori comuni». Tra chi dice l’ «Europa va bene così» e chi dice «bisogna uscire dall’Europa», ha sottolineato Renzi, «noi scegliamo una terza via», che consiste in una «better regulation, come ha detto il premier britannico David Cameron».
Circa le prossime lezioni europee, il premier si è detto preoccupato dallo «spread del populismo» e dal rischio che l’astensionismo tocchi «punti record» e ha invitato «le forze europeiste più convinte» ad «alzare la testa: mostrino il coraggio e spieghino con dovizia di particolari, ma anche con emozione e non solo con il linguaggio della tecnocrazia, che un’Europa più forte e più coesa è l’unica soluzione in questo tempo di globalizzazione per affrontare le difficoltà del nostro tempo».
Durante la presidenza italiana dell’Unione, Matteo Renzi punterà sullo sviluppo di un’ economia sempre più digitale (il 9 luglio il meeting Digital Venice, l’11, poi, di nuovo a Torino), e su una tendenziale uniformità delle regole su lavoro e occupazione, al centro delle strategie del premier. Convinto che «l’Unione sarà veramente tale solo quando le politiche del lavoro saranno uguali in tutti e 28 i paesi membri». Altro asse fondamentale: «Ridefinire il concetto di frontiera europea». Il riferimento esplicito di Renzi è al Mediterraneo e alla necessità di «accogliere questi nostri fratelli e sorelle» in fuga da guerre e carestie e che richiedono asilo politico. Dall’inizio dell’anno, spiega Renzi, ne sono arrivati 30mila e «oltre il 60% di questi ha chiesto l’asilo politico». Per far ciò occorre, sottolinea il premier, una politica uniforme sul diritto d’asilo. «Ma ha senso – domanda retoricamente il presidente del Consiglio – un diritto d’asilo uniforme in Europa se poi si viene a dire che chi sbarca in Italia deve restarci e non può muoversi liberamente nel nostro continente?». Una cosa è certa per Renzi, avversare e cercare di impedire le operazioni di sicurezza nel Mediterraneo come Mare Nostrum sono «politiche vergognose». E sebbene «la paura capisco che renda sul mercato elettorale, noi dobbiamo scommettere sul coraggio e non sulla paura». Dopo la sua relazione in Palazzo Vecchio, Matteo Renzi ha pranzato al ristorante Latini con il candidato presidente del Partito socialista europeo, il socialdemocratico tedesco Martin Schulz. Quella di Schulz, ha detto Renzi, è «una scommessa molto importante, che prova a cambiare l’Europa. Noi cercheremo di farlo insieme. Oggi gli ho fatto un bocca in lupo». Il premier ha inaugurato il fognone all’Isolotto e poi domani è atteso all’inaugurazione del nuovo Teatro dell’Opera.