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Renzi, Berlusconi, Grillo, politica caos e… FirenzePost

In tempo di crisi, anche della politica, si vince con il rigore e la tecnica professionale. Come ha saputo fare, qualche sera fa, Bruno Vespa. Davanti a Beppe Grillo che voleva stupire e provocare, non ha battuto ciglio. Arrivando a ridimensionarlo anche quando l’intervistato ha sfoderato l’affondo becero: “Il fascismo l’ha inventato tuo papà…”. Mussolini babbo di Bruno? Me ne parlò, non senza imbarazzo, Arrigo Petacco, già direttore de La Nazione. Disse che era una bufala nata in Rai, nella quale venne coinvolto. Volle uscirne chiedendo personalmente scusa alla signora Vespa.

“Diciamo che è stata la buon’anima a inventare il fascismo”, è stato svelto Bruno a schivare il colpo. Costringendo Grillo sulla difensiva: “No dai, era una battuta; sì, una battuta…”. Arreso. A dimostrazione che si può mettere a posto un politico anche in diretta, sul canale nazionale più visto. Basta conoscere il mestiere e non avere timori reverenziali. Cosa non comune, oggi, dove va di moda la domanda genuflessa, con la risposta facile, facile. Magari suggerita per non creare problemi. È per questo che viviamo la peggior campagna elettorale della storia repubblicana. Dove i leader passano il tempo a spararsele. E a pensare come spararsele.

Riflessione qualunquista? Una settimana dopo aver superato la sorpresa per la scelta di Matteo Renzi di fare il comizio finale, venerdì prossimo 23 maggio (giorno del rogo, nel 1498, di Girolamo Savonarola), si è scoperto che l’idea era venuta ai suoi consiglieri guardando una foto di Enrico Berlinguer. Che negli anni Settanta tenne un comizio in piazza della Signoria. Con diecimila persone. Mobilitate dal Pci attraverso carovane di pullman. Così gli attivisti del Pd sono stati messi alla frusta: ripetere l’impresa. Venerdì 23 dovranno essere almeno in diecimila ad applaudire. Investimento imponente. Anche finanziario. Non sarebbe meglio destinare lo sforzo ad altro? Magari per ottenere programmi di governo coerenti, senza pasticci e dietrofront?

Anche Berlusconi, veterano dell’ultimo ventennio di battaglie politiche, non sembra più lo stesso. A parte gli impedimenti dovuti alla condanna, pare abbia un solo scopo: trovare un clone. Che non c’è. Qualche volta cerca di fare proposte, come una volta. Ma poi si lascia trascinare dalla sfida e finisce per fare a sportellate con gli avversari. E chi aspetta risposte deve accontentarsi di titoli di giornale che parlano d’altro.

E Grillo? Fa ridere. In senso letterale. Del resto, se avessero scritto di lui una cosa simile trent’anni fa, quando si esibiva a pagamento e contava anche sulla prevendita, avrebbe ringraziato. Chi ha i capelli bianchi (o non li ha più) ricorda il Beppe aggressivo, fustigatore dei costumi e della politica. Esattamente come oggi. La differenza è che in questo momento, dopo aver sparato su tutto e tutti, dovrebbe dare risposte. Che forse non ha. E dovrebbe fare proposte. Invece gli scappano battute accattivanti ma piene di nulla.

Ecco il vero problema: la gente fa fatica a capire che cosa dicono quelli che chiedono il voto. E la preoccupazione per il dopo elezioni è forte. C’è il rischio che i conti non tornino e spuntino manovre e manovrine per ripianare i bilanci: dello Stato, delle Regioni, dei comuni. Tutti a chiedere. Il caos fiscale si è g intravisto con la Tasi, l’Imu e il groviglio d’imposte che si sovrappongono, s’attorcigliano e, soprattutto, si ritorcono in maniera devastante su chi deve pagarle.

E qui permettete un piccolo inciso: parliamo di noi, di FirenzePost. Questo giornale sta registrando un successo straordinario, tradotto in migliaia di contatti quotidiani, anche parlando di “fisco malato”, oltre che di cronaca e di tutto quel che fa informazione. Stiamo crescendo in maniera esponenziale. Non abbiamo, come scrissi quando assunsi la direzione – primo gennaio 2014 – né padrini e né padroni. E naturalmente nessun contributo pubblico. Il segreto di un successo fatto in casa sta soltanto nell’impegno, nell’accuratezza, nel rigore professionale di una squadra minuscola ma concreta. Lo stesso rigore mostrato da Bruno Vespa nell’ incontro-scontro con Grillo. Quel rigore che, accompagnato dalla reale volontà di liberarci da un’assurdità di leggi e cavilli, ci auguriamo sappia sfoggiare chi vincerà le elezioni. Per dare una strada dritta a un Paese che, ormai, viaggia a zig zag.


Sandro Bennucci

Direttore del Firenze PostScrivi al Direttore

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