Camorrista ricercato in Svizzera preferisce farsi arrestare in Italia
FIRENZE – Sapeva di essere ricercato e che il cerchio intorno a lui si stava stringendo. Così Nicola Garzillo, 46 anni di Napoli affiliato al clan dei Casalesi, non volendo essere arrestato in Svizzera (dove abitava nella città di Buchs, nel Cantone di San Gallo) si è diretto in Italia e al valico di frontiera di Ponte Chiasso è stato arrestato giovedì 22 maggio dagli uomini della Sezione Criminalità Organizzata della Squadra Mobile di Firenze. Era uno degli anelli mancanti delle ordinanze di custodia cautelare in carcere, emessa il 4 aprile scorso dal Gip del Tribunale di Napoli Tullio Morello, già eseguita il 16 maggio dalle Squadre Mobili di Firenze e Caserta nei confronti di altri 17 indagati. Tutto fa parte dell’indagine «Talking Tree», iniziata nel 2013 e relativa, tra l’altro, ad infiltrazioni camorristiche in Toscana.
Garzillo, in collaborazione con il personale della Polizia di Frontiera di Como-Ponte Chiasso, è stato preso in consegna dai poliziotti fiorentini e trasferito al carcere di Sollicciano a Firenze. L’uomo – accusato di essere affiliato ai Casalesi – avrebbe raccolto tangenti, consegnandole ai referenti «toscani» del sodalizio. Avrebbe compiuto azioni di intimidazione per rafforzare il potere coercitivo del clan, ivi comprese quelle nei confronti di imprenditori toscani ed avrebbe custodito e trasportato armi.
Nell’ambito della medesima operazione, al valico di frontiera di Ponte Chiasso è stato arrestato per spaccio di sostanze stupefacenti e favoreggiamento anche Francesco Sigismondo, napoletano di 49 anni, residente a Varese, giunto al valico per salutare il concittadino al suo rientro in Italia. Durante un sopralluogo nella sua abitazione di Varese sono stati rinvenuti 57 grammi circa di cocaina, una bilancina di precisione e materiale idoneo al confezionamento di singole dosi di stupefacente. Il Sigismondo è stato pertanto arrestato ed associato presso la Casa Circondariale di Varese.