Elezioni 2014: tante coincidenze fortunate dietro al successo di Renzi
FIRENZE – Il successo di Renzi si è costruito sulla tenuta dell’elettorato Pd nei confronti dell’astensione, sulla conquista del bacino di Scelta civica, sull‘accentuata propensione di elettori M5s e Pdl verso l’astensione. Questa l’analisi dell‘Istituto Cattaneo di Bologna che ha elaborato i flussi elettorali in 11 città (Torino, Genova, Brescia, Padova, Venezia, Parma, Bologna, Firenze, Pescara, Catania, Palermo) operando un confronto fra le elezioni per la Camera dei deputati del 2013 e le europee del 2014. Pochi, per il centro studi bolognese, i salti di campo tra destra e sinistra. All’interno del Pd, Renzi ha saputo riconquistare il proprio elettorato; all’esterno, spiega il Cattaneo, ha convinto i centristi molto di più di quanto non abbia saputo fare Alfano.
MONTI – Entrando nel dettaglio dell’analisi dei flussi, sono altissimi i passaggi da Scelta Civica (Monti) al Pd nel Nord: a Torino, Brescia, Padova, Venezia oltre 5 punti percentuali di elettorato si sono spostati da Monti a Renzi; quasi altrettanto forte è il flusso a Genova. Nel centro, si segnala analoga tendenza a Parma, più modesta a Bologna e Firenze. D’intensità minore il fenomeno registrato nelle città del Sud. Pescara, Catania e Palermo.
M5S – Il secondo flusso altrettanto chiaro ed evidente, spiega il Cattaneo, è quello che conduce voti dal Movimento 5 stelle all’astensione. Nel Nord è molto marcato a Torino, Genova e Venezia, più attenuato ma sempre ben evidente a Brescia, assente solo a Padova. Nelle regioni “rosse” è marcatissimo a Parma (il 10,7% di elettori si spostano da M5s verso il non-voto nella città di Pizzarotti), assai evidente a Bologna e Firenze. È presente anche nel Sud, meno a Pescara, fortissimo in Sicilia (Catania e Palermo).
PASSAGGIO – L’analisi punta l’attenzione anche verso un terzo flusso, quello che ha prosciugato i voti prima dati al Pdl, adesso trasformati in astensione, che il Cattaneo definisce presente e assai marcato in tutte le città del Nord studiate, senza eccezioni. È evidente anche nelle città delle regioni rosse, Bologna, Parma e Firenze. È poco visibile a Pescara, ma è fortissimo a Catania e Palermo.
Non è stato rilevato invece un trasferimento significativo di flussi di voto da Pdl a Pd e dal M5s verso il Pd . Un flusso da Pdl a Pd esiste solo a Genova, Parma e Firenze, ma è assai modesto. Si tratta di spostamenti irrilevanti, che non intaccano la preminenza dei primi tre flussi, quelli determinanti.
Proprio in merito all’altissima astensione occorre fare una riflessione. Sarebbe stata così alta in una elezione politica, nella quale l’astensione giocasse un ruolo meno importante rispetto a quello naturalmente avuto nelle elezioni europee che, pur caricate di importanza dai leaders dei tre partiti maggiori, sono sempre meno sentite dal corpo elettorale? Forse è possibile che non pochi elettori ora astensionisti possano rientrare nei ranghi di partenza, sia di Forza Italia che del Movimento 5 stelle, ma la sirena e le lusinghe di Renzi (80 euro in busta paga) potrebbero continuare ad essere determinanti se il premier riuscirà a concretizzare buona parte delle promesse che ha fatto agli italiani. E se dimostrerà davvero che l’Italia può incidere nelle politiche della UE. In questo caso i voti probabilmente resteranno in buona parte dove sono approdati adesso.