Firenze, poliziotto indagato per corruzione: permessi di soggiorno facili in cambio di regalie
FIRENZE – Un sovrintendente della Polizia di Stato in servizio all’ufficio immigrazione della questura di Firenze è indagato per il reato di corruzione continuata. Avrebbe accettato «utilità varie», tra cui denaro e regali, per agevolare alcune pratiche relative all’ottenimento di permessi di soggiorno.
Nell’inchiesta, partita alcuni mesi fa e coordinata dal pm Giuseppina Mione con la squadra mobile della stessa questura di Firenze, sono indagate altre sei persone, tutti cittadini extracomunitari. Stamani gli uomini della squadra mobile hanno eseguito perquisizioni a carico del poliziotto, degli altri indagati e di un altro agente che però al momento non risulta indagato. A seguito delle perquisizioni, spiega la polizia «sono stati trovati riscontri». L’inchiesta, ha detto il questore di Firenze Raffaele Micillo, è nata «da attività che normalmente facciamo per verificare la condotta del nostro personale». In attesa di definire, al di là dell’inchiesta penale, eventuali provvedimenti disciplinari, il poliziotto è stato allontanato dall’ufficio immigrazione e messo a disposizione della questura. Micillo ha aggiunto che si tratta di un’attività autonoma della questura, «perché – ha detto – di queste cose dobbiamo rispondere alla cittadinanza».
Secondo quanto accertato il poliziotto indagato, proprio per il suo ruolo all’ufficio immigrazione, sarebbe diventato punto riferimento soprattutto di cittadini di etnia cinese e, in parte, anche di marocchini per agevolare l’iter burocratico per il rilascio dei permessi di soggiorno. Finora sono stati accertati solo quattro episodi di corruzione, ma le indagini devono ricostruire ancora quanti permessi di soggiorno sono stati rilasciati tramite il poliziotto indagato in cambio di doni o soldi.