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Fra’ Bartolomeo (Baccio della Porta; Firenze 1473-1517), Padre Eterno benedicente con le sante Maria Maddalena e Caterina da Siena, 1509, Lucca, Museo nazionale di Villa Guinigi (particolare, paesaggio sullo sfondo del dipinto)

Firenze: arte a tra Cinque e Seicento agli Uffizi, la novità della tradizione

Andrea del Sarto (Firenze 1486-1530), Annunciazione,1528, Firenze, Galleria Palatina
Andrea del Sarto (Firenze 1486-1530), Annunciazione,1528, Firenze, Galleria Palatina

FIRENZE – Una mostra per ricordare e raccontare attraverso dipinti e sculture la linea tutta fiorentina dell’arte tra Cinque e Seicento. Puro semplice e naturale, questo il nome della mostra che, sempre nell’ambito di un anno ad arte, sarà possibile visitare nelle sale della Galleria degli Uffizi dal 17 giugno al 2 novembre 2014.

Filippo Tarchiani (Castello, Firenze 1576-Firenze 1645), Cena in Emmaus, 1620-1625, Los Angeles, County Museum, William Randolph Hearst Collection
Filippo Tarchiani (Castello, Firenze 1576-Firenze 1645), Cena in Emmaus, 1620-1625, Los Angeles, County Museum, William Randolph Hearst Collection

L’arte fiorentina, dopo i grandi maestri del Primo e del Secondo Rinascimento, come Paolo Uccello, Beato Angelico, Masaccio, Donatello, Michelangelo, Bronzino, Pontormo o Rosso Fiorentino, continuano la tradizione che ha alla base il disegno come momento essenziale della creazione dell’opera. Il primato del disegno che da sempre contraddistingue l’arte fiorentina. Ed è per questo che è difficile parlare di un barocco fiorentino come invece si può parlare di un barocco romano che avrà tra i suoi massimi esponenti il grande Caravaggio. A Firenze Giorgio Vasari esaltò quella che lui chiamava la «maniera moderna» che vedeva in Leonardo, Michelangelo e Raffaello l’apice dell’espressione artistica ponendo marginalmente figure come quelle di Fra’ Bartolomeo, Andrea del Sarto le cui opere, a suo avviso, rappresentavano una tendenza ormai superata. La previsione del Vasari, a Firenze, fu in realtà contraddetta con l’affermarsi proprio di quegli artisti grazie alle nuove generazioni che in essi invece coglievano aspetti di cui si appropriarono. La lezione fiorentina fu così rilanciata e sviluppata da artisti come Santi di Tito, Jacopo da Empoli e Antonio Novelli.

Jacopo da Empoli (Firenze 1551-1640), Santa martire, 1600-1605 circa, Collezione privata
Jacopo da Empoli (Firenze 1551-1640), Santa martire, 1600-1605 circa, Collezione privata

In questo modo Firenze scrisse la sua strada, un Seicento diverso, differente dal caravaggismo e dal barocco, «moderna» e con un’identità che si sviluppò partendo dalla tradizione che affondava le sue radici nei maestri del Rinascimento. Nel suo perseguirla mantenne una linea «purista» con uno sguardo al naturale, al sacro e alle cose del quotidiano.

La mostra offre la possibilità di ammirare opere straordinarie alcune delle quali provenienti da importanti collezioni europee. Strutturata in cinque sezioni cronologiche e quattro tematiche espone 72 capolavori tra dipinti e sculture. L’allestimento, curato da Antonio Godoli, sottolinea ed esalta le opere con una grande attenzione nell’illuminazione che porta il visitatre a soffermarsi su ogni opera che ne risulta esaltata e ulteriormente incorniciata in un gioco continuo di chiari e scuri.

Puro, semplice e naturale
nell’arte a Firenze tra Cinque e Seicento
Galleria degli Uffizi
17 giugno – 2 novembre 2014
a cura di Alessandra Giannotti e Claudio Pizzorusso
Orari: Martedì – Domenica ore 8.15 – 18.50; la biglietteria chiude alle 18.05. Chiuso il lunedì
Info e prenotazioni: Firenze Musei 055.294883.
www.unannoadarte.it

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