Calcio storico, Nardella-gattopardo: affida al presidente in carica il compito di rifondare
FIRENZE – Dopo il sollecito a far presto, contenuto nella lettera aperta scritta da FirenzePost, e un’altra missiva, inviata dal presidente dei Bianchi, Marco Baldesi, il sindaco, Dario Nardella, ha messo mano al Calcio storico. Anche lui attraverso una lettera: indirizzata a Caterina Biti, presidente del Consiglio comunale di Firenze. Ma solo teoricamente, Nardella demanda all’assemblea cittadina il compito di riscrivere le regole: perché nomina anche una commissione incaricata di redigere una proposta. In sostanza non lascia libero il consiglio comunale di proporre, ma indirizza in qualche modo a priori la scelta. Ma quel che è peggio sembra voler rifondare sul vecchio solco. Operazione gattopardesca, fatta per cambiare tutto senza cambiare nulla? Sembra di sì. Non a caso fa parte della commissione il presidente in carica, Michele Pierguidi, che non vuol saperne di dimettersi nonostante le macerie di quest’anno, tanto devastanti da impedire lo svolgimento della finale.
STORIA – Curioso: tutti concordano sul fatto che il Calcio va rifondato, ma a nessuno, tranne al capitano bianco Marco Baldesi (che vuole dimettersi per favorire il cambiamento anche all’interno dei colori) viene in mente di tirarsi indietro. Diciamo che, con tutte le critiche che gli possiamo rivolgere, almeno il presidente della Federcalcio, Giancarlo Abete, e il ct della nazionale, Cesare Prandelli, hanno avuto il coraggio di lasciare un’ora dopo l’eliminazione dal Mondiale brasiliano. Ci voleva, caro sindaco Nardella, una scelta netta. Qui si rischia di ritoccare il regolamento, magari con qualche novità strampalata, che non ha nulla da spartire con la partita del 1530, alla quale bisogna fare sempre riferimento per stravolgere la storia e la tradizione.
LETTERA – Nella lettera alla presidente Biti, Nardella scrive: “La scorsa settimana ho preso la difficile decisione di annullare la finale del Calcio Storico Fiorentino di fronte ai gravissimi episodi di ripetuta violazione delle regole che hanno portato alla sospensione della seconda gara e ad una serie di ricorsi che avevano di fatto compromesso il risultato del campo della prima … La stessa commissione disciplinare, nel comminare sanzioni esemplari ai calcianti dei colori coinvolti nei comportamenti irregolari e rilevare lacune nel regolamento, ha stigmatizzato la degenerazione di un gioco che da confronto maschio si è trasformato in “vile gazzarra”. Tutto ciò conferma in me la convinzione, come ho detto fin dall’inizio, di lavorare da subito ad un nuovo capitolo del Calcio in costume che parta dalla riconquista dello spirito autentico di questa grande tradizione guidata da autorevoli personalità e da un generale ripensamento delle regole. Mi riferisco, ad esempio, al recupero di un bel gioco, aspro, ma sempre fondato sul rigoroso rispetto delle regole; alla partecipazione di calcianti effettivamente legati all’identità fiorentina e ai valori culturali, territoriali e comunitari che essa esprime; al coinvolgimento dell’intera città nei mesi precedenti la competizione attraverso manifestazioni culturali nei quartieri che prendano il posto delle solite insostenibili polemiche che rendono incerta fino alla fine l’iscrizione delle squadre”
RESTAURAZIONE – Quindi l’iniziativa: “Per questi motivi le propongo di aprire in tempi rapidi un confronto nel Consiglio Comunale, unico organo preposto alla scrittura delle nuove regole, con la finalità di rilanciare una manifestazione alla quale tutti noi siamo profondamente legati. Per favorire questo lavoro ho incaricato alcune personalità – Eugenio Giani, Luciano Artusi, Federico Bagattini, Michele Pierguidi – di redigere entro un mese una proposta di modifica puntuale del regolamento e di iniziativa culturale da offrire all’attenzione della Presidenza e del Consiglio. Tali personalità potranno contare sulle migliori energie presenti tra i vertici dei quattro Colori, che già in questi anni si sono adoperate per rilanciare i valori portanti del Calcio in costume, tra cui lo stesso Presidente dei Bianchi Marco Baldesi che ha avuto la cortesia di scrivermi. Sono infatti del tutto consapevole che non basta annullare la manifestazione e sanzionare i responsabili per risolvere problemi annosi, ma sia indispensabile realizzare un progetto nuovo come da molti auspicato…”.
Il problema? Visto che resta il presidente, non è una rifondazione ma una … restaurazione. Sembra un destino per Firenze cercare il nuovo e non trovarlo mai. Nel 1530 questa città subì l’assedio di Carlo V per cambiare, cioè mantenere la Repubblica, e invece fu costretta a veder tornare al potere i Medici, in quel tempo solo lontani parenti di Lorenzo il Magnifico.