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Lavori di smontaggio della Porta Nord del Battistero che stasera sarà trasportata nei laboratori dell'Opificio delle Pietre Dure

Viaggio spettacolare della Porta Nord del Battistero, da stasera nei laboratori dell’Opificio delle Pietre Dure

Lavori di smontaggio della Porta Nord del Battistero che stasera sarà trasportata nei laboratori dell'Opificio delle Pietre Dure
Lavori di smontaggio della Porta Nord del Battistero che stasera sarà trasportata nei laboratori dell’Opificio delle Pietre Dure

FIRENZE – La Porta Nord del Battistero di Firenze sarà smontata stanotte, lunedì 18 marzo, e trasportata nei laboratori dell’Opificio delle Pietre Dure per essere restaurata dopo ben 600 anni. A partire dalle 21 di stasera, quindi, inizieranno i due viaggi: uno per ogni anta del peso di 4 tonnellate, a cui va aggiunto quello delle ”gabbie” metalliche progettate per sostenerle e proteggerle durante il trasporto, per un totale di circa 7 tonnellate a viaggio. La fine dei lavori è prevista per l’autunno del 2015, una data importante per la città di Firenze che oltre a vedere il capolavoro del Ghiberti esposto definitivamente nel nuovo Museo di Santa Maria del Fiore, coinciderà con la venuta in città del Santo Padre per il Convegno della Conferenza episcopale italiana. Intanto da mercoledì, 20 marzo, sarà smontato il cantiere esterno della Porta Nord che sarà sostituita da una porta in ferro e in legno progettata dal professor Francesco Gurrieri. Si tratta, però, di una soluzione temporanea in vista del restauro dell’originale reso possibile dall’Opera di Santa Maria del Fiore e della Guild of the Dome Association di cui fanno parte imprenditori di tutto il mondo i quali hanno reperito, per l’occasione, i necessari finanziamenti.

La Porta Nord del Battistero di Firenze fu realizzata tra il 1403 e il 1424 da Lorenzo Ghiberti. L’opera è precedente a quella altrettanto celeberrima della Porta del Paradiso il cui restauro è durato 27 anni. Il Ghiberti sconfisse allora Filippo Brunelleschi nel noto concorso del 1401, indetto dalla potente Arte di Calimala, che consisteva nel presentare una formella gettata in bronzo con una determinata forma, dimensioni e un tema ”Il sacrificio di Isacco”. Delle formelle dei finalisti, ce ne sono pervenute solo due: quella del vincitore, Lorenzo Ghiberti, e quella del più celebre dei perdenti, Filippo Brunelleschi, ambedue al Bargello.


stefania ressa

Giornalista

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