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Politica. Angela Merkel e l’arte del silenzio

Firenze, 5 giugno 2014 – Protagonista assoluta delle cronache
politiche, stella di rilevanza primaria nel firmamento tedesco ed
europeo, Angela Merkel è stata recentemente classificata dalla rivista
«Forbes» come la donna più potente del pianeta. Ma la cancelliera
tedesca non è solo dotata del grande fiuto e della micidiale freddezza
che tutti le attribuiscono, ma è di fatto un politico lungimirante e
portatore di vere e proprie istanze modernizzatrici. Lo dimostra la
politologa tedesca Susanne Falkenberg nel suo nuovo saggio "Caduta del
muro e Germania in trasformazione" (Mauro Pagliai, pp. 120, euro 10),
dove traccia un profilo approfondito e per molti versi innovativo
della Merkel, oltre che del presidente tedesco Joachim Gauck.
L’autrice ha pubblicato numerosi saggi sulla Germania e sull’Italia,
concentrandosi su argomenti quali il populismo e la crisi economica in
Europa. “Chiunque conosca le dinamiche interne della politica
tedesca”, spiega la studiosa, “non può non riconoscere come la
cancelliera abbia trasformato la CDU in partito più pluralista,
dinamico e maggiormente attento a problematiche ambientaliste e
femminili che non facevano originariamente parte del suo tradizionale
background concettuale”. Il testo si concentra sull’importanza di una
nuova generazione di politici provenienti dall’ex Repubblica
Democratica Tedesca proprio come la Merkel e Gauck, che attraverso un
percorso personale e non ortodosso sono riusciti a ricoprire le
massime cariche politiche del paese più importante d’Europa. Le figure
dei due statisti sono analizzate con particolare attenzione al
contesto umano e culturale dell’Est dove è avvenuta la loro
formazione, determinante per comprenderne atteggiamenti e doti
strategiche. La Merkel, ad esempio, ha imparato secondo la Falkenberg
in due occasioni l’arte del silenzio e del parlare senza dire: “prima
nella Repubblica Democratica Tedesca, dove il parlare liberamente era
una minaccia per l’esistenza fisica, e poi nella Repubblica Federale
Tedesca, dove il parlare liberamente può costare la carriera
politica”.

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