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Concordia: Ségolène lascia passare il relitto davanti alla Corsica. Evitato lo scontro diplomatico

La posizione della Costa Concordia alle ore 18 di giovedì' 24 luglio, tra l'isola d'Elba e la Corsica (dal sito marinetrafic.com)
La posizione della Costa Concordia alle ore 18 di giovedì’ 24 luglio, tra l’isola d’Elba e la Corsica (dal sito marinetrafic.com)

BASTIA – A metà pomeriggio di oggi, 24 luglio, la Concordia in viaggio verso Genova si trovava a circa 20 miglia dalle coste della Corsica. Il tragitto del convoglio, composto da 14 imbarcazioni che trainano e scortano il relitto, prosegue regolarmente nel suo secondo giorno di navigazione, come ha confermato il Capo della Protezione civile, Franco Gabrielli. Sono state percorse ormai ben più di 60 miglia dall’Isola del Giglio: la Concordia è oltre metà strada, prima di approdare, se non ci saranno intoppi, nel porto di Voltri durante, prevedibilmente, la mattinata di domenica 27 luglio.

CORTEO IN MARE – Alle 17.30 la carcassa della nave si trovava a largo di Bastia e stava superando l’Isola d’Elba. Più precisamente: «fra l’Elba e Capo Corso, a largo di Cap Sacru», secondo il tweet dell’emittente radio France Bleu RCFM. Proprio attorno alla stessa ora almeno 30 imbarcazioni di corsi, mobilitati dalla protesta che va avanti da giorni sull’isola contro il passaggio del relitto a breve distanza dalla costa, hanno inscenato un corteo marittimo al grido di «Salvamu u nostru mare», dopo essere partiti proprio dal porto vecchio di Bastia. Il corteo, annunciato nei giorni scorsi, ha l’obiettivo di manifestare la preoccupazione degli isolani sull’eventuale sversamento in mare di tutta o parte delle 163 tonnellate di idrocarburi e sostanze oleose che ancora restano a bordo del relitto di Costa Concordia. Contemporaneamente i corsi rimasti a terra a Bastia e in tutta la parte dell’Alta Corsica, il cosiddetto «dito» dell’isola, erano chiamati a far sentire la propria voce suonando campanacci, clacson, e sventolando la bandiera della Corsica.

ROYAL A BORDO – Il ministro dell’Ecologia francese, Ségolène Royal, come già anticipato da giorni, è arrivata a Bastia in tarda mattinata per partire nel primo pomeriggio a bordo della motovedetta «Jonquille» in direzione della nave militare antinquinamento «Jason», accompagnata dal sindaco di Bastia, Gilles Simeoni, che la settimana scorsa le aveva scritto una lettera di fuoco per chiedere attenzione alla Corsica in vista del passaggio della Concordia. LaRoyal segue il passaggio di Concordia a bordo della nave antinquinamento, posizionata al limite delle acque territoriali francesi, dove è salita attorno alle 18.

«ABBORDAGGIO» – Ma i francesi si erano mobilitati già dal mattino. Quando la Concordia aveva da poco superato l’isola di Pianosa, un mezzo della marina militare francese ha incrociato la rotta del convoglio, nel momento in cui il relitto ha cominciato a puntare la prua verso nord-ovest. Incontro alla nave francese è andato il pattuglione Diciotti, la nave della Guardia Costiera a cui spetta la responsabilità della sicurezza del convoglio della Concordia. Dopo un’ora circa nave Diciotti è tornata nei pressi di Concordia.

ROSSI AL GIGLIO– All’isola del Giglio, intanto, i cittadini tornano lentamente alla normalità. Il senso di sollievo per la partenza della Concordia si accompagna al fatto che ormai, paradossalmente, era diventata un’abitudine la presenza del relitto: un mastodonte grande due volte il Titanic; una città viaggiante su cui erano a bordo 4.229 passeggeri la sera del naufragio (13 gennaio 2012) costato la vita a 32 persone (e a un sub morto durante i lavori per il recupero), e di cui i vigili del fuoco di Firenze e Grosseto sono incaricati adesso di ricercare ancora l’ultimo disperso: il giovane cameriere indiano Russel Rebello. Domani 25 luglio i gigliesi avranno un incontro faccia a faccia con il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi: «Voglio incontrare il sindaco e i cittadini per contribuire al ripristino ambientale e al rilancio turistico dell’isola» ha dichiarato il Governatore. Le operazioni di ripristino dei fondali marini andranno avanti per mesi e l’ambiente sarà monitorato per 5 anni. Esistono pesanti strutture metalliche in fondo al mare che furono installate, anche grazie a trivellazioni della roccia, per sostenere lo scafo della Concordia naufragata. Adesso si tratterà di smantellarle, anche se da più parti si levano voci a favore di una smobilitazione parziale: in altri casi, sui fondali italiani, lasciando parte di simili strutture si è favorito lo sviluppo di colonie di pesci.

POLEMICA – La giornata di domani avrà anche risvolti politici. Non solo perché il presidente della Regione si confronterà con i gigliesi e con le loro esigenze del dopo-Concordia. Ma anche perché potrebbe replicare al prefetto Franco Gabrielli. In risposta al sarcastico invito di Rossi a «andare via presto» dalla Toscana, il Capo della Protezione civile, massimo responsabile operativo delle operazioni di raddrizzamento, rigalleggiamento, partenza e arrivo in Liguria della Concordia, aveva ieri seccamente detto: «faremo i conti a Genova». Una frase sibillina che pone interrogativi. Si profila uno scontro istituzionale che la Protezione civile vuole ingaggiare con la Toscana? Anche questo è un possibile pesante fardello che la partenza della Concordia rischia di lasciare non solo al Giglio e alla Toscana, ma a tutta l’Italia.


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Domenico Coviello

Giornalista

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