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Cacciatorpediniere Durand de la Penne

Il «Durand de la Penne» lascia il porto di Londra. A bordo della nave intitolata all’eroe di Alessandria d’Egitto, 90 allievi dell’Accademia Navale di Livorno

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da LONDRA – C’è una bandiera italiana a West India Docks, le leggendarie banchine sul Tamigi dove fino dal primo ‘800 ormeggiavano le navi commerciali in arrivo dal continente americano. Molte le persone che si fermano e fotografano, incuriositi dalla presenza di una grande nave da guerra italiana, ormeggiata proprio qui nel cuore della City, tra i grattacieli delle banche e il vicinissimo «meridiano zero» di Greenwich.

BANCHINA – Pochi fanno caso al nome sulla fiancata: «Luigi Durand de la Penne», compresi i molti italiani che, informati della presenza del cacciatorpediniere lanciamissili fermo in banchina, chiedono il permesso di visitarlo e di fare foto. A chi ha invece qualche anno sulle spalle o è comunque appassionato di storia, quel nome è un simbolo, tanto più oggi che è ormeggiato proprio nel cuore di Londra e che viene guardato con un pizzico di orgoglio e di emozione.

ALESSANDRIA D’EGITTO – Porto di Alessandria d’Egitto 19 dicembre 1941: capogruppo di tre mezzi d’assalto, con appena due uomini ciascuno, il tenente di vascello Luigi Durand de la Penne guidò con successo l’attacco alla flotta inglese all’àncora, riuscendo a colpire e mettere fuori uso la corazzata Queen Elizabeth, la nave da guerra Valiant e il cacciatorpediniere Jervis con la vicina petroliera Sagona. Tutti gli operatori vennero insigniti della medaglia d’oro al valor militare. Un’impresa che fa parte degli annali della Marina Militare.

PRINCIPE FILIPPO – La consegna della decorazione avvenne a Taranto nel marzo 1945, alla presenza dell’ammiraglio inglese Charles Morgan, che nel 1941 comandava la Valiant colpita dal gruppo di Durand de la Penne. Non molti sanno che proprio dell’equipaggio di quella nave – cui lo stesso Durand de la Penne consentì di mettersi in salvo prima che esplodessero le mine che aveva messo sotto la chiglia – faceva parte, da giovane ufficiale di Marina, il principe Filippo di Edimburgo marito della regina Elisabetta II d’Inghilterra.

HOBSON – Lo ha ricordato ieri, 12 agosto, a bordo del Durand de la Penne lo storico inglese Robert Hobson, che con un gruppo di ospiti ha fatto visita all’unità, accolto dall’ammiraglio Dario Giacomin, addetto per la Difesa dell’Ambasciata d’Italia a Londra e dal comandante della nave, capitano di vascello Ostilio de Majo. Hobson porta un nome importante nella marina britannica: suo padre Robert Sydney Hobson fu un incursore di marina, tra i primi che «replicarono» l’impresa di Durand de la Penne attaccando una corazzata tedesca all’interno del porto norvegese di Trondheim. I due incursori si conobbero in Italia dopo l’armistizio e da allora venne fuori una lunga e solida amicizia.

PARTENZA – Ieri 12 agosto ultimo giorno della presenza a Londra del cacciatorpediniere italiano, che da oggi riprende il mare, con a bordo un «prezioso» carico. Sono gli 89 allievi della 1ª classe dei Corsi normali dell’Accademia Navale di Livorno, che stanno svolgendo la tradizionale crociera estiva di addestramento. Sono partiti da Livorno il 14 luglio e hanno già toccato Barcellona e Lisbona, prima di puntare verso il Tamigi.

DIARIO DI BORDO – FirenzePost sarà con loro nella quarta tappa: da Londra a Malaga, dove il Durand de la Penne è atteso il 21 agosto. Nove giorni di navigazione nell’oceano Atlantico e nel Mediterraneo, che documenteremo attraverso le immagini e le parole dei protagonisti. Dall’equipaggio della nave ai giovanissimi allievi, quasi tutti ventenni, che a differenza di tanti loro coetanei hanno scelto un futuro di impegno e sacrificio. Con l’aggiunta di valori come «Patria e Onore», il motto che da sempre – mai cancellato – campeggia sul piazzale dell’Accademia Navale di Livorno.

(1 – Continua)

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Sandro Addario

Giornalista

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