Pubblico impiego, sindacati in rivolta: no secco al nuovo blocco degli stipendi
ROMA – Secondo fonti del ministero del Tesoro, sarebbero al vaglio di Palazzo Chigi interventi drastici in merito alla revisione della spesa, dalla quale il Governo intende incassare 16 miliardi nel 2015. Interventi che penalizzerebberosoprattutto il pubblico impiego. Sanità, pensioni e statali sarebbero i nodi cruciali e almeno su due di questi canali di spesa per lo Stato, il governo vorrebbe intervenire.
Il blocco degli stipendi, da 4 anni, di oltre tre milioni di lavoratori statali ha già comportato un risparmio di 11,5 miliardi di euro tra il 2010 e il 2014. Valutando questo precedente, una delle ipotesi sarebbe proprio quella di prorogare per altri due anni il blocco di qualsiasi aumento nel pubblico impiego. Da parte di esponenti del governo si tende a smentire, a tranquillizzare, a rimandare l’argomento. Ma ormai i pubblici dipendenti sono in fibrillazione.
SINDACATI – “Attendiamo una smentita da parte del presidente Renzi e della ministra Madia”. Così Rossana Dettori, Giovanni Faverin, Giovanni Torluccio e Benedetto Attili, segretari Generali di Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Fpl e Uil-Pa, hanno risposto a tali indiscrezioni. “Continuare a pensare che si possa eternamente intervenire sul salario dei dipendenti pubblici e sul loro diritto al rinnovo del Contratto nazionale è un errore madornale; una ricetta, non solo ormai improponibile sotto il profilo della giustizia sociale, ma anche inutile per il governo dei conti pubblici. Ci vuole tanto a capire che se negli ultimi quattro anni, a fronte di un sensibile calo dei dipendenti e della spesa per personale e redditi da lavoro, la spesa pubblica aumenta, fino a sfuggire a ogni controllo rispetto al Pil, il punto non è lì? E’ troppo complicato comprendere che le scelte di ‘continuità’ del Governo Renzi, rispetto a quelli precedenti, sulla pubblica amministrazione sono semplicemente sbagliate?” domandano i sindacalisti al presidente Renzi e al ministro Madia. Dopo aver chiesto nuovamente una presa di posizione ufficiale, i sindacati chiudono: “E’ del tutto evidente che la reazione delle lavoratrici e dei lavoratori pubblici sarà fortissima e che la ripresa dei lavori dopo la pausa estiva avverrà in un clima incandescente”.
“C’è da augurarsi che sia una bubbola agostana. Un nuovo blocco biennale dei salari nella P.A. sarebbe inaccettabile” scrive la Cgil su Twitter.
PUBBLICO IMPIEGO – A 25 giorni dal varo della Legge di stabilità questa situazione contribuisce ad alzare la temperatura dei rapporti tra sindacati e governo e promette di occupare stabilmente il dibattito fino a quando Renzi non avrà compiuto la sua scelta politica. Rinnovare i contratti del pubblico impiego, secondo calcoli sindacali, costa 8 miliardi nel triennio, circa 2 miliardi per il solo 2015.
DEF – Il Documento di economia e finanza (Def) approvato ad aprile prevedeva già, per il pubblico impiego, la riduzione dello 0,7% della spesa legata ai redditi per il 2014, con una stabilizzazione fino al 2017, e la ‘vacanza contrattuale’ per il triennio 2018-2020. Il Def scatenò l’ira sindacale, ma il ministero dell’Economia smentì l’ipotesi di blocco fino al 2020 e Marianna Madia, titolare della Funzione pubblica, promise che avrebbe trovato le risorse. I dipendenti della Pa hanno già visto – in media – ridursi il valore del salario reale di quasi 15 punti percentuali. La stessa Cgil, in calcoli precedenti, aveva sottolineato come il sacrificio sia finora ammontato a circa 4mila euro a testa.
CORTE DEI CONTI –Il Governo farebbe bene a rileggere attentamente quanto afferma la Corte dei Conti, in merito alla situazione del pubblico impiego, nel Rapporto sul coordinamento della finanza pubblica del 2014. I giudici contabili sottolineano che gli statali hanno stretto la cinghia in maniera sensibile negli ultimi anni e nel complesso non costano eccessivamente – rispetto ad altri Paesi – allo Stato. Ma il problema, come spesso accade in Italia, è che le risorse investite per stipendiare i dipendenti pubblici (164 miliardi nell’esercizio 2013) sono allocate in maniera tutt’altro che efficiente e non sono erogate in modo da stimolarne la produttività.
SICUREZZA – Dopo il Siulp, sindacato di polizia, anche i sindacati autonomi Sap, Sappe, Sapaf e Conapo, rappresentanti dei settori della sicurezza (Polizia di Stato, penitenziaria, Forestali e Vigili del Fuoco) hanno aspramente criticato i progetti dell’esecutivo: “L’ipotesi relativa alle intenzioni del governo di voler prorogare per altri due anni il blocco delle retribuzioni è inaccettabile, pericolosa e ridicola. Soprattutto, cozza in maniera fragorosa con le roboanti dichiarazioni che i titolari del Viminale e della Difesa hanno rilasciato nelle settimane scorse, promettendo e quasi garantendo il superamento del tetto stipendiale che, in misura maggiore rispetto al pubblico impiego, penalizza le donne e gli uomini in divisa”. Considerazione giustissima e che deve far riflettere i nostri governanti. Per quanto ancora gli uomini e le donne in divisa saranno disposti a sacrificarsi e a rischiare la loro incolumità, senza alcun compenso materiale e vedendo che nessun sacrificio viene richiesto alla politica centrale e locale? Renzi & C. datevi una mossa perché siete seduti su un pentolone bollente.
Non c’è che dire, dopo le vacanze dorate di Forte dei Marmi per il premier e per le sue ministre si presenta davvero un rientro incandescente.
giu
Ragazzi, io ho un grande rispetto per le forze di polizia ma non dimentichiamo che ci sono persone che stanno letteralmente morendo di fame, giovani laureati in facoltà tostissime come ingegneria o medicina e con tanto di lode che non hanno niente, nemmeno uno straccio di tirocinio retribuito. Cerchiamo di fare un po tutti dei sacrifici per dare la possibilità alle giovani generazioni di entrare nel circuito del lavoro.
Fulvio
Condividendo quanto scritto sull’articolo di parte sindacale e nei commenti mi preme evidenziare i figli di un dio minore che sono le polizie locali usate secondo le pulsioni di sindaci questori e prefetti a copertura degli organici ridotti delle altre forze di polizia sfruttando le analoghe funzioni e competenze ovvero gabellieri dei comuni con le multe… ma alla fine non sono comparto sicurezza…. non percepiscono la causa di servizio in caso di infortunio
(Personale 118 invece si…)
Non saranno inseriti nella eventuale deroga del comparto…. ed attendono inutilmente una riforma della polizia locale da oltre 20 anni promessa di tutti i partiti ma mantenuta da nessuno anche per il veto del Viminale e del Comando Generale…..
Se volessero risparmiare potrebbero applicare le norme vigenti e creare una unica polizia dalle 7 esistenti ma ci sarebbero meno posti per dirigenti e generali……
stefania dee
…..dimenticavo di aggiungere che è proprio il personale di “truppa” che provvede a recuperare spese o procede al sequestro dei denari delle mafie per esempio (miliardi di euro che rientrano nelle casse dello Stato ogni anno). Sento discorsi di alta finanza e sui massimi sistemi ma alla fine è sempre sul denigrato impiegato pubblico che ricade la colpa delle disgrazie del popolo italiano e di conseguenza, se la cinghia si deve stringere, si strozzano proprio gli stipendi di questi. Certamente il magistrato o dirigente emette un provvedimento, ma nessuno ha presente o si ricorda che vi sono almeno 10 impiegati che si attivano per l’esecuzione. Questo elementare assioma è di così difficile comprensione? Non vi sono solamente fannulloni (e comunque esistono i mezzi per stanarli), ebbene sì esiste un esercito di impiegati (io li definisco professionisti) ben preparati e malpagati che fanno salti mortali per far funzionare la macchina “Stato” .
Quindi è fondamentale che lo Stato si ricordi dei propri soldati, non sono unità virtuali di una partita di risiko giocata sulla carta
stefania dee
ERRATA CORRIGE
mi piacerebbe sapere perchè il rinnovo del contratto del pubblico impiego NO e invece si decide di pagare i magistrati (oltre al loro stipendio) 200 euro ogni sentenza emessa per amaltire l’arrerato assumendone altri 400 per questo e permettendo invece ad altri 1500 di partecipare ad altri incarichi. Vorrei ricordare a Lorsignori che nello specifico riguardante il pianeta “Giustizia”, a parte la barzelletta suddetta, che il personale avente il contratto bloccato dal 2009 sono proprio coloro i quali fanno andare l’ingranaggio giustizia. I magistrati emettono le sentenze, ma è il personale che le mette in esecuzione. In mancanza di questa gente malpagata, le sentenze rimangono solo pezzi di carta senza valore. Forse sfugge a tutti il fatto che, emessa la sentenza non è che si inserisce in uno scanner e si esegue da sola, occorre l’elemento umano ovvero l’impiegato (malpagato) che proceda