Piombino, acciaierie: Renzi e il governatore Rossi incontrano il magnate Jindal. La Lucchini diventerà indiana
FIRENZE – Svolta decisiva nella tormentata vicenda delle acciaierie Lucchini di Piombino. A Firenze nella mattinata di oggi, 6 settembre, prima il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, poi il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, hanno incontrato Sajjan Jindal, il presidente delle acciaierie indiane Jws Steel, il gruppo industriale che aveva già presentato un’offerta per rilevare gli stabilimenti di Piombino, ormai sull’orlo del fallimento. Premier e Governatore hanno stretto un’intesa col magnate indiano per far ripartire la produzione al polo siderurgico. «Back to old days of glory», torniamo ai vecchi giorni di gloria, ha scritto poi il presidente Sajjan Jindal sul registro delle presenze della Regione Toscana.
A Piombino c’è attesa per la seconda offerta vincolante per l’acquisto della Lucchini da parte della società indiana. La prima offerta presentata a metà luglio, era stata ritenuta inaccettabile dal commissario straordinario Piero Nardi sia dal punto di vista economico (si parla di circa 10 milioni per l’acquisto) sia dal punto di vista occupazionale. Avrebbe assorbito solo 700 dipendenti rispetto ai 2.200 attuali, a fronte dell’acquisto solo dei laminatoi e delle aree portuali.
Adesso però le cose cambiano. L’accordo politico è stato trovato ai massimi livelli. E Piombino comincia a tirare un sospiro di sollievo. Si calcola che ci vorranno un paio d’anni perché il lavoro possa ripartire a pieno ritmo alle acciaierie, ma la soddisfazione del governatore Rossi c’è tutta: «La nostra intesa prevede che nei prossimi mesi si riapra il laminatoio dove sarà lavorato l’acciaio che proviene dall’India – ha dichiarato il presidente toscano -, poi il gruppo indiano presenterà un piano industriale per riaprire l’altoforno e riavviare la produzione dell’acciaio a Piombino».