Sicurezza: diario di bordo dal sommergibile Scirè, guardiano invisibile sulle rotte della criminalità (VIDEO-FOTO)
dal MAR IONIO – C’è più silenzio del solito qui dentro il sommergibile Sciré, immobile su un fondale sabbioso a circa 40 metri di profondità. La squadra di turno nel Cic (Combat Information Center) consulta video e schermi, traccia posizioni, effettua verifiche: tutto in attesa di qualcosa che deve arrivare. Pochi gli scambi di parole, frequenti invece gli sguardi all’orologio, in un ambiente dove il passaggio dal giorno alla notte è segnato solo dalla diversa intensità di luci accese. Tanto per non alterare i ritmi biologici dell’equipaggio.
SOS – È una simulazione, ma lo scenario è quanto mai verosimile. Un «battello» (come in Italia vengono sentimentalmente chiamati i sottomarini) è in avaria sul fondo e non riesce a riemergere. Si attende l’arrivo di un mini sommergibile che, dopo aver individuato lo Scirè in profondità, lo aggancerà, consentendo attraverso due portelloni comunicanti (ricordate «Caccia a ottobre rosso»?) all’equipaggio di mettersi in salvo.
SOCCORSO – «Alfa November ci sentite?» La voce corre attraverso il telefono subacqueo verso Nave Anteo, specializzata nel salvataggio e soccorso sommergibili, che risponde e manda il «mini som» in salvataggio. Unico mezzo navale europeo di questa tipologia Nave Anteo è vista con attenzione da molti paesi, anche di altri continenti, che proprio ieri 16 settembre hanno mandato numerosi osservatori ad assistere all’esercitazione Smerex 2014.
In questi video alcuni momenti del «salvataggio» ripresi da Firenze Post all’interno dello Scirè
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Emersione!
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SOMMERGIBILE S527 SCIRÈ
Appena una ventina di metri su due ponti sono a disposizione di circa 30 uomini di equipaggio. Per le donne non ci sono ancora spazi logistici dedicati, ma prima o poi arriverà anche per loro la possibilità di essere imbarcate. Tutto in pochi metri dunque, dove lo spazio tra deposito siluri, tubi di lancio, mensa e letto è un tutt’uno. Nelle missioni dove si sta fuori anche 15-20 giorni, sott’acqua s’intende, non è ammesso sprecare nessun centimetro utile.
MISSIONI – Già, ma quali missioni? Dei sommergibili si parla sempre molto poco. Sorride il comandante dello Scirè Alessandro Nalesso, mentre nella penombra della sala controllo non perde di vista (anzi di … orecchio) le manovre di contatto con Nave Anteo. «I tempi cambiano, le tecnologie si evolvono – dice all’inviato di FirenzePost – ma dei sommergibili le marine di tutto il mondo hanno sempre bisogno. Anzi oggi più di ieri». Pronta la replica: «potrà essere ma oggi non c’è bisogno di andar per mare a sparare siluri contro navi o altri sommergibili». «Certamente ed è bene che sia così – dice il comandante – ma il problema non è questo. L’utilizzo dei mezzi sottomarini hanno, soprattutto oggi, una funzione unica nel controllo della sicurezza sui nostri mari. Per mare passa di tutto ed è vitale sapere cosa passa davanti all’Italia e ancora di più cosa vi arriva. In molti casi è determinante saperlo senza farsi accorgere». Tanto per capirsi: sott’acqua un radar non ti scopre. E non è poi poco.
INTELLIGENCE Qualche esempio? In una materia dove i termini «top secret» e intelligence sono quotidianamente in servizio, avere nomi e date non è così facile. Bastano gli argomenti: dall’ Isr (Intelligence Surveillance and Reconnaissance) al I&W (Indication and warning) alle operazioni di supporto ad una forza navale. Come pure il monitoraggio di un traffico illecito e e di attività terroristiche. Ad esempio il controllo (occulto s’intende) della rotta di un mercantile visto fermo in mare e poi affiancato da più piccole imbarcazioni. Un comportamento strano per un cargo che di norma cerca di percorrere la propria rotta nel tempo più breve possibile per poter poi ripartire ed effettuare un nuovo trasporto. Vale la pena indagare raccogliendo via periscopio quanti più dati possibili, elaborarli per una prima interpretazione e trametterli al comando superiore.
IMMIGRATI – Anche in tema immigrazione – viene fatto notare al Comando Flottiglia Sommergibili di Taranto guidato dal capitano di vascello Mario Berardocco – la presenza di un sottomarino in area può essere determinante per contrastare i traffici di esseri umani. Come nel caso recentemente avvenuto nel Mediterraneo quando è stato possibile individuare e documentare una «nave madre» che stava «scaricando» clandestini su imbarcazioni più piccole, per poi lasciarli al loro destino. In quel caso il comandante del sommergibile decise di emergere proprio per tranquillizzare, con la propria presenza, quei disperati in attesa dell’arrivo di adeguati mezzi di soccorso.
SOMMERGIBILISTA – Una vita tutta speciale quella del sommergibilista, chiuso spesso per giorni e talvolta settimane nel proprio battello d’acciaio senza poter vedere la luce del giorno o il buio della notte. Lontano dal mondo e dai suoi continui aggiornamenti, con la compagnia di un libro o di un film forse imparati a memoria, o di un video gioco su un tablet. Tutto in pochi metri quadrati ed in silenzio. Perché anche il silenzio sott’acqua è un’ottima arma di difesa, per un mezzo che deve restare il più possibile invisibile e occulto. Quasi non esistesse per nulla.
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sergio tinti
una bella occasione questa per far conoscere tante interessanti notizie e curiosità su mezzi e uomini che fanno molto per la sicurezza dei mari