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Piazza San Lorenzo dopo la grandinata

Firenze e la Toscana sotto il tiro di bombe d’acqua e trombe d’aria. Serve un piano

E’ stata peggio di un’alluvione. La somma degli elementi (pioggia, vento, grandine) si è scatenata imprevedibile, rapida, devastante. Come un’incursione aerea. In poco meno di venti minuti è stata capace di far scoprire a Firenze e a due terzi della Toscana di essere di essere fragili e indifese. Ma soprattutto non attrezzate a far fronte alla nuova emergenza climatica che somma fenomeni sorprendenti: la bomba d’acqua e la tromba d’aria. Con l’aggiunta della grandine. Dal punto di vista meteorologico, significa che l’energia proveniente dall’Atlantico si concentra e scarica tutta la sua forza in un perimetro circoscritto. Esempio: a Firenze è stato l’inferno, a Bagno a Ripoli quasi non se ne sono accorti.

Tutto questo, lo sappiamo, è provocato dal cambiamento climatico capace di sconvolgere le stagioni. E di colpirci senza misericordia. Senza possibilità di difesa, nemmeno dal punto di vista della previsione meteo. Lo stesso sindaco di Firenze, Dario Nardella, facendo velata polemica, ha detto che Palazzo Vecchio non aveva ricevuto allerta per le trombe d’aria, però sapeva di un’emergenza caldo e dell’arrivo di forti precipitazioni. Ma non prevedeva di vedere la città sommersa dalla grandine. E qui sta la nuova trappola del maltempo: l’aria calda che sale rapidamente, incontra quella fredda e trasforma le gocce di pioggia in chicchi gelati. I climatologi conoscono bene questo fenomeno. Che però, evidentemente, non è ancora negli schemi della protezione civile.

Allora? Converrà attrezzarsi, come per qualsiasi calamità. Il problema lo conosciamo. Firenze e gran parte della Toscana sono vetrine preziose: conservano palazzi e capolavori antichi e fragilissimi. Bisognosi di restauri e manutenzioni. Così come sono fragili anche palazzi recenti: che si scoperchiano quando le trombe d’aria li investono. Non è tutto: i pericoli sono rappresentati anche dagli alberi, che crollano schiacciando auto e pedoni. Poi ci sono i sottopassi che si riempiono rischiando di diventare … tombe d’acqua. Anche le case, i negozi e le fabbriche sono fragili. Rifare un tetto comporta decine di riunioni di condominio: e spesso non se ne fa nulla perchè c’è la crisi.

Soluzione? La bacchetta magica non c’è, rendersi conto del nuovo pericolo. Bombe d’acqua e trombe d’aria sono assai più frequenti di un’alluvione. Perché possono ripetersi a distanza di pochi giorni. Con le loro incursioni capaci di provocare danni e pericoli gravi per la gente. Serve un grande piano: urgentissimo. Stato, Regione Toscana e comuni dovranno provvedere agli edifici pubblici, aiutando anche i privati a fare la loro parte. In che modo? Pochi giorni fa, il comune di Firenze ha annunciato sgravi fiscali per proprietari e condomini che vorranno rifare tetti e facciate. La via degli sgravi può essere seguita per tutte quelle opere di manutenzione utili a evitare allagamenti, crolli e cadute di cornicioni. Difficile in tempo di crisi? No, è un’opportunità anche per procurare lavoro. Del resto, non ci sono alternative. O ci si mette in testa di essere in condizione di affrontare la nuova minaccia meteo o si corre un gran brutto rischio: urlo delle sirene, crollo di alberi, precipitare di pezzi di monumenti e fuga di turisti ogni volta che bombe d’acqua e trombe d’aria attaccano e devastano.


Sandro Bennucci

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