Lavoro, articolo 18: scatta la resa dei conti a sinistra
Resa dei conti fra il Governo, i sindacati e la sinistra sul lavoro. Sull’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori c’è stato un duro botta e risposta tra la leader della Cgil, Susanna Camusso – che ha evocato «il modello Thatcher» come vera fonte di ispirazione di Matteo Renzi – e il premier che ha replicato: i tanti co.co.pro. e co.co.co sono «condannati a un precariato a cui il sindacato ha contribuito». La Camusso alla fine ha smorzato un po’ i toni, dicendo a Renzi «Basta insulti, guardiamoci negli occhi». Ossia cerchiamo di dialogare.
PD – Aumentano i dissensi anche all’interno del Pd; l’ex segretario Pier Luigi Bersani annuncia «molti emendamenti» al Jobs act e mette in guardia: se l’obiettivo è «frantumare i diritti» allora «sarà battaglia». Il presidente della commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano, ex ministro e ex sindacalista, afferma lapidario: «l’attuale tutela dell’articolo 18 deve restare anche per i nuovi assunti». Qualche quotidiano ha poi riportato la notizia che esponenti della minoranza Pd sono stati a cena da Massimo D’Alema, con l’obiettivo di arginare Matteo Renzi e influenzare la linea politica.
RENZI — Il premier ha replicato con il suo tramite preferito, i social networks, addirittura attraverso un videomessaggio: «A quei sindacati che vogliono contestarci io chiedo: dove eravate in questi anni quando si è prodotta la più grande ingiustizia, tra chi il lavoro ce l’ha e chi no, perché si è pensato a difendere solo le battaglie ideologiche e non i problemi concreti della gente». E precisa: «non vogliamo il mercato del lavoro di Margareth Thatcher». Lo scopo, al contrario è creare un sistema del lavoro «giusto». Infine, in una lettera agli iscritti del suo partito, ha attaccato la vecchia guardia che vuole gli scontri ideologici.
SCIOPERI – Sul fronte scioperi e manifestazioni fioriscono le iniziative. La Fiom parte per prima il 18 ottobre. Cgil, Cisl e Uil pensano a una manifestazione unitaria (una riunione tra i tre leader dovrebbe tenersi all’inizio della prossima settimana). Sicuramente si prospetta per il premier un autunno caldo. Abbiamo già ricordato che le sigle del pubblico impiego, ben 14 in tutto dalla scuola alla sanità, hanno già proclamato uno sciopero l’8 novembre contro il blocco della contrattazione. Sono in corso trattative per scongiurare lo sciopero del 23 settembre del comparto sicurezza.
SCIOPERO GENERALE – La Camusso considera anche lo sciopero generale «una delle forme di mobilitazione possibile», visto che c’è «chi vorrebbe cancellare l’art.18 e sta cancellando la libertà dei lavoratori». I sindacati confederali perciò vorrebbero decidere una mobilitazione tutti insieme, con manifestazione ed eventualmente anche un pacchetto di ore di sciopero. Agitazioni singole sono già state proclamate dalla Cgil per la prima decade di ottobre (forse l’11) e dalla Cisl per il 18. Raffaele Bonanni, il capo della Cisl, lamenta: «come al solito Renzi, per opportunismo politico, mette tutti i sindacati sullo stesso piano», mentre il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, invita Renzi a «scendere dalla cattedra».
In questi tempi di trombe d’aria, bombe d’acqua, fulmini e saette, che sconvolgono la vita delle nostre città, anche i sindacati tornano a minacciare tempesta nei confronti del Governo. Una coalizione così compatta non si vedeva dai tempi del primo governo Berlusconi. Renzi avrà il suo bel da fare per predisporre le difese.