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Periodo nero per i lavoratori di Ferrovie

Ferrovie: lavoratori delle portinerie di Firenze verso il licenziamento

Periodo nero per i lavoratori di Ferrovie
Periodo nero per i lavoratori di Ferrovie

FIRENZE – E’ un periodo nero per il comparto ferroviario toscano e, più in particolare, fiorentino. Dopo la notizia dello smantellamento della mensa dei ferrovieri a Campo di Marte lanciata da Firenze Post, tocca ai lavoratori delle portinerie delle ferrovie. A rischio licenziamento sono 18 lavoratori (delle sezioni Romito, Lavagnini e Binario 2 della stazione Santa Maria Novella) – che si aggiungono ai 18 di Napoli e ai 4 di Bologna – che a breve vedranno smantellati i contratti d’appalto. “L’attuale situazione economica di Marco Polo spa (società vincitrice dell’appalto) –si legge si legge nella nota giunta ai sindacati lo scorso 20 marzo – non consente più di sostenere i costi del personale delle Commesse Ferservizi. Per tale motivo, è intenzione della società stessa risolvere i contratti relativi a tali Commesse”. Al fine di valutare la posizione dei lavoratori occupati, l’azienda aveva inoltre fissato per mercoledì 27 marzo un incontro a Roma di cui gli esiti sono ancora incerti.

Quello messo a segno da Marco Polo spa è un colpo basso per i dipendenti, già messi a dura prova da una retribuzione che viaggia sui 4 euro netti l’ora con contratti che declassano l’operato dei lavoratori attraverso la dichiarazione – sulle buste paga – di mansioni che poco o nulla hanno a che fare con il lavoro realmente svolto. Nonostante le intenzioni della società di avere un confronto, i lavoratori sono convinti che sia soltanto questione di tempo prima di essere mandati a casa. “Ci hanno detto che l’appalto non era più conveniente – svela un dipendente che preferisce restare anonimo – senza spiegarci i motivi di quelli che i piani alti hanno definito ammanchi di cassa. Gira voce che subentrerà un’altra ditta, ma ancora non sappiamo nulla di certo”.

Non è tuttavia la prima volta che Marco Polo spa, joint venture tra Acea Eur spa e Ama che amministra e gestisce un ampio portafoglio di attività nel settore della manutenzione di immobili sia privati che delle Pubbliche Amministrazioni su scala nazionele, si ritrovi a dover affrontare problematiche relative ad una gestione del comparto economico “discutibile”; come l’aveva definita un paio di anni fa l’allora presidente Paolo Togni lanciando accuse contro la struttura da lui diretta. L’ex numero uno di Marco Polo aveva dichiarato addirittura che “alcune funzioni essenziali alla vita e allo sviluppo sociale sono gestite, a costi esorbitanti, da Acea (che ha chiuso il 2011 con un ribasso del titolo in borsa, passato da 8,697 a 4,888 euro per azione)”.

Sta di fatto, comunque, che la società dovrà dare al più presto delle risposte ai sindacati e ai lavoratori. “Sempre se – affonda qualcuno – l’azienda abbia voglia di sbrogliare la matassa dei contratti d’appalto”, considerando la tegola che un pò di giorni fa, precisamente il 26 marzo, si è abbattuta su uno dei pilastri della società. Riccardo Mancini, consigliere di Marco Polo spa e già amministratore delegato di Eur spa, è stato infatti arrestato, domenica 25 marzo, a Roma dal Ros dei Carabinieri, accusato di concussione e corruzione nell’ambito dell’inchiesta del pm Paolo Ielo su una presunta mazzetta da 800mila euro versata da Breda Menarini per l’appalto relativo alla fornitura di 45 autobus al Comune di Roma. “Abbiamo la sensazione – aggiungono alcuni dipendenti delle portinerie di Firenze – che la società del signor Mancini avrà poco tempo per noi che intanto rischiamo di perdere il posto di lavoro”.


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stefania ressa

Giornalista

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