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Lavoro, sindacati: la Cgil conferma lo sciopero, Cisl e Uil aprono a Renzi

20141007_renzi_sindacati_4ROMA – E’ iniziata con un breve discorso, di 8 minuti, del presidente del consiglio Matteo Renzi la riunione a Palazzo Chigi tra i sindacati e il governo. Il premier ha perimetrato i temi del confronto, oltre ovviamente all’articolo 18 e al tfr, nell’agenda della riunione anche il salario minimo, la rappresentanza sindacale e la contrattazione decentrata. L’incontro con i segretari generali delle organizzazioni sindacali (Susanna Camusso per la Cgil, Raffaele Bonanni per la Cisl, Luigi Angeletti per la Uil e Geremia Mancini per l’Ugl), cominciato alle 9.20 nella Sala Verde di Palazzo Chigi, è entrato dunque subito nel merito delle riforme che il governo prevede nei prossimi mesi sul fronte del lavoro.

80 EURO – Il bonus fiscale ai lavoratori dipendenti (i cosiddetti 80 euro) sarà strutturale a partire dal 2015. Il premier ha così rassicurato Cgil, Cisl, Uil e Ugl sulla continuità del bonus in busta paga. «stiamo studiando le modalità tecniche».

SALARIO MINIMO E RAPPRESENTANZA SINDACALE – Il presidente del Consiglio ha esposto gli altri punti cardine oltre al tema dell’articolo 18. Renzi ha parlato infatti di salario minimo. L’Italia è uno dei pochi paesi che non ha una soglia minima di salario orario. Nel Jobs act è prevista per i lavoratori subordinati e in sperimentazione anche per i Co.co.co. Quanto alla rappresentanza e ha annunciato che il Governo sta valutando un emendamento che introduca la regolazione della rappresentanza sindacale e un ampliamento della contrattazione decentrata e aziendale. Il presidente del Consiglio avrebbe sottolineato che si tratta di modifiche condivisibili, suggerite dal Pd, in particolare dalla parte che non sta con me. Tra gli obiettivi dell’esecutivo anche la riduzione delle forme contrattuali.

ARTICOLO 18 – Per quanto riguarda il tanto dibattuto articolo 18, invece, Renzi ha specificato durante il suo intervento che la tutela del reintegro prevista dallo Statuto dei lavoratori per i licenziamenti ingiustificati resterà per quelli discriminatori ma anche per i disciplinari «previa specifica delle fattispecie». Si tratta del compromesso raggiunto nella direzione Pd.

TFR – Il premier ha offerto la scelta del Tfr in busta paga, con la possibilità del doppio stipendio a febbraio. Le aziende avrebbero la garanzia della costituzione di un fondo partecipato dalla banche e, forse, dalla Cdp: in questo modo l’impatto sulle casse sarebbe nullo. Un’offerta che potrebbe mettere d’accordo imprese e sindacati a fronte, anche, del contratto unico a tutele crescenti, alla riforma degli ammortizzatori sociali e ai nuovi sussidi di disoccupazione anche per i precari. Il tutto si farà se arriverà l’ok delle pmi.

LE POSIZIONI DEI SINDACATI – Cgil, Cisl, Uil e Ugl si sono presentati uniti sulla richiesta di riduzione della pressione fiscale ma ancora divisi sulle risposte da dare di fronte all’approvazione del Jobs act e alle modifiche dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. Il premier Matteo Renzi, intanto, ha fatto sapere che vedrà nuovamente i segretari delle quattro sigle per approfondire i temi del lavoro e della legge di stabilità il prossimo 27 ottobre. «L’unica vera novita’ di questa mattina è che ci saranno altri incontri tra il Governo e i sindacati». Lo ha detto la leder della Cgil, Susanna Camusso, al termine della riunione sul Jobs act a palazzo Chigi. Il premier, ha aggiunto, «ci ha proposto una carrellata sull’insieme dei provvedimenti in discussione e anche su alcune voci della legge di stabilità». Perciò ha confermato la manifestazione nazionale che la CGIL ha già proclamato per il 25 ottobre. Più tiepide le reazioni di Cisl e Uil. Furlan (Cisl) chiede «lotta all’evasione fiscale e maggiori tagli agli sprechi. Sul lavoro convide la revisione delle politiche attive e l’assorbimento di tutte le forme di precariato nel contratto unico a tutele crescenti. Basta con le false partite iva». Angeletti (Uil) ribadisce che il Tfr «è il salario differito dei lavoratori».

STABILITA’ – Parlando alle parti sociali, Renzi ha confermato anche alcuni impegni nella legge di Stabilità, dove ci saranno 2 miliardi per la riduzione delle tasse sul lavoro e 1 miliardo per la scuola. Sarà inserita pure una quota aggiuntiva di 1,5 miliardi per estendere gli ammortizzatori sociali.

BATTUTE – C’è stato spazio anche per ironie e battute sul ‘tormentone’ Margareth Tatcher e per un siparietto ‘musicale’ tra governo e sindacati, al tavolo della sala Verde di Palazzo Chigi. Matteo Renzi e Pier Carlo Padoan hanno infatti risposto per le rime alla battuta fatta ieri da Susanna Camusso, che sui tempi dell’incontro di questa mattina aveva citato una famosa canzone: ‘Un’ora sola ti vorrei’. Il ministro dell’Economia ha citato di contro la canzone Quattro minuti (una canzone del rapper Mondo Marcio, anche se a qualcuno al tavolo è venuto il dubbio che volesse piuttosto riferirsi a Cinque minuti del cantante Maurizio). Il premier invece ha chiamato in causa la canzone ‘Una settimana un giorno’ di Edoardo Bennato: ‘Una settimana, un giorno solamente un’ora a volte vale una vita intera…’. Bennato, ha scherzato Renzi, «a me piace da morire anche se adesso va a cantare per Grillo». Altro siparietto con il leader della Uil Luigi Angeletti. Ad innescare la miccia il tema dei costi della politica. Angeletti aveva appena finito di lamentare il fatto che ci fossero «in Italia troppi sindaci» che immediata è arrivata la risposta del premier: «anche troppi sindacalisti». Pronta la controreplica del sindacalista: «i sindacati non sono pagati con le tasse dei cittadini i sindaci si».

INDUSTRIALI – Successivamente all’incontro con i sindacati Renzi ha visto i rappresentanti degli industriali. «L’Italia vuole tornare a essere leader in Europa e manterrà il tetto del 3% nel rapporto deficit-Pil» ha esordito il premier.Che ha poi rassicurato Squinzi sul tema del TFR. L’intervento Tfr si fara’ solo con l’ok delle piccole e medie imprese. La disponibilita’ delle pmi, dunque, sarebbe la precondizione per varare un provvedimento che consenta l’anticipazione del Tfr in busta paga.

RENZI – «Ci sono sorprendenti punti d’intesa». Così avrebbe detto il premier Matteo Renzi ai sindacati concludendo la riunione a Palazzo Chigi, smentito dalle successive dichiarazioni della Camusso. Quanto al confronto complessivo lo ha definito una discussione «interessante» che sarebbe stata definita, una volta, «ampia e approfondita» e «soddisfacente». Ma, ha concluso, comunque non accetteremo veti. Nel faccia a faccia con le imprese, Renzi ha recepito i loro timori sull’ipotesi di uno smobilizzo del Tfr in busta paga: «dubbi comprensibili» li ha definiti rassicurandoli sul fatto che l’operazione andrà avanti solo se ci sarà una garanzia da parte delle banche.

Ha quindi annunciato che vedrà nuovamente i sindacati il 27 ottobre per approfondire i temi del lavoro e della legge di stabilità .


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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