Varato il sommergibile Pietro Venuti, un eroe di guerra che morì per salvare il suo equipaggio
da LA SPEZIA – Quattro moderni sommergibili al posto di otto, che ormai hanno fatto la loro storia. Sono i «battelli» classe U212A della Marina Militare Italiana, di cui oggi 9 ottobre è stato varato il «terzogenito». Si tratta del sottomarino S528 «Pietro Venuti» uscito dai cantieri di Muggiano a La Spezia, davanti alla soddisfazione delle maestranze dello stabilimento della Fincantieri e salutato dal ministro della Difesa Roberta Pinotti. Viene dopo il «Todaro» e lo «Scirè», varati rispettivamente nel novembre 2003 e dicembre 2004. E precede di un anno il varo di un quarto sommergibile, il «Romeo Romei», ancora in allestimento sempre a La Spezia. Sostituiranno gradualmente gli otto sommergibili della classe «Sauro», entrati in attività negli anni ’70 e ’80.
Ufficialmente il Venuti passerà alla Marina Militare tra circa un anno, dopo le messe a punto e le prove di navigazione. Successivamente ci vorranno almeno altri sei mesi per essere «combat ready» (pronto alle operazioni militari). Con tutta probabilità il Venuti inizierà dunque le sue prime missioni verso la primavera del 2016. Il costo complessivo per le due unità Venuti e Romei – frutto di una cooperazione italo-tedesca – è di circa 300 milioni l’uno, cui si aggiungono almeno altri 150 milioni per logistica e approntamento. La loro costruzione fu decisa nel 1996, quando l’attuale ministro Pinotti era presidente della Commissione Difesa della Camera.
Si tratta di una nuova unità navale – c0me ha sottolineato il capo di stato maggiore della Marina Giuseppe De Giorgi – indispensabile anche in tempi di pace, per garantire sicurezza alle vie di navigazione e contrastare traffici e attività illecite a danno della comunità nazionale. Anche recentemente preziosa è stata l’azione – discreta e silenziosa durante l’operazione «Mare Nostrum» – di un sottomarino italiano che ha permesso di fotografare e filmare un traffico di migranti dalle coste nord africane, permettendo così all’autorità giudiziaria di disporre l’arresto dei responsabili.
Porta un nome glorioso nella storia della Marina, quello del 2° capo silurista Pietro Venuti, che a bordo del sommergibile Galvani – durante un attacco nemico nel mar Arabico nella seconda guerra mondiale – sacrificò la propria vita per consentire a buona parte dell’equipaggio di mettersi in salvo. Si trovava nella propria postazione a poppa quando il Galvani fu colpito da colpi di una nave di superficie che provocarono un grosso squarcio. Poteva cercare di salvarsi ma non esitò (come si legge nella motivazione della medaglia d’oro alla memoria) a chiudere da dentro il portello della zona dove si trovava, pur evitare che tutto il sommergibile fosse allagato e consentendone così la temporanea emersione.
Madrina del varo del «Venuti» è stata oggi la nipote Maria, accompagnata dal comandante designato del battello, il capitano di fregata Giuseppe Galeandro, accolta con gli applausi dei tanti convenuti alla cerimonia. Qualche intoppo al lancio della bottiglia inaugurale, che è stato ripetuto a causa del vento che aveva attorcigliato la cima che la legava. Poi tutto risolto tra gli applausi (anche liberatori) del pubblico.
ACCORDO FINCANTIERI-FINMECCANICA
A margine della cerimonia è stato firmato un importante accordo di collaborazione nel settore delle costruzioni navali militari tra Fincantieri e Finmeccanica (oggi rappresentati dai rispettivi ad Giuseppe Bono e Mauro Moretti) con l’obiettivo di aumentare la competitività sui mercati nazionali ed esteri, attraverso una più efficace ed efficiente offerta integrata dei prodotti delle due Società. In particolare – si legge in un comunicato – «la collaborazione si svilupperà sfruttando le sinergie tecniche e commerciali tra l’unità di business Navi Militari di Fincantieri e le aziende del gruppo Finmeccanica (le controllate Selex ES, Oto Melara e WASS nonché la joint venture MBDA Italia) che detengono competenze distintive nei sistemi di combattimento, nell’elettronica e nei sistemi d’arma navali e subacquei».
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