Alluvione: Genova era senza piano d’emergenza; a Firenze c’è ma nessuno lo conosce (e indica rifugi in zone pericolose)
FIRENZE – Le cronache successive alla disastrosa alluvione di Genova, l’ennesima nell’arco di cinque anni, rilevano che la città è ancora senza lo strumento operativo di intervento, cioè il piano di protezione civile specifico. Nonostante le alluvioni del 2010 e 2011, scrive il Secolo XIX, la città si è fatta sorprendere di nuovo senza un piano di emergenze «specifico» per le zone maggiormente a rischio. Solo l’area di Sestri è coperta. E nonostante il Comune sia obbligato dal 1998 a elaborare uno strumento operativo generale di intervento. L’unico protocollo vigente, quello del 2009, è stato ritenuto «generico» e « totalmente mancante» su alcuni punti dalla Procura. E, commenta il quotidiano genovese, Genova, una delle città che l’Europa definisce più pericolose in caso di pioggia, non ha insomma un dossier d`emergenza affidabile, e men che meno una serie d’istruzioni dettagliate sul da farsi nei punti più pericolosi.
FIRENZE – Ma a Firenze la situazione qual è? Un piano di protezione civile per il rischio alluvione esiste da tempo, lo fece la prefettura nel 1986, su richiesta del Ministro Zamberletti. Lo fece redigere l’allora prefetto Giovanni Mannoni, che incaricò un gruppo di cui facevo parte anch’io insieme a Francesco Lococciolo e Carmelo Aronica. L’azione d’informazione della popolazione si spinse fino a pubblicare le mappe delle zone a rischio e la scheda di comportamento della popolazione su Tuttocittà, l’allegato all’elenco del telefono che allora, in epoca non molto informatizzata, esisteva ancora in tutte le case ed era consultabile perciò immediatamente da tutte le famiglie. Oggi è invece difficile per il cittadino reperire le indicazioni adeguate delle autorità.
PIANO – Non esiste infatti un vero e proprio strumento facilmente consultabile e comprensibile dalla popolazione in caso di necessità, né credo si possa pretendere che i cittadini compiano tre o quattro passaggi per ottenere le informazioni, ammesso che riescano ad arrivare alla sezione specifica del sito del Comune di Firenze. Sul sito della protezione civile sono riportate, sotto la voce rischio idraulico, tutte le avvertenze necessarie perché la popolazione possa comportarsi in modo da diminuire il rischio in caso di alluvione (la famosa scheda di comportamento). Attraverso opportuni link (anche all’autorità di bacino) si rilevano le aree a rischio idraulico e la storia delle precedenti alluvioni con i livelli raggiunti. Inoltre, mentre sono dettagliate le zone colpite dalle alluvioni nel passato, e quindi considerate maggiormente a rischio, la cartografia che indica le aree di attesa e di ricovero per la popolazione, valide per tutti i rischi, comprende anche zone alluvionabili, quali la scuola Pilati, nel lungarno Aldo Moro 16, Piazza Pitti e Piazza Tasso, la Santissima Annunziata e Piazza D’Azeglio, luoghi notoriamente a rischio.
NEVE – Sono invece online sullo stesso sito tutte le mappe e gli accorgimenti dettagliati per il piano neve, un’emergenza specifica. Quindi il Comune di Firenze, che ha già tutte le informazioni necessarie e possiede strumenti validi anche dal punto di vista dell’informazione alla popolazione, dovrebbe adeguare e rendere più operativi e facilmente consultabili dai cittadini questi strumenti anche per il rischio specifico dell’alluvione, sull’esempio di quello per la neve, con il corredo di mappe adeguate.
ARNO – A livello più generale invece per l’Arno, sotto l’aspetto della prevenzione, si è fatto molto, si è messo in moto il piano per realizzare le casse d’espansione, esiste la diga di Bilancino, i sistemi di previsione, per il grande fiume con le caratteristiche di torrente, ci permettono di fornire un preavviso di almeno 6 ore, in caso di pericolo. Non altrettanto avviene per i torrenti come ad esempio il Mugnone che in poco più di un’ora possono gonfiarsi impetuosamente e creare pericolo, in caso di bombe d’acqua o piogge prolungate. Come utile prevenzione si è pensato addirittura di ricorrere, per l’Arno, agli argini gonfiabili, ma sembra uno strumento di problematica applicazione.
Occorre dunque adeguare gli strumenti di allertamento e d’informazione alla popolazione fiorentina anche per questo rischio. Siamo in vista ormai del 50° anniversario dell’alluvione e sarebbe opportuno intervenire in tempo utile, visti i problemi che le bizzarrie del clima ci offrono in questo periodo.
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