Tasse, sanità Toscana: il grasso è negli apparati. Rossi tagli lì e non parli di super ticket
Rieccoli lì: il Matteo Renzi di sempre e l’Enrico Rossi d’antan, che ripiglia il pigolo antirenziano rintuzzato dietro l’assicurazione di venir ricandidato senza passare dal ‘via’ delle primarie. Ieri, sulla palla al centro di una legge di stabilità che – per riverberare echi in arrivo dal profondo Pd – taglia le tasse coi soldi degli altri, si è riaperta la partita del braccio di ferro storico che per anni, in quel di Firenze, ha prodotto saettar di strali tra piazza Duomo e piazza della Signoria. Ora cambiano il campo (Roma) e la maglia di uno dei giocatori (Renzi indossa il 10 da premier), ma c’è ugualmente di che stare bassi a schivare il lancio di coltelli. I quali, temo, finiranno per colpire i soliti poveri cittadini visto che già Rossi invoca superticket col sostegno del suo assessore al bilancio Vittorio Bugli che sventola i libri mastri della sanità (ah a proposito: mancano tutti i bilanci 2013 che andavano adottati entro aprile, tanto per dirvelo).
Ma: e tagliare sprechi e apparati, tipo, anziché grattare il fondo del barile dei servizi e stangare ancor di più i toscani in un contrappasso oramai insostenibile? Perché in sanità sì che c’è da tagliare: ma è nelle burocrazie, mica nelle attività di assistenza e cura con relativi uomini e mezzi. E’ da tutta la legislatura – e prima di noi altri si sono battuti nel centrodestra – che ci sgoliamo a indicare i cuscinetti di grasso della sanità toscana, riducibili con una liposuzione mirata che aspiri via – ad esempio, perché no? – un pochettino delle attuali 18 aziende sanitarie toscane, accorpabili come accorpabili erano gli Estav, le centrali uniche d’acquisto che essendo uniche però erano tre. Miracoli amministrativi. Su quello dai picchia e mena l’abbiamo spuntata e da gennaio prossimo, almeno si spera, si arriverà alla centrale unica (per davvero, stavolta) con la nascita dell’Estar. Così, magari, anche nei contratti di fornitura la si finirà di ricorrere sistematicamente alle proroghe e alle proroghe delle proroghe: anche questa una prassi che genera sprechi di denaro pubblico.
Del resto avete presente di cosa si discute? Di 400 milioni che dal governo, grazie a Renzi, saranno decurtati nelle erogazioni alla Toscana. Rossi su quei 400 milioni lì fa volar gli stracci. Ma il crac della Asl1 di Massa Carrara ce lo ricordiamo? Lì sono andati dispersi più di 400 milioni: 420 per l’esattezza. Stiamo ancora attendendo i responsabili. Quelli materiali su cui Rossi ha tentato di scaricare il barile vengono via via prosciolti dai giudici. E la responsabilità politica? Quella, ci dicono dalla regìa, morì fanciulla.