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Legge di stabilità: via libera dall’unione europea. Il commissario Katainen accetta la risposta italiana

Renzi e Padoan
La soddisfazione del premier, Matteo Renzi, e del ministro Pier Carlo Padoan dopo il via libera di Bruxelles

ROMA – «Dopo aver preso in conto le ulteriori informazioni e i miglioramenti comunicatici negli scorsi giorni non vedo casi di gravi inosservanze che ci obbligherebbero a considerare un parere negativo». Con un comunicato firmato dal commissario Ue agli Affari Economici Jyrki Katainen l’Europa dà il via libera alla legge di stabilità, nelle stesse ore in cui il Cdm ha varato la nota di aggiornamento al Def. Con le modifiche introdotte, come previsto, il deficit 2015 scende al 2,6%.

AGGIUSTAMENTO – «Il miglioramento – dice il governo – è pari a circa 4,5 miliardi e l’indebitamento netto strutturale registrerà un miglioramento di poco superiore allo 0,3%, in linea con quanto richiesto dalle istituzioni europee. La struttura del disegno di legge di stabilità per il 2015 rimane immutata prevedendo, in continuità con i provvedimenti adottati nel corso del 2014, interventi per rilanciare la crescita economica supportando la domanda aggregata e la competitività del Paese». Il testo, ora, dovrà tornare alle Camere per una nuova approvazione. Per il governo quindi il conforto del primo esame superato a Bruxelles.

6,1 MILIARDI – L’aggiustamento, per l’esecutivo, non è indolore: i 4,5 miliardi di miglioramento debbono considerarsi aggiuntivi rispetto agli 1,6 miliardi (ovvero lo 0,1 per cento) già promessi nella nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza e nel «Draft budgetary plan», vale a dire il documento spedito dal governo a Bruxelles.

DEFICIT –Al netto del compromesso raggiunto, la legge di Stabilità per il 2015 verrà finanziata dunque in deficit per circa sette miliardi di euro. Fino a un paio d’anni fa una ipotesi del genere avrebbe fatto sobbalzare dalla sedia qualunque politico o funzionario aduso alle regole europee. Il fallimento di ogni stima di crescita (non solo in Italia) ha cambiato radicalmente il quadro, convincendo la Commissione, la Germania e l’universo rigorista ad accettare che l’Italia abbandonasse una rigida disciplina di bilancio a favore di una manovra che tenterà di stimolare la crescita, riducendo in maniera significativa le imposte. Agli occhi dei mercati, perché il debito italiano continui ad essere sostenibile, è cruciale però che l’economia torni rapidamente a crescere.

E per questo è necessario avviare al più presto le riforme strutturali tante volte promesse.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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