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Renzi a Milano: convention all’americana con 800 invitati paganti e annoiati

Matteo Renzi
Matteo Renzi

MILANO – Pos all’ingresso. Ottocento coperti in sala. E un fascio di luce tricolore a illuminare il podio da cui parla il segretario-premier Matteo Renzi. Nelle ampie sale dello spazio The Mall, tra i nuovi grattacieli di Porta Nuova a Milano, Matteo Renzi accoglie i tanti professionisti e
imprenditori che decidono di sostenere il suo progetto per il governo e per il partito. E mentre i camerieri servono risotto, manzo in fascia di speck e mousse di cioccolato, concede quasi due ore di discorso, con una carrellata sul programma e l’azione di governo, e la risposta a diverse domande. In realtà pare che una parte del pubblico si sia annoiato. In una delle domande finali lo ha detto chiaro e tondo Elda Tessore, ex assessore torinese alle Olimpiadi: «Caro Matteo, questa sera ci siamo annoiati. Non devi fare l’elenco dettagliato di quel che fai, ma spiegarci come puoi darci ancora speranza».

RENZI – In effetti Renzi ha parlato del presente e del passato, non del futuro: «Alle ultime elezioni il Pd ha preso il 41%: alcuni hanno detto vai alle elezioni, porta in Parlamento i tuoi amici e poi fai le riforme. Noi abbiamo fatto una scelta diversa, investire il capitale del 41%. Adesso ci giochiamo il tutto per tutto perché l’Italia si rimetta in moto», assicura il premier. E ribadisce che al massimo tra due mandati se ne andrà, per incarnare il principio della rottamazione che ha predicato.

OSPITI – Gli ospiti arrivano intorno alle 20.30. Tanti a piedi o in taxi, alcuni in Suv, Porsche e Jaguar. C’è chi ha scelto mise informale, chi ha tirato fuori la pelliccia. Alcuni hanno firmato la liberatoria per divulgare il proprio nome. Tutti hanno pagato almeno 1000 euro per finanziare il Pd e contribuire a due obiettivi principali: «Di sicuro non ci sarà cassa integrazione per i dipendenti e cercheremo di raggiungere il pareggio di bilancio», riassume il tesoriere Francesco Bonifazi. Tra i presenti, Feltrinelli, l’ex arbitro e ora presidente del Bari Paparesta, il presidente di Telecom Italia Giuseppe Recchi; tra i politici, i ministri Martina e Boschi, il sottosegretario Luca Lotti, Ermete Realacci, Piero Fassino e Stefano Boeri. Ma anche tanti professionisti e piccoli imprenditori, dalla titolare di pompe funebri all’avvocato, a dirigenti di enti di ricerca. «Penso che Renzi sia l’unica chance per uscire da questa crisi», dice Maria Grazia Mazzocchi, presidente del conservatorio di Milano.

DOMANDE – A loro Renzi chiede non solo i soldi, ma soprattutto idee, sostegno e anche critiche. E quando è il momento delle domande dalla platea invita a essere cattivi. All’amministratore delegato di una multinazionale che lamenta il costo del lavoro in Italia («I miei dipendenti ricevono un netto del 30% inferiore a quelli tedeschi»), il premier ricorda le risorse in legge di stabilità. A chi gli chiede di scuola dice che “dobbiamo cancellare l’idea che la parola innovazione e merito sia un tabù”. E poi cita il caso Alitalia per sottolineare la necessità di recuperare posizioni sul passato. «Ci chiamano ragazzini ma siamo persone che hanno promesso che cambieranno il Paese e lo faranno. Non so se ci saranno altre cene come questa, ma continuate a darci una mano», conclude.

Nonostante questa dichiarazione, non sarà questa l’ultima convention di Renzi, che ci ha abituato a queste trovate volte sì a reperire fondi, ma anche a distrarre ulteriormente dai veri problemi che deve affrontare. Il premier segue sempre più la strada del Presidente che lui stesso ha confessato di considerare un modello: Barack Obama, che al suo secondo mandato è riuscito a passare la maggioranza assoluta del Parlamento ai repubblicani, diventando un’anatra zoppa. Un ottimo esempio, non c’è che dire.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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