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Allattamento latte in polvere

Toscana, pediatri arrestati, il Gip: «Quei benefit? Triste prassi». E Rossi avvia un’inchiesta interna

Allattamento latte in polvere
Pediatri arrestati, avrebbero favorito il latte in polvere in cambio di benefit dalle aziende

PISA – Un sistema «tristemente e pericolosamente diffuso a livello nazionale che coinvolge, di fatto, l’intero panorama delle case farmaceutiche, presentandosi quali prassi ormai collaudata». È questo il sistema dei benefit «quale contropartita delle prescrizioni». Lo scrive il gip di Pisa, citando le richieste del pm, nell’ordinanza su medici e informatori scientifici accusati di aver favorito il consumo di determinate marche di latte artificiale per l’allattamento. Oggi 21 novembre sono scattati gli arresti di 12 pediatri toscani, fra cui 2 primari, 5 informatori scientifici e un dirigente d’azienda.

TRE AZIENDE – «Le società coinvolte nelle pratiche corruttive – elenca il gip – sono risultate la Dietetic Metabolic food (Dmf), la Mellin e, per un unico caso, la Humana Italia. Tutte le società producono latte per la prima infanzia e prodotti per la prima infanzia, che i medici assumono l’impegno di prescrivere nei propri ambulatori o, laddove si tratta di primari ospedalieri, mediante inserimento massiccio nei cosiddetti turni attraverso i quali vengono proposti alle mamme che partoriscono, presso i reparti, le marche dei prodotti da utilizzare, incentivandone in tal modo la diffusione e le vendite». «Si assiste a un vero e proprio assoldamento dei medici – continua il gip – i quali finiscono per ‘vendersi’ o meglio ‘svendersi’ alle case farmaceutiche pur di lucrare benefici economici che possono variare da viaggi per loro e per i propri familiari in mete di piacere attraverso simulate partecipazioni congressuali, a contributi per l’allestimento di congressi, a regalie varie, quali costosi elettrodomestici».

LORENZIN – «Mi chiedo come possano medici pediatri andare contro l’etica della professione, contro unanimi pareri scientifici e contro le indicazioni del Ministero della Salute – ha detto il ministro dell Salute, Beatrice Lorenzin – per convincere le mamme a usare latte artificiale in polvere al posto di quello materno. Il tutto per guadagnare regali di lusso e viaggi gratuiti, sulla pelle di bambini appena nati». «Non bastano gli aggettivi per descrivere la gravità di questo genere di azioni» ha aggiunto il ministro.

ROSSI – «Gli arresti dei pediatri che avrebbero ricevuto benefit pilotando le madri all’acquisto di latte artificiale di certe ditte – ha dichiarato Enrico Rossi -, così come le accuse rivolte ad alcuni cardiologi di ricevere anch’essi doni e favori in cambio di determinati dispositivi medici, al di là degli sviluppi giudiziari, che ci auguriamo siano tempestivi, rivelano un quadro di comportamenti inaccettabili e denunciano un costume civile e morale che deve essere censurato, contrastato e cambiato». «Ci aspettiamo – ha proseguito Rossi – che ognuno faccia la sua parte: i direttori generali delle Asl prendendo provvedimenti adeguati, e altrettanto ci aspettiamo anche da parte degli ordini professionali. I cittadini, soprattutto la parte più debole e sofferente e i giovani, aspettano provvedimenti adeguati, proporzionati e in tempi brevi. Chiedo che vengano assunti provvedimenti amministrativi e precise sanzioni basate sul rispetto della legge e sui poteri attribuiti alla pubblica amministrazione».

MARRONI – «Sarà la magistratura a occuparsi della vicenda giudiziaria che vede coinvolti pediatri toscani – ha sottolineato da parte sua l’assessore toscano alla Salute, Luigi Marroni -. Noi diamo la nostra piena collaborazione e seguiamo con grande attenzione lo sviluppo delle indagini. Per quanto ci riguarda, avvieremo indagini interne per verificare i comportamenti organizzativi». Lo ha detto l’assessore toscano per il diritto alla salute Luigi Marroni. «Siamo molto dispiaciuti – ha aggiunto Marroni -, perché vicende come questa, se confermate, rischiano di vanificare il grande lavoro fatto negli anni dalla Regione Toscana per promuovere l’allattamento al seno».

MUGNAI – «Questi fatti – attacca il vicepresidente della Commissione sanità in Consiglio regionale, Stefano Mugnai (Forza Italia) – toccano in profondità aspetti dirimenti di un sistema complesso e strategico quale è il sistema sanitario della nostra Regione. Toccano e scuotono la fiducia dei cittadini, ma chiamano in causa anche la filiera dei controlli che evidentemente non ha funzionato». «Noi – chiosa l’esponente forzista – chiediamo a Rossi e Marroni, loro che da anni ricoprono ruoli apicali nella sanità toscana, di spiegare perché questi autentici scandali siano potuti capitare, perché vedono coinvolti non alcune unità, ma decine di professionisti del sistema sanitario regionale, perché il sistema dei controlli è saltato».

DONZELLI e FDI – «Normale che oggi Rossi e l’assessore Marroni parlino di indagini interne e di comportamenti inaccettabili ma è troppo facile scegliere di non ricordare chi ha la responsabilità politica di quella nomina». Lo affermano, in una nota, i consiglieri toscani di Fratelli d’Italia, Giovanni Donzelli (capogruppo), Paolo Marcheschi e Marina Staccioli. «Ogni primario, come avviene di norma in Toscana nonostante le nostre ripetute denunce – sottolineano – viene sempre nominato dalla politica, attraverso il direttore generale. Ad Empoli, dunque, quel primario ce l’ha messo il governatore Enrico Rossi». Il riferimento è aRoberto Bernardini , 57 anni, pediatra residente a Calcinaia, primario di pediatria all’ospedale San Giuseppe di Empoli. Per gli esponenti Fdi «se proprio Rossi vuole evitare un ‘costume civile e morale che dev’essere censurato, contrastato e cambiato’, inizi col cambiare la modalità con cui vengono nominati i primari».

FILIPPESCHI – «Si provano sconforto e sdegno. Sono comportamenti inammissibili che feriscono profondamente la nostra comunità. Ho fiducia negli inquirenti e nell’azione della magistratura», è il commento del sindaco di Pisa Marco Filippeschi.

SEGNALAZIONE ANONIMA – Si apprende intanto che è stata una segnalazione anonima arrivata ai carabinieri del Nas di Livorno nel giugno dell’anno scorso a far scattare l’indagine che ha portato all’arresto dei 12 pediatri. Gli investigatori, coordinati dal pm Giovanni Porpora della procura di Pisa, hanno individuato un’agenzia di viaggi compiacente della città della Torre che effettuava false fatturazioni a pediatri per congressi ai quali non avevano mai partecipato ottenendo invece in cambio altri buoni per soggiorni-vacanza da usufruire personalmente.

PROVVEDIMENTI A EMPOLI – L’Asl 11 di Empoli (Firenze), «anche in attesa del completamento della necessaria documentazione, si riserva di adottare i provvedimenti di competenza nel rispetto delle vigenti disposizioni di legge». Lo rende noto la stessa direzione aziendale dell’Azienda, dopo aver appreso «in modo informale di provvedimenti giudiziari adottati nei confronti del dottor Roberto Bernardini», primario di pediatria all’ospedale San Giuseppe di Empoli, tra i destinatari di misura cautelare per l’inchiesta sulla promozione del latte in polvere in cambio di benefit. L’Asl, «assicura che i servizi sanitari dell’unità operativa complessa Pediatria continueranno a essere erogati, con le consuete modalità, sotto la direzione del dottor Fabrizio Masoni».

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