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Firenze: Roberto Bolle, la grazia della danza, fra gli applausi in un Mandela forum tutto esaurito

bollettoFIRENZE – L’intento di Roberto Bolle di portare la danza a tutti, in ogni luogo, per dimostrare che è un’arte accessibile a qualunque tipo di pubblico è stato certamente raggiunto nello spettacolo al Mandela forum di Firenze (tutto esaurito), una delle quattro tappe del tour di Roberto Bolle and Friends from American Ballet Theatre.

Certo, basta dire Roberto Bolle e la garanzia di talento, grazia, bravura, qualità delle scelte coreografiche è assicurata, ma ogni volta c’è qualche novità, a partire dai Friends. Quelli di questa esibizione, tutti membri dell’American Ballet Theatre di New York, di cui Bolle è Principal dal 2009, sono stati valorizzati da coreografie che andavano dai pas de deux del Ballo Excelsior (Isabella Boylston insieme a Bolle) e dello Schiaccianoci (Skylar Brandt e James Whiteside), a Elegy di Lyam Scarlett (Hee Soo e Cory Stearns) o il celeberrimo assolo per ballerino (unico nel programma della serata) Les Bourgeois su musica di Ben Van Cauwenbergh e musica di Jacques Brel, affidato nell’esecuzione a un eccezionale Daniil Simkin, che si è guadagnato continui applausi a scena aperta anche nell’altra coreografia che lo ha visto protagonista (con Skylar Brandt), il pas de deux di Vainonen The Flames of Paris.

Oltre a lui si è distinta la mitica Julie Kent, che ha affiancato Bolle sia nel pas de deux da La Dame aux Camelias sia nella celeberrima Sinatra Suite di Twyla Tharp. In un tripudio di atletismo, fouettes, pirouettes, brisé volé e grazia sopraffina, la serata ha tuttavia visto Roberto Bolle protagonista della novità: l’inserimento della tecnologia che interagisce con la danza. Nel primo caso si è trattato di Passage, coreografia di Marco
Pelle, che è stato realizzato da Bolle in un video di Fabrizio Ferri, usato come scenografia del balletto della serata e con le cui immagini Bolle interagiva nella coreografia. Simile interazione si è verificata con l’ultimo balletto, Nuova Creazione, coreografia di Massimiliano Volpini, in cui Bolle ha danzato con la riproduzione del suo corpo in tempo reale, creata dai visual effects di Dmitrij Simkin (padre di Daniil). Giochi di linee sinuose, angoli, colori, tutti tesi ad esaltare il corpo del ballerino, che quindi si trova a danzare con tante proiezioni di se stesso. C’è chi si chiede come mai Bolle sia riuscito a creare questo fenomeno di grande divulgazione della danza e chi dice che, se non fosse così bello e perfetto, anche tecnicamente, forse non ci sarebbe riuscito. Chissà. Quello che conta è che, grazie a lui, il pubblico può venire a conoscenza di coreografie del repertorio classico affiancate ad altre contemporanee. Unico rammarico è, in questi contesti, la mancanza della musica dal vivo, anche se a fronte di una qualità coreutica come questa diventa solo un dettaglio.


Donatella Righini


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