Skip to main content

Economia: Standard &Poor’s declassa l’Italia. Il Bel Paese è a «livello spazzatura»

Standard & Poor's
Standard & Poor’s

Ancora una bocciatura sonora per l’Italia. Accanto alla tripla B, l’agenzia Standard &Poor’s mette il segno meno.È l’ultimo gradino prima che i Bot e i Btp vengano qualificati come «spazzatura», costringendo fondi d’investimento e fondi pensione ad alleggerire la loro esposizione su debito di Roma. A pesare sul giudizio è, ancora una volta, la mancanza di un’adeguata crescita economica. Per Standard&Poor’s l’economia italiana continuerà ad arrancare il prossimo anno, quando il Pil non andrà oltre lo 0,2% contro lo 0,6% stimato dal governo. Una situazione che, insieme alla bassa inflazione, spingerà il debito a livelli record, fino ad un massimo di 2.256 trilioni nel 2016, quanto toccherà il 133,4% del Pil.

RENZI – Un colpo duro da incassare in un momento di massimo sforzo del governo Renzi sul fronte delle riforme. «Non è una bocciatura del Jobs Act», commenta Palazzo Chigi: «Ci dicono che le riforme vanno bene, ma che bisogna andare più veloci», che ci sono «elementi buoni nelle riforme ma non tali da compensare il debito e risvegliare a breve l’economia». «Lo spread è sceso sotto i 120 – aveva detto il premier in giornata – ma essendo buona notizia, non va oltre i trafiletti. Solo per ricordare: eravamo a 200 nove mesi fa. Duecento».

AGENZIA – «Secondo i nostri criteri – scrivono gli analisti dell’agenzia – un forte aumento del debito, accompagnato da una crescita perennemente debole e da una bassa competitività non è compatibile con un rating BBB». Certo viene apprezzato lo sforzo sul fronte delle riforme, che però non ha ancora portato risultati concreti: «Prendiamo atto che il premier Renzi ha fatto passi avanti col Jobs Act», si spiega nel rapporto di S&P, in cui però si esprime un certo scetticismo: «Non crediamo che le misure previste creeranno occupazione nel breve termine’’. E i «decreti attuativi» della riforma – si aggiunge – potrebbero «essere ammorbiditi», e ciò «potrebbe accadere alla luce di una opposizione crescente».

PADOAN – Il ministro Pier Carlo Padoan non ha commentato, ma in giornata aveva affermato che: «Il nostro debito è sostenibile», e per capirne la sostenibilità «occorre guardare al surplus primario, che solo la Germania con l’Italia ha mantenuto positivo». Resta il fatto che negli ambienti internazionali, economici e finanziari permangono ancora seri dubbi sul fatto che l’azione intrapresa dal Governo produca effetti concreti. Renzi: molti annunci e pochi fatti, insomma, è l’opinione negli ambienti che contano.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Firenze Post è una testata on line edita da C.A.T. - Confesercenti Toscana S.R.L.
Registro Operatori della Comunicazione n° 39741