Tax day: la tredicesima va in fumo per Imu e Tasi. Chi la riceve dopo il 16 pagherà anche le tasse in ritardo
Nella busta paga di oltre 30 milioni di italiani e’ arrivata o sta arrivando la tredicesima ma per oltre la meta’ (51%) dovrà essere destinata al pagamento di tasse, mutui, rate e bollette, mentre solo il 26% la userà per i regali e il 23% per il risparmio. E’ quanto e’ emerso da una indagine Coldiretti/Ixe in occasione dell’arrivo delle tredicesime che porteranno circa 39 miliardi aggiuntivi nelle busta paga di lavoratori dipendenti e pensionati, con un aumento dell’1% rispetto allo scorso anno.
TREDICESIMA – L’arrivo della tredicesima – ha sottolineato la Coldiretti – coincide quest’anno con la scadenza del 16 dicembre nella quale si verifica un vero e proprio ingorgo fiscale con il pagamento, tra l’altro, di Imu e Tari mentre e’ prossimo il pagamento del canone Rai. La tredicesima e’ dunque sostanzialmente gia’ spesa per la maggioranza degli italiani che la ricevono ma – ha precisato la Coldiretti – c’e’ anche un 23% che ha la possibilita’ e decide di metterla da parte per il futuro incerto. Il risultato e’ che poco piu’ di un italiano su quattro (26%) la usera’ per lo shopping di Natale che si concentra proprio negli ultimi dieci giorni.
UNIMPRESA – Ma gli italiani che aspettano la tredicesima per il pagamento delle tasse rischiano di pagarle in ritardo (e con gli interessi). «Con i conti correnti a secco, gli italiani aspettano di incassare la tredicesima per saldare il debito con il fisco: almeno il 30% dei contribuenti il 16 non riesce a rispettare il termine per il versamento della seconda rata dell’Imu e della Tasi, ma attenderà di ricevere l’ultimo stipendio dell’anno pagando una manciata di interessi allo Stato e ai comuni». E’ quanto emerge da una indagine del Centro studi di Unimpresa, condotta attraverso la rete di centri di assistenza fiscale (Caf) su tutto il territorio nazionale, che in questi giorni – dice l’associazione – sono sommersi di richieste da parte delle famiglie sui pagamenti oltre la scadenza prevista per legge.
RITARDO – Secondo quanto emerso dalla rilevazione effettuata in questi ultimissimi giorni tra i Caf legati all’associazione, circa un italiano su tre potrebbe dunque scegliere di pagare in ritardo l’imposta municipale propria (seconde case, terreni agricoli) e la tassa sui servizi indivisibili (abitazioni principali). L’attesa è legata all’incasso delle tredicesima che non molte realtà, soprattutto private, pagano con anticipo ai lavoratori dipendenti. Nella maggior parte dei casi, scrive ancora Unimpresa, «l’ultimo stipendio dell’anno viene erogato insieme con lo stipendio del mese di dicembre, dunque tra il 27 del mese e i primi giorni di quello successivo: e sarà proprio quello il periodo che verrà scelto per archiviare la pratica Imu-Tasi».«Quello che abbiamo rilevato – commenta il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi - conferma che viviamo in un Paese con un sistema tributario perverso, nel quale il principio della capacità contributiva, sancito nella nostra Costituzione, viene drammaticamente calpestato dallo Stato».
Il Governo sostiene di aver abbattuto le tasse, ma la pressione fiscale resta altissima e i contribuenti si devono fare in quattro per soddisfare la voracità di fisco, Regioni e Comuni. Senza peraltro ottenere in cambio servizi di qualità.