Skip to main content
Admin Ajax.php?action=kernel&p=image&src=%7B%22file%22%3A%22wp Content%2Fuploads%2F2014%2F12%2Favfi

Firenze: ordigno contro l’Alta velocità. L’ombra della Valsusa sul sabotaggio

Il sabotaggio a Rovezzano
Il sabotaggio a Rovezzano

FIRENZE – Proseguono in tutte le direzioni le indagini sull’attentato che ha riguardatola linea alta velocità fiorentina. Due bottiglie di plastica riempite di benzina e con un innesco realizzato con fiammiferi e diavolina sono state piazzate accanto ai binari della direttissima nella zona di Rovezzano. Se fossero esplose avrebbero potuto avere l’effetto di tagliare in due le comunicazioni ferroviarie dell’Italia. Hanno provocato solo caos e disagi; un ordigno si è incendiato e danneggiato i cavi elettrici, causando il blocco dei binari in direzione nord. L’ordigno incendiario era identico a quello posto il 12 dicembre nel cantiere della Tav a Campo di Marte. Secondo gli investigatori l’attentato sarebbe un atto dimostrativo dopo le condanne comminate il 17 dicembre dalla Corte d’Assise di Torino a quattro anarchici per gli incidenti accaduti in Val di Susa. Ma ci potrebbero essere anche dei collegamenti con un altro episodio simile che si è verificato giovedì a Milano. Anche in questo caso due bottiglie incendiarie, identiche a quelle fiorentine (di cui una esplosa) erano state piazzate sulla Milano-Torino senza provocare danni o rallentare il traffico ferroviario.

TORINO – Per atti analoghi, anche se più gravi, quattro No Tav che avevano assaltato il cantiere di Chiomonte sono stati condannati per il reato di danneggiamento, con la sentenza citata, ma sono stati assolti dall’accusa di terrorismo che era stata formulata dalla Procura di Torino. E adesso gli inquirenti riflettono: «Il messaggio che è passato è che sono stati assolti dall’accusa di terrorismo. Per questa ragione può essere scattato un senso di impunità. Perché ora qualcuno pensa che azioni del genere si possano fare, che in fondo un attentato di quel tipo non è grave». Il ripetersi a Milano, a Firenze e nel Piemonte di attentati incendiari subito dopo la sentenza che ha assolto dal reato di terrorismo i quattro No Tav è sintomatico a questo riguardo. Infatti, secondo gli inquirenti, è possibile «l’effetto boomerang» di una condanna contro la quale si protesta, ma che in fondo viene vissuta come un’assoluzione. Vediamo alcuni dati di fatto relativi all’episodio di Firenze. Il primo è la tecnica delle bottiglie incendiarie. Come quelle trovate il 18 dicembre, il giorno dopo la sentenza di Torino, lungo la linea ad alta velocità Milano-Torino, vicino a Novara, a Mesero. Anche in quel caso, come ieri a Firenze, una era esplosa e l’altra era integra. Si dirà che le bottiglie incendiarie erano state usate anche in precedenza, ma è indubitabile che c’è stata una reiterazione preoccupante del loro uso in questi ultimi giorni.

ATTENTATI – E quindi ci si chiede: l’attentato di Firenze e gli altri simili sono l’inizio di una nuova stagione di sabotaggi, geograficamente meno circoscritta alle località della valle di Susa? Questo è quel che temono gli inquirenti. Con il rischio che gli attentati a bassa intensità, che colpiscono le cose e danneggiano solo indirettamente le persone, possano essere il prologo di iniziative anche più dure. È quel che teorizzano da mesi documenti e volantini anonimi che circolano nel Torinese.

ROSSI – Il Governatore toscano Enrico Rossi ha dichiarato: «Lo Stato deve farsi valere e la condanna contro i violenti deve essere precisa e netta. È evidente che tanto più i lavori si protraggono e tanto più c’e’ incertezza sull’alta velocità, certe forme possono essere alimentate». Intanto sul muro esterno dell’Avvocatura distrettuale dello Stato in via degli Arazzieri sono comparse due scritte a spray: «Libertà per i no tav» e «Terrorista è lo Stato».

LUPI –«Mi preoccupa il cambio di strategia della protesta contro la Tav». Così il ministro dei Trasporti Lupi, oggi in visita al tunnel della Torino-Lione, commenta la bottiglia incendiaria sulla Firenze-Roma. «Non potendo bloccare il cantiere di Chiomonte che c’è e va avanti, gli attacchi colpiscono i simboli dell’alta velocità». Come a dire che la Val di Susa è sorvegliata, ma gli obiettivi in giro per l’Italia sono molti e non si possono sorvegliare costantemente tutti. Quindi il pericolo potrebbe spostarsi in altre regioni.Per fortuna gli inquirenti continuano a vigilare e a seguire con attenzione, in collegamento fra loro, l’evolversi di questa situazione che rischia di diventare sempre più preoccupante.


Padoin0

Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Firenze Post è una testata on line edita da C.A.T. - Confesercenti Toscana S.R.L.
Registro Operatori della Comunicazione n° 39741
FirenzepostAMP